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Medicina e Farmacologia Medicina generale e farmacologia.

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  (#1)
DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 11:26 AM

SSRI-ansia depressione fobie;Esperienze e riflessioni


Ehh, il bupropione. Io vorrei provarlo, stando a quel che ho letto in merito, perchè credo che potrebbe fare al caso mio più di altre molecole.

Ma se si va da un medico e si dice "Dottore, sa, io vorrei fare questo e quello, perchè ho questa e quell'idea" regolarmente si viene presi per pazzi e non presi sul serio . Anzi, di solito neanche ti fanno parlare .


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  (#2)
Doc Doc Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 11:31 AM


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Ehh, il bupropione. Io vorrei provarlo, stando a quel che ho letto in merito, perchè credo che potrebbe fare al caso mio più di altre molecole.

Ma se si va da un medico e si dice "Dottore, sa, io vorrei fare questo e quello, perchè ho questa e quell'idea" regolarmente si viene presi per pazzi e non presi sul serio . Anzi, di solito neanche ti fanno parlare .
Ma vedi Desp, il bupropione ha una indicazione specifica per le forme anedoniche, e, purtroppo, è poco conosciuto, quindi i medici sono restii proprio per la ridotta conoscenza che hanno di questo farmaco.
Però se tu parli con uno psichiatra serio, che dovrebbe conoscerlo, ti dovrebbe rispondere o in senso positivo circa il suo utilizzo, o argomentando sul perchè non potrebbe andare bene.
Non "prendere sul serio" il paziente è sempre sbagliato; ci deve essere una alleanza terapeutica medico-paziente.
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  (#3)
DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 12:04 PM


Già, però per la mia esperienza non è quasi mai stato possibile instaurare questa alleanza , ma questo è un altro problema.
Come dicevo credo che a gennaio tornerò anche dallo psichiatra e gli chiederò un parere anche su quello.
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  (#4)
Veleno Veleno Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 01:46 PM


Scusa Indio...cosa intendi esattamente per autoterapìa analitica?
e la pratica buddhista, continua tutt'ora? segui una tradizione in particolare?

Grazie.
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  (#5)
INDIO79 INDIO79 Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 02:13 PM


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Scusa Indio...cosa intendi esattamente per autoterapìa analitica?
e la pratica buddhista, continua tutt'ora? segui una tradizione in particolare?

Grazie.
Probabilmente ho usato un termine improprio,ma lavoro sia sulle sensazioni corporali che su quelle mentali,cercando di cogliere quei pensieri che mi scatenano problemi,cercando di prenderne confidenza in modo da rendere le reazioni emotive sempre più sterili,e con la respirazione cerco di contrastare le contrazioni organiche che iniziano a comparire,respirazione lenta e profonda diaframmatica se sento tensione allo stomaco;respirazione toracica(sempre lenta e profonda) se sento oppressione toracica.
come tradizione di base seguo quella theravada,ma c'è anche l'aspetto dell'addestramento della mente di tradizione Tibetana che seguo.ovviamente tutto materiale scaricato da internet.
Avevo programmato qualche settimana a santacittarama,ma tra varie problematiche è saltato tutto.
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  (#6)
LiborioAsahi LiborioAsahi Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 03:18 PM


