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Vecchio
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Evil Popy Evil Popy Non in Linea
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Messaggi: 790
Data registrazione: May 2012
Predefinito 11-09-2013, 10:07 PM


Visto che è pubblico ti faccio qualche domanda in liberta se vuoi rispondere....


1) hai mai pensato che la tua reazione sia esageratamente spropositata rispetto alla "malattia" (ancora presunta) ?

2) ti senti con la coscienza a posto sapendo che moltissime persone vengono diagnosticate malattie ben più gravi della tua ed affrontano tutto con ottimismo, od almeno hanno la decenza di capire la differenza fra un problema che modifica le abitudini di vita ed un problema che può terminare la stessa vita ?

3)provi una qualche forma di piacere depravato nel fare la malata e/o hai capito che si tratta di una perversione ? oppure pensi che sia semplicemente un modo per condividere il tuo stato d' animo?

4) ritieni che aprire un diario possa alimentare questa tua perversione, come se fosse letteralmente una orgia? (più spettatore più piacere= più cazzi più piacere).

5)hai mai sospettato di essere completamente distaccata dalla realtà e dal tuo corpo? un mondo onirico tutto tuo.

6) il tuo fidanzato lorenzo, è lo stesso del forum? ascolta te che frigni per queste cavolate oppure ti tira un paio di bestemmie?

Quote:
Fase della negazione o del rifiuto: “Ma è sicuro, dottore, che le analisi sono fatte bene?”, “Non è possibile, si sbaglia!”, “Non ci posso credere” sono le parole più frequenti di fronte alla diagnosi di una patologia organica grave; qu…esta fase è caratterizzata dal fatto che il paziente, usando come meccanismo di difesa il rigetto dell’ esame di realtà, ritiene impossibile di avere proprio quella malattia. Molto probabilmente il processo di rifiuto psicotico della verità circa il proprio stato di salute può essere funzionale al malato per proteggerlo da un’eccessiva ansia di morte e per prendersi il tempo necessario per organizzarsi. Con il progredire della malattia tale difesa diventa sempre più debole, a meno che non s’irrigidisca raggiungendo livelli ancor più psicopatologici.
2. Fase della rabbia: dopo la negazione iniziano a manifestarsi emozioni forti quali rabbia e paura, che esplodono in tutte le direzioni, investendo i familiari, il personale ospedaliero, Dio. La frase più frequente è “perché proprio a me?”. È una fase molto delicata dell’iter psicologico e relazionale del paziente. Rappresenta un momento critico che può essere sia il momento di massima richiesta di aiuto, ma anche il momento del rifiuto, della chiusura e del ritiro in sé.
3. Fase della contrattazione o del patteggiamento: in questa fase la persona inizia a verificare cosa è in grado di fare, ed in quale progetti può investire la speranza, iniziando una specie di negoziato, che a seconda dei valori personali, può essere instaurato sia con le persone che costituiscono la sfera relazione del paziente, sia con le figure religiose. “se prendo le medicine, crede che potrò vivere fino a…”, “se guarisco, farò…”. In questa fase, la persona riprende il controllo della propria vita, e cerca di riparare il riparabile.

4. Fase della depressione: rappresenta un momento nel quale il paziente inizia a prendere consapevolezza delle perdite che sta subendo o che sta per subire e di solito si manifesta quando la malattia progredisce ed il livello di sofferenza aumenta. Questa fase viene distinta in due tipi di depressione: una reattiva ed una preparatoria. La depressione reattiva è conseguente alla presa di coscienza di quanti aspetti della propria identità, della propria immagine corporea, del proprio potere decisionale e delle proprie relazioni sociali, sono andati persi. La depressione preparatoria ha un aspetto anticipatorio rispetto alle perdite che si stanno per subire. In questa fase della malattia la persona non può più negare la sua condizione di salute, e inizia a prendere coscienza che la ribellione non è possibile, per cui la negazione e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta. Quanto maggiore è la sensazione dell’imminenza della morte, tanto più probabile è che la persona viva fasi di depressione.
5. Fase dell’accettazione: quando il paziente ha avuto modo di elaborare quanto sta succedendo intorno a lui, arriva ad un’accettazione della propria condizione ed a una consapevolezza di quanto sta per accadere; durante questa fase possono sempre e comunque essere presenti livelli di rabbia e depressione, che però sono di intensità moderata. In questa fase il paziente tende ad essere silenzioso ed a raccogliersi, inoltre sono frequenti momenti di profonda comunicazione con i familiari e con le persone che gli sono accanto. È il momento dei saluti e della restituzione a chi è stato vicino al paziente. È il momento del “testamento” e della sistemazione di quanto può essere sistemato, in cui si prende cura dei propri “oggetti” (sia in senso pratico, che in senso psicoanalitico). La fase dell’accettazione non coincide necessariamente con lo stadio terminale della malattia o con la fase pre-morte, momenti in cui i pazienti possono comunque sperimentare diniego, ribellione o depressione.
Senza offesa alcuna.
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