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Work in Progress Dove postare il proprio programma di preparazione atletica, le proprie esperienze, il proprio diario personale.
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![]() Cara Vale, mi rubo un pò di tempo dall'ufficio per caricare sull'insostituibile Blocco Note il mio pensiero che appena posso copio e incollo sul forum. Ciò che leggo mi preoccupa ma non tanto per il contenuto, quanto per l'effetto che ne subisci. Questa situazione non ti fa paura, la paura sarebbe ancora qualcosa di neutrale poiché tu sai non farti sopraffare da essa e mantenere lucidità e raziocinio... questa escalation ti sta mandando nel panico. Ed il panico è una paura incontrollabile, che porta a fare cose illogiche e pericolose. Non è una sconfitta la tua, è una parte del percorso probabilmente: non devi quindi pensare "ho già ricevuto aiuto, se non ho fatto con quello sono una debole e non merito altro" perché inconsciamente...stai facendo il gioco di cui tante volte hai discusso. "Finché non riconosci che hai bisogno di aiuto, nessuno può farlo; prima devi capire di avere un problema." Ora stai rifiutando l'aiuto... non vuoi parlarne a casa, non vuoi cercare un supporto specialistico (per mille buone ragioni, tra cui la paura di trovare ancora incompetenti) perché pensi ancora di potercela fare da sola... Ma nessuno ti darà un premio se te la cavi da sola, semplicemente soffrirai di più e allungherai i tempi di ripresa. Non è mica detto che tu stia fallendo nel tuo intento eh, però non mi ostinerei a volermi arrangiare poiché la situazione sta diventando delicatissima. L'unico aspetto positivo che vedo (se proprio dobbiamo trovarne) è che il cibo ti sta andando a noia. Positivo questo? Eh, per me sì. Perché anche le tue profonde sicurezze alimentari si stanno sgretolando. "E dovrebbe essere un bene?!" Ma forse sì: lentamente tu stessa ti stai ribellando alle tue regole autoimposte, i cibi approvati che ti eri imposta di adorare per forza di cose improvvisamente ti disgustano, quindi qualcosa sta cambiando. Fermo restando che dovrai pur vivere (e so che, conoscendoti, alternative non ne hai in questo macabro ambito) cambierà qualcos'altro anche. In te è insito il sacrosanto tarlo del dubbio: cosa vuoi mangiare? Non lo sai. Ma lo saprai, con poca convinzione o altri rimorsi che però soffocati dalla tua stessa volontà sfumeranno: i cibi che ti eri imposta sembra stiano per essere rigettati, altri se ne sostituiranno o torneranno dall'oblìo in cui li avevi sepolti. Per disperazione? Per cambio di mentalità? Per sfizio? Poco importa, l'importante è che qualcosa cambi. Se rimetterai cibi più soddisfacenti per te cambierà anche l'umore. Sicuramente cambierà anche l'apparato digerente oramai avvilito a smantellare sempre gli stessi cibi ed un cervello depresso dalla mancanza di stimoli piacevoli al gusto. Ora ti voglio lanciare una provocazione pesante, ti prego di prenderla come tale e di rifletterci al di là dell'allegoria. Sai di cosa avresti bisogno? (rileggi la riga sopra....) Prigonia. E ti spiego perché. Tu sei così ossessionata a livello conscio e subconscio dal calcolo calorico, dalla ripartizione di macro e dal deficit che è impossibile per te non pensarci in condizioni di libertà. Tutto cambia però quando si parla di mera sopravvivenza. Al momento hai difficoltà a gestire la libertà alimentare, quindi andrebbe "bypassata". Fossi in cella, un paio di volte al giorno ti portano una ciotola. Addirittura, dovrebbero portarti un mischione frullato con dentro tutto. Carne, verdura, frutta, frutta secca, pane, formaggio... questo proprio per impedirti di poter conteggiare cosa stai mangiando. Ipotizzando questa situazione, tu NON sai cosa mangi, ma non hai alternativa: o la mangi o muori. Il tuo amor proprio e il tuo istinto ti negherebbero la seconda opzione, probabilmente impazziresti il primo periodo perché ingurgiteresti una schifezza dal gusto indefinito, potresti passare giorni a immaginare, dai gusti, cosa possa contenere e stimarne le calorie. Ma non potresti pesarlo, anche volendo. Dovresti approssimare calorie, peso, approssimare tutto. Secondo me la tua paranoia finirebbe per cedere: non potendo dimensionare la tua alimentazione, per solo istinto di sopravvivenza mangeresti, senza pensarci. Una specie di reset forzato: hai un cibo non inquadrabile e nessuna alternativa, come ritieni che agiresti? Dopo un periodo più o meno lungo secondo me ritroveresti una certa forma di equilibrio, dato che non hai alternative. Nel "mondo libero" è estremamente difficile da attuare questa prova, perché hai accesso a credenza, supermercato, orticello oltre alla possibilità di rifiutare il cibo (sempre in base alle tue regole, classificandolo per quantità e calorie e bandendolo per i motivi di cui sopra). Terminata questa provocazione infima ti dico: Vale non isolarti. Fai lo stesso errore che facesti all'inizio altrimenti... E' un'altra fase, non prenderla come una ricaduta della precedente. Un abbraccio |
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