Bè io anni fa, prima di approdare su questo forum ho vissuto quello che Indio ha avuto in un tempo molto più lungo.
Era un estate, nei giorni precedenti notavo una tachicardia inconsulta (ma non avendo neppure mai provato "l'ansia" non riuscii a riconoscere i sintomi, anzi ricordo che ci scherzavo con delle mie amiche dicendo che era colpa della loro bellezza o bruttezza, non ricordo ), cmq ero da solo in casa in pomeriggio afoso mentre stavo accendendo uno zampirone sentii una fitta intensissima al cuore e caddi per terra in sala da pranzo come un salame. Mentre ero perterra mi ricordo che pensai solo ai miei che sarebbero corsi a casa dalle vacanze perchè da li in poi non risposto alle loro chiamate e mi avrebbero trovato freddo in quella posizione. Perfortuna era qualcosaltro . Chiamai un mio amico in preda all'agitazione e gli dissi di portarmi al prontosoccorso al volo che avevo avuto un "infarto".
I medici si allarmarono davanti all ecg, non trovarono nulla ma dissero che non era normale, dissero di ripassare se mi fosse tornato.
Nel dubbio mi prescrissero un bradicardizzante e dell'alprazolam.
Da li un lungo periodo-terribile-dove non dormii, mangiavo poco, evacuavo quello che avevo mangiato (digestione azzerata), il peso sullo stomaco del cibo mi angosciava, tachicardia, tremori, vertigini, crisi di freddo, punte di spilli diffuse, incapacità a contenersi etc.
Appena stavo male correvo al prontosoccorso. Lì, sentendomi più "protetto" l'attacco di panico svaniva.
Non si arrivava a un dunque, il tmepo passava e io non vivevo.
Uscire di casa era follia.Uscivo solo di fronte a uno-2 miei amici alla volta, assolutamente non in presenza di altri, rumori, situazioni non conosciute.
Nel mentre fui pure ricoverato perchè a uno che a riposo ha il battito sui 50bpm, un bradicardizzante può creare qualche problemino. Non so quanto rischiai ma arrivai la con un battito inferiore ai 30bpm e mi sembrava di avere un landini monocilindrico nel petto.
Iniziai ad aver sfiducia dei camici, era già una decina di volte che andavo al prontosoccorso, avevano guardato di tutto, meningiti, tac, problemi tiroidei, holter, etc.
Poi una volta arrivai alla conclusione che, se qualcosa mi "prendeva" totalmente l'attenzione...io non sentivo più per quel periodo i miei problemi. Ci misi un po a capire che erano problemi d'ansia anche perchè era una branca che non mi aveva mai interessato e non ne sapevo granchè.
Trovai conferma da un medico del ps, che cadde dal pero (speriamo anche in un burrone dopo ) e dopo qualche mese iniziai a valutare il da farsi.
I medici ora che gli avevo detto cosa avevo erano tutti certi che dovevo farmi un annetto o due sotto ssri (paroxetina o sertralina) abbinata llo xanax.
Logicamente pisciai tutto e iniziai a togliere una goccia al giorno tutti i giorni di xanax dal mio menu. Erano ormai 2o3 mesi che lo assumevo a dosaggi sempre più alti su consiglio dei vari eminenti del caso (non ho certezze in merito, la percezione del tempo-assieme a tante altre cose normali per una persona-grazie alla suddetta droga era pessima, mi è parso di fare un "badtrip" infinito) verso la fine feci un po fatica e iniziai a toglierne una ogni 2o3gg. Poi continuai per un periodo abbastanza prolungato a tenerlo in tasca, come se fosse la mia salvezza.
Nello stesso periodo iniziai a frequentare degli psicologi, uno lo bruciai su due visite 1 perchè era un idiota, 2 perchè da buon imprenditore ma un po troppo cristallino, mi aveva fatto intuire che la sua fortuna era la mia non totale guarigione. Presi una psicologa dell'ospedale. 3 o 4 visite e ciao, poi fu tutto impegno personale, impegno a ributtarsi nella vita, controllo della respirazione, affrontare tutti gli evitamenti, non mollare mai e "pensiero positivo".
Sono tornato come prima.
Percorso lungo, ma non è nemmeno da dire che ne vale la pena.
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  (#7)
Veleno Veleno Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 05:30 PM


Le testimonianze di Liborio e di Indio alle quali unisco la mia, sono la conferma lampante della fondamentale inutilità degli psicofarmaci.

Sebbene non abbia mai sofferto di problemi di ansia così gravi, diciamo che ho attraversato anche io le mie bufere, durante le quali sono stato iniziato su consiglio del medico di base, all'uso di queste porcherie, che ho preso senza naturalmente riscontrarne benefici apprezzabili, ancorchè per brevissimi periodi.
Poichè la sola idea di dipendere da quella roba mi ripugnava, ho deciso di prendere in mano la situazione facendo un serio lavoro su me stesso, ed è ciò che alla fine mi ha portato risultati concreti.
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  (#8)
PO-OL PO-OL Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 05:44 PM


Ma probabilmente la loro utilità l'hanno anche, semplicemente sono più i casi in cui non andrebbero usati rispetto a quelli in cui andrebbero usati (cosa anche abbastanza ovvia) mentre mediamente pare che vengano dati (e aggiungerei anche richiesti) con un po' troppa facilità.

Liborio e Indio hanno dimostrato nei loro racconti di essere in gamba perchè hanno scelto la via più faticosa ma che poi è anche l'unica che ti permette di uscire dai problemi. Troppo spesso invece il farmaco viene visto come la scorciatoia facile che però non porta da nessuna parte.
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  (#9)
LiborioAsahi LiborioAsahi Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 05:52 PM


Bè no, gran merito va a chi ti ha sostenuto quando davvero ne necessitavo.

