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Medicina e Farmacologia Medicina generale e farmacologia.
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All the Truth Member
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Data registrazione: Aug 2009
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![]() SSRI-ansia depressione fobie;Esperienze e riflessioniInfatti io non biasimo neanche chi prende un antidolorifico per un "minimo dolorino", perchè non posso quantificare il male altrui. Onestamente faccio molta più fatica a capire chi dice che non prende farmaci neppure quando sta male, ma rispetto le loro idee. Sul resto c'è un equivoco di fondo. Io non credo affatto che ci sia un farmaco che possa risolvere tutti i miei problemi, l'ho anche scritto in un post precedente. Però non ho perso la speranza che ci sia un farmaco che mi possa fare stare meglio di quanto sto in certi momenti (che dovrei fare invece? Buttarmi dal decimo piano?) Non ho nemmeno mai scritto che gli psichiatri siano tutti incompetenti. Ho detto che ho poca fiducia nella psicoterapia senza farmaci, e che per quel poco che ho provato non mi è servita a niente. Ma se devo dirti la verità anche il mio medico curante me l'ha sconsigliata, e io invece di lui mi fido molto. L'altra cosa che ho detto è che è difficile trovare un medico disposto a instaurare il tipo di rapporto che vorrei io, ma questo non significa essere incompetenti. Certo io sono molto spregiudicata su questi argomenti, e