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Allenamento: Periodizzazione e programmazione La teoria, la tecnica, le scuole di pensiero e tutto ciò che occorre per un allenamento proficuo e senza traumi.

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Predefinito I segreti dell'ipertrofia - lo stato dell'arte - 10-05-2012, 10:27 PM

I segreti dell'ipertrofia - lo stato dell'arte


Come suggerito da Dean1 apro un nuovo thread
riporto i post a cui si riferisce il dibattito.
Direi di partire da qui.

Quote:
Originariamente inviato da dean1 Visualizza Messaggio
Salve,

ci sono due cose certe, tra le tante incertezze scientifiche.

1. l' allenamento con i pesi deve durare al max 1 ora.

2. per un natural , normodotato muscolarmente e geneticamente, ci voglio 48 ore per riparare le miofibrille e i sarcomeri danneggiati.

3. Ascolta i segnali che il tuo corpo ti manda. Il cortisolo ti fa sentire stanco, spossato. Se riposi bene, ti nutri bene e ti concentri bene su quello che fai, il tuo corpo apprende ed il cortisolo viene modulato da altre molecole e ormoni.

Non é possibile evitare la presenza del cortisolo, é un ormone necessario ( il mio intervento precedente cercava di spiegare questo).
Ricordati che il corpo cerca sempre uno stato di omeostasi. La crescita muscolare o l' aumento di forza, rappresentano una nuova omeostasi ad un livello superiore, a causa di uno stimolo superiore, ma devi dare al corpo il tempo per creare questa nuova omeostasi.
Non pensare al singolo ormone, non significa nulla. Il sistema neuro-ormonale é una orchestra dove ogni strumento suona in armonia con gli altri.


Buona giornata
Quote:
Originariamente inviato da dean1 Visualizza Messaggio
Si sono interessato a sapere perché é una baggianata.

Le mie motivazioni:


Ció che consente la ipertrofia muscolare e l'aumento della forza come potenziale conseguenza funzionale é legata al tipo di fibra sollecitata a tale funzione, cioé la fibra II. Fisiologicamente la struttura di questa miofibrilla é molto diversa da quella di tipo I, vocata alla resistenza. É piú grande e possiede , negli endoteli dei sarcomeri, le cellule mioblastiche atte alla rigenerazione.É meno ricca di mitocondri.
Biochimicamente, la struttura recettoriale di questa tipologia di miofibrille é altrettanto differente.
Se é vero che tutte le fibre muscolari possono rigenerarsi, la fibra II puó fare di piú, puó ipertrofizzarsi. Come?
Si chiama MGF, fattore di crescita meccanico che si produce proprio a livello di questa tipologia di miofibrilla e risponde soltanto a stimoli meccanici supportati dalle conseguenti condizioni fisiologiche che mi appresto a descrivere.
Da esperimenti determinati ( anche dal sottoscritto), é risultato che il fattore di crescita meccanico é stimolato da microlesioni in fase di tensione eccentrica ma anche di stimoli nervosi brevi e " violenti " che determinano uno scambio ionico ( Ca++) molto potente. Lo scambio ionico elevato e quindi lo status di sovraeccitazione neuronale insieme ad una CONTEMPORANEA condizione di acidosi lattica
rappresentano l' apripista della risposta anabolica ( attivazione delle chinasi e induzione della sintesi proteica).
Nella fibra bianca ( e soltanto in essa), la sovraeccitazione e la condizione lattoacida indotta da una stimolazione breve rendono i recettori piú sensibili al testosterone libero, al IGF-1, all' insulina, quindi aumento della sintesi proteica e la secrezione di MGF induce la liberazione dei mioblasti, le cellule satelliti atte alla riparazione e alla volumizzazione muscolare.
Se tutto questo é vero, é altrettanto vero che il prezzo da pagare é " il fattore tempo" . Questa condizione é "straordinaria" e assolutamente non sopportabile per molto tempo poiché mette a dura prova il sistema nervoso centrale ( sovraeccitazione).
L'alta intensitá causata da uno stimolo di resistenza é ció che induce la risposta delle fibre veloci, per contro il SNC, altamente sollecitato supporta e favorisce questa condizione per un breve lasso di tempo. Nei topi é nell'ordine di pochi minuti intervallati da pause brevi.
Superata questa soglia, il SNC reagisce stimolando l' ipotalamo a produrre cortisolo per via GR, ovvero STOP a quanto detto finora.
Il cortisolo blocca il processo anabolico, blocca l' MGF tramite stimolazione di miostatina. Il picco di secrezione del cortisolo nei ratti lo si rileva entro 10/15 minuti e si protrae per diverse ore. Il livello di MGF in questo caso risulta essere trascurabile e non si assiste ad esaltazione della sintesi proteica.
Nei ratti sottoposti a esercizi fisici sotto il 10 minuti, non si rileva tale picco del cortisolo e, per contro si ha un aumento rilevante del MGF e anche il livello delle chinasi all' esame di bioluminescenza tramite luciferina marcata, risulta essere aumentato esponenzialmente, segno di una sintesi proteica elevata in corso.
Questi dati fanno chiaramente indurre alla conclusione che:

Le fibre II sono gli attori.

L' elevato scambio ionico, la sovraeccitazione neuronale e la lattacidosi sono il palcoscenico per lo spettacolo anabolico.

Lo spettacolo per riuscire deve: essere intenso e breve.

In tale condizione, si concede il BIS, si produce MGF e si cresce.

In definitiva,

il cantiere messo all' opera per riparare i danni e potenziare necessita di stimoli meccanici brevi e intensi e di un successivo riposo di almeno 48 ore.