Poi io ero davanti al bivio:
-continuiamo così(vita finita)
-pedalare


Non è che avessi una gran scelta (non concependo il suicidio come scelta di comodo, fino a che ci sarà qualcuno che ne rimarrebbe ferito)
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  (#10)
PO-OL PO-OL Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 06:01 PM


Credo che davanti al quel bivio ci si trovino tutti quelli che hanno questo tipo di problemi, anche se poi magari non è letteralmente un suicidio è comunque una non vita.
E poi non fare il modesto, su

Rimango comunque dell'idea che i farmaci possano essere davvero utili per chi ha subito dei traumi pesanti (che ne so, ti muore un figlio) ma in tutti gli altri casi per venirne fuori bisogna fare come avete fatto te e Indio.
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  (#11)
LiborioAsahi LiborioAsahi Non in Linea
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Predefinito 10-12-2012, 07:43 PM


Ma come palliativo iniziale le bz io le vedo utili.
Gli ssri sicuramente hanno un utilità anche loro.
Il problema è il loro uso smodato e ingiustificabile.
Il vero problema è che dovrebbero essere la spalla di una psicoterapia ben congegnata e di base. Nei casi in cui la psicot. non bastasse si potrebbe pensare d'affiancare uno psicofarmaco.
Qua si fa peggio che il contrario secondo me.
In italia siamo pieni di medici che screditano gli psicologi, psichiatri che scrivono solo delle ricette etc.
Ho avuto diversi amici/conoscenti con attacchi di panico (da quando li ho avuti io, neanche fossi contagioso) e quelli che hanno deciso di affidarsi ai farmaci...ora, dopo svariati anni, si affidano ai farmaci. Quasi tutti hanno migliorato la situazione, fatto sta che fanno una vita che io non ho accettato a priori. Ora quando hanno un problema ( che logicamente e scontatamente si manifesta con ansia/panico) provate a dire quando lo risolvono? Subito dopo l'assunzione di bz, se ci riescono.
Loro ne escono così, per insegnamento.
Io ho imparato a uscirne veicolando i miei pensieri, controllando il respiro, rilassandomi. Loro con le gocce e li capisco bene, erano diventati la mia unica speranza di salvezza quando conoscevo solo quella possibilità. Peccato che ero un vegetale di merda.


Fra le esperienze che mi hanno più segnato: uno dei miei migliori amici, per problemi di deprex si è affidato agli ssri, ormai saranno 6-7 anni che li assume. 160€ per 20 minuti dati "allo" psichiatra della mia città. Lui entra, gli viene chiesto come va, lui dice male e gli viene proposta una nuova cura o un farmaco da aggiungere.

Io non ho mai conosciuto una persona con questi problemi psichiatrici di "lieve" (termine scorretto ma per distinguerli da quelli che si sentono napoleone) entità che sia stata curata con gli psicofarmaci. Hanno solo guadagnato una dipendenza fisica o mentale, o entrambe.

In famiglia abbiamo avuto anche 2 e dico 2 effetti paradosso con la paroxetina, che se succedevano a me non c'era nessuno a fermarmi chissà cosa succedeva (perfortuna in casa sono il più grosso )
Anche a mia madre davanti all'incapacità di affrontare il lutto per sua madre le è stato messo in mano una bz. Dopo 2 gg che non si alzava dal letto se non per andare sul divano l'ho lanciata al vicino.
A me hanno provato a darmi del lexotan a 16anni perchè non mi piaceva andare a scuola ed era il periodo "delle rivolte". Prima lo facevi e basta, andavi contro perchè è normale passare determinate tappe di accettazione o meno, ora tentano di lessarti le cervella (cmq, per la cronaca, finimmo il boccettino in un paio di giorni in un parchetto, se mi devo fare male almeno che sia divertente ).
Per i lutti, per le bocciature, per i divorzi, per la non accettazione di se stessi, per tutti i momenti difficili...ma quello che mi chiedo io è: ma prima come si faceva? Era tanto peggio? A voi l'ardua sentenza.

Adesso mi sono un po perso a esprimere il mio rancore verso l'odierno abuso di queste forme medicinali. Non sono contro gli psico (come non sono contro ai fucili o all'energia nucleare) è come si usano che mi può far girare le palle.

