Originariamente inviato da IlPrincipebrutto
Si dice che quando ne iniziano l'addestramento, i mahouts indiani leghino il proprio elefante con una catena, che fissano da una parte ad un palo robusto, e dall'altra ad una gamba dell'animale. L'elefante passa giorni, settimane nel tentativo infruttuoso di spezzare la catena e liberarsi, finche' non si rassegna all'evidenza, e smette di lottare. Da quel punto in poi, la catena viene sostituita con una semplice liana, che non viene comunque spezzata perche' l'animale e' ormai abituato ad essere legato. Questo e' un esempio di quanto certi condizionamenti siano profondi, ma non e' l'unico.
E. ed S. sono le due ragazze che aprono la palestra al mattino, ed il loro stile e' parecchio diverso. Quando E. arriva, apre la porta e lascia entrare chi sta aspettando, anche se non e' ancora l'orario di apertura. S. invece e' ligia alle regole; quando arriva, richiude la porta dietro di se', e bisogna aspettare le sette in punto prima che la riapra. In oltre un anno e passa che arrivo in anticipo, non ho mai visto S. aprire prima dell'orario.
Anche stamattina sono arrivato prima delle sette, e dopo pochi minuti sono stato raggiunto da uno dei soliti membri del club dei mattinieri. S. era gia' dentro, dietro allo sports bar (ne parliamo un'altra volta). Parlando del piu' e del meno sono arrivate le sette, e poi le sette ed un minuto, e poi le 7:02. Noi fuori ad aspettare che S. aprisse la porta, ed S. dietro al banco a sistemare il fax, prendere roba nella borsetta, ordinare alcune cartelline. Dopo cinque minuti buoni di attesa, uno di noi si e' appoggiato per sbaglio alla porta...che si e' mossa. Era aperta ! era aperta da subito, da quando ero arrivato io. Ma la forza dell'abitudine ci aveva condizionati tutti a pensare che fosse chiusa.
Avessimo almeno la forza di un elefante.
|