Le prove scientifiche supportano le tecniche " sperimentate" in via empirica, ma con grande intuizione, proprio dal bodybuilding.
Quote:
Originariamente inviato da dean1 Visualizza Messaggio
aggiungo, l' aumento della forza é condizione funzionale ma potenziale poiché un muscolo piú grande é piú efficente ma non necessariamente piú forte. La forza in realtá é determinata dal reclutamento di piú fibre muscolari da parte di uno stimolo nervoso.
Cosí puó succedere che soggetti dall' apparenza smilza possono risultare " piú forti " poiché geneticamente piú dotati ad un reclutamento maggiore.
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Originariamente inviato da sOmOja Visualizza Messaggio
@dean:
ho letto con molto interesse i tuoi post sopra e condivido la logica di quanto scrivi.
però la mia esperienza pratica (e l'osservazione di altri atleti che praticano powerlifting in italia) è piuttosto diversa.
io ad esempio da ottobre mi alleno 5 volte a settimana per 60-90 minuti rigorosamente in fullbody e con carichi "pesanti".

naturalmente non sono arrivato a 5 full dall'oggi al domani però la bontà del lavoro fatto finora è confermata dai Personal record conseguiti in questi ultimi mesi, senza un aumento concomitante di infortuni, anzi, con una loro riduzione.

credo quindi che forse il ratto non sia perfettamente identico all'essere umano in termini di tempistica di recupero e che forse anche la capacità di recupero stessa sia una "abilità" allenabile.
Quote:
Originariamente inviato da dean1 Visualizza Messaggio
Grazie per l' intervento.

avevo contestualizzato il discorso alla ipertrofia ed ho piú volte sottolineato il fatto che lo stimolo allenante é di per sé modificatore, infatti un muscolo piú efficiente, a paritá di stimolo, recupera prima, a patto che gli si dia il tempo per diventare piú efficiente.

Chiaramente, e lo sottoscrivo, gli esperimenti in vitro o in vivo sui ratti spesso non sono neanche riproducibili sugli esseri umani per vistose differenze genetiche, biochimiche, metaboliche, fisiologiche.

Aggiungo che é importante la omogeneitá del campione e la quantitá dello stesso.

Aggiungo che range di PH , temperatura, umiditá e contaminazioni organiche spesso "snaturano" e ancor piú spesso invalidano una tesi sperimentale.

le variabili sono moltissime e tutte potenzialmente influenti sul risultato.

Last but not least, le risposte ormonali limitate alla osservazione di un singolo ormone spesso non sono obbiettive perché ci si limita alla visione statica di un pezzo di un puzzle che é ben piú complicato e dinamico nel suo insieme ed in un determinato momento.

Gli ormoni collaborano in un momento e competono in un altro, ció che induce le differenze é la natura dello stimolo e/o degli stimoli che riceviamo e tendono sempre ad interagire per conseguire uno stato di equilibrio.

Vincere una competizione sportiva paradossalmente é un evento stressogeno e realmente comporta un innalzamento del cortisolo, ma la contemporanea impennata del testosterone ne influenza decisamente gli effetti.


Quindi valutare solo l'innalzamento del cortisolo sarebbe limitante.

I risultati che hai ottenuto, probabilmente vanno in questa direzione...cioé hai dato il giusto tempo al tuo organismo di adattamento ad uno stato di omeostasi superiore.

Ricordiamoci che il testosterone é prodotto dai testicoli e dai surreni ma gli ordini di regolazione vengono dall' alto.

In diversi interventi ho sottolineato l' importanza della condizione emotiva al fine di migliorare la prestazione atletica.

concludo con due ultime considerazioni:

1. la meravigliosa macchina uomo difficilmente consente una azione ipercatabolica da cortisolo, tranne in presenza di eventi patologici come, tanto per citarne uno, il morbo di cushing.

2. l' esperienza pratica é spesso troppo trascurata dalla ricerca scientifica e questo é uno dei motivi che mi ha indotto ad avvicinarmici. Quindi nella tua frase " però la mia esperienza pratica (e l'osservazione di altri atleti che praticano powerlifting in italia) è piuttosto diversa." , c'é del vero.
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Originariamente inviato da sOmOja Visualizza Messaggio
grazie per la risposta.
non vorrei andare offtopic anche se tuttosommato la discussione è sempre inerente
secondo te è possibile che si presti troppa attenzione all'assetto ormonale sistemico e si trascuri invece l'effetto trofico esercitato dall'innervazione?
l'ipotrofia da danno al 2° motoneurone è un esempio ma anche lo switch (anche parziale) di una fibra verso un tipo differente semplicemente "sostituendo" il tipo di motoneurone che la innerva oppure modificando lo stimolo subito evidenziano l'importanza del fattore neurale

se vuoi ne possiamo parlare in un'altro thread
Quote:
Originariamente inviato da sOmOja Visualizza Messaggio
p.s. anche io penso che molto spesso noi medici (ma non solo) siamo troppo influenzati dall'esperienza su pazienti "malati", dimenticando che la stragrande maggioranza della popolazione è sana, nonostante tutto (cioè nonostante si alleni male, mangi male, riposi male etc.)

per questo si pensa che il cortisolo sia catabolico, l'allenamento distrugga le articolazioni, i grassi facciano ingrassare etc. trascurando le grandi capacità di adattamento dell'organismo e il ruolo omeostatico delle sue risposte.
Quote:
Originariamente inviato da dean1 Visualizza Messaggio
Si, ho sostenuto questa tesi e non é la prima volta che lo faccio.

Se apri un thread vi partecipo. Da tempo seguo con interesse quanto sostiene Ado Gruzza e trovo la sua tesi quantomeno meritevole di indagine piú approfondita.


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