Ultima Modifica di LiborioAsahi : 10-12-2012 07:45 PM.
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  (#12)
Veleno Veleno Non in Linea
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Predefinito 11-12-2012, 06:09 PM


Quoterei riga per riga se non fossi convinto che in realtà il problema sia più esteso e non riguardi soltanto la superficialità di certa classe medica ma l'intera cultura in seno alla società occidentale basata sull'idea del rimedio pronto, del tutto subito e senza impegno. Molti problemi si potrebbero risolvere semplicemente dedicando loro la giusta attenzione, ma questo richiede impegno, tempo, fatica, valori che ormai tutti abbiamo più o meno dimenticato. Più comodo impasticcarsi e illudersi che sia come curare il mal di pancia e aspettare soltanto che le pillole facciano effetto. Meglio impegnare il proprio prezioso tempo in cose più edificanti della conoscenza di se stessi, che so, in una sala scommesse, al bar, in discoteca, in un centro commerciale, in mezzo alla strada a tirar mattina...
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  (#13)
DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Predefinito 12-12-2012, 09:44 AM


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Originariamente inviato da Doc Visualizza Messaggio
Ogniuno è libero di credere quello che vuole, però detto questo non c'è più nulla da dire.
(...d' altronde secondo alcune fonti attendibili il virus dell' AIDS non esiste ed è tutto un complotto )
Nooo! E io che ero convinta che invece fosse una punizione per drogati e sodomiti...

Quote:
Originariamente inviato da Veleno Visualizza Messaggio
Quoterei riga per riga se non fossi convinto che in realtà il problema sia più esteso e non riguardi soltanto la superficialità di certa classe medica ma l'intera cultura in seno alla società occidentale basata sull'idea del rimedio pronto, del tutto subito e senza impegno. Molti problemi si potrebbero risolvere semplicemente dedicando loro la giusta attenzione, ma questo richiede impegno, tempo, fatica, valori che ormai tutti abbiamo più o meno dimenticato. Più comodo impasticcarsi e illudersi che sia come curare il mal di pancia e aspettare soltanto che le pillole facciano effetto. Meglio impegnare il proprio prezioso tempo in cose più edificanti della conoscenza di se stessi, che so, in una sala scommesse, al bar, in discoteca, in un centro commerciale, in mezzo alla strada a tirar mattina...
Insomma, il famoso si stava meglio quando si stava peggio. Per lo stesso principio, facciamoci anche cavare i denti senza anestesia, sbarazziamoci degli elettrodomestici e dei veicoli a motore, e magari torniamo a vivere nelle caverne. No grazie, non fa per me.

Secondo me i problemi che si possono risolvere "con la giusta attenzione" o la conoscenza di se stessi non sono gli stessi che si curano con gli psicofarmaci. Forse, con "la giusta attenzione" non si sarebbero mai instaurati, ma questo rientra nell'imponderabile, un po' come dire "se mi fossi coperto di più forse non avrei preso l'influenza".
Anzi, la mia impressione è che più ci si conosce peggio si sta, e ammetto di avere una certa invidia per chi sta bene gironzolando per centri commerciali e tirando mattina in mezzo alla strada senza farsi troppe domande (non per chi sputtana soldi nelle sale scommesse, ma infatti anche questo comportamento spesso arriva al patologico).

Ribadisco che io non mi considero una miracolata dagli psicofarmaci (e non lavoro per nessuna casa farmaceutica ), però noto una pesante diffidenza e discriminazione verso questi farmaci, che è poi discriminazione verso i disturbi mentali (non che sia una novità, esiste da sempre, ma mi stupisce che sia ancora così radicata).
In sostanza: chi ha un male fisico, meglio se dovuto a una causa organica documentabili, ha il diritto di curarsi per soffrire di meno, ma se si ha un disagio mentale, qualunque esso sia, non si ha lo stesso diritto. Perchè tanto il male non si vede, e non risulta dalle analisi quindi "è tutto nella tua testa". Perchè "è solo questione di impegno e volontà", e chi sta male in realtà preferisce soffrire, e sfruttare il suo stato per tutta una serie di invidiabili vantaggi nella vita relazionale . Perchè per qualche motivo a me incomprensibile si pensa ancora che la sofferenza serva a qualcosa, forse a scontare dei peccati, o forse a renderci più saggi, più tolleranti, più altruisti (secondo me invece è più probabile il contrario).

Non è il mio modo di pensare, e questo a prescindere dal fatto che io stessa abbia problemi di umore. Secondo me si dovrebbe cercare di stare il meglio possibile con ogni mezzo, e il compito della medicina è ridurre la sofferenza. Capisco molto di più la diffidenza dovuta a esperienze decisamente negative, come quella di Indio, che il preconcetto a priori.
Ovviamente, se uno è risucito a ritrovare la serenità senza farmaci, fa benissimo a non usarli, ci mancherebbe. Ma non concordo sulla demonizzazione, e sul considerarli in qualche maniera peggiori di tutti gli altri farmaci.
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  (#14)
PO-OL PO-OL Non in Linea
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Beh il discorso è paragonabile a chi, al minimo dolorino, si imbottisce di antidolorifici.

Comunque quello che mi colpisce di te è questa ricerca spasmodica di farmaci che, dal tuo punto di vista, potrebbero risolvere tutti i tuoi problemi.
Una frase emblematica è questa

Quote:
Ehh, il bupropione. Io vorrei provarlo, stando a quel che ho letto in merito, perchè credo che potrebbe fare al caso mio più di altre molecole
Ne parli come si può parlare di una tipologia di allenamento, come dire, "Ehh, il boot camp. Io vorrei provarlo, stando a quel che ho letto in merito, perchè credo che potrebbe fare al caso mio più di altre modalità di allenamento". Con una leggerezza disarmante...
In ogni 3d in cui si parla di queste cose spunti come un funghetto anzi, quasi solo in questi.

Scusa ma tu che competenze hai per decidere cosa provare e cosa no? Neanche Doc si sbilancia in consigli, vuoi perchè non è il suo campo specifico o vuoi perchè prima di prescrivere un farmaco va seguito un preciso protocollo.
E poi c'è una certa dissonanza tra questo interesse verso i farmaci e la convinzione che gli psichiatri, cioè la figura che dovrebbe avere le competenze per prescriverteli, siano bene o male tutti incompetenti.

Dici che bisognerebbe cercare ogni mezzo per stare bene, beh, anche chi si attacca alla bottiglia probabilmente la pensa come te ma se uno è insoddisfatto della sua vita non è certo l'alcool o altre sostanze a migliorare la situazione. Al massimo non ti ci fanno pensare.
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  (#15)
DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Infatti io non biasimo neanche chi prende un antidolorifico per un "minimo dolorino", perchè non posso quantificare il male altrui. Onestamente faccio molta più fatica a capire chi dice che non prende farmaci neppure quando sta male, ma rispetto le loro idee.

Sul resto c'è un equivoco di fondo. Io non credo affatto che ci sia un farmaco che possa risolvere tutti i miei problemi, l'ho anche scritto in un post precedente. Però non ho perso la speranza che ci sia un farmaco che mi possa fare stare meglio di quanto sto in certi momenti (che dovrei fare invece? Buttarmi dal decimo piano?)

Non ho nemmeno mai scritto che gli psichiatri siano tutti incompetenti. Ho detto che ho poca fiducia nella psicoterapia senza farmaci, e che per quel poco che ho provato non mi è servita a niente. Ma se devo dirti la verità anche il mio medico curante me l'ha sconsigliata, e io invece di lui mi fido molto. L'altra cosa che ho detto è che è difficile trovare un medico disposto a instaurare il tipo di rapporto che vorrei io, ma questo non significa essere incompetenti.

Certo io sono molto spregiudicata su questi argomenti, e non solo per "disperazione"; è un campo che mi affascina e mi incuriosce molto, tanto che fra i miei motivi di insoddisfazione c'è anche quello di avere sbagliato mestiere.
Ma a parte quello, non ci vedo niente di strano nel desiderare di provare una cura diversa. Sinceramente, mi sembra che ogni persona che sta male se la prima cura non fa effetto (o non fa più effetto nel tempo) desideri provarne un'altra.

Non so, mi sembra che siano cose così ovvie.... Riformulo la domanda: se tu avessi un'infezione, e il primo antibiotico non la manda via, non penseresti che forse ce ne vuole un altro?
E' questo ostinarsi a pensare che la depressione sia una cosa completamente diversa dalle altre malattie che io invece non riesco a capire.

Poi non devi fraintendere. In un giorno come oggi, il mio umore è normale e non ho quella spossatezza e quella tristezza opprimenti che mi fanno stare male, per cui non sarei curiosa di provare nessun farmaco. Ma quando stai veramente male e non vedi vie di uscita, la priorità è uscire da quello stato e la prospettiva cambia.

Al di là di tutti i discorsi moralistici, il paragone con l'alcol e le droghe non regge perchè l'alterazione che comportano è disfunzionale per altri aspetti, mentre l'obiettivo del farmaco non è quello di farti vivere in un mondo dorato distaccato dalla realtà, ma fornirti uno scudo sufficiente per affrontare la realtà e adeguartici con minor fatica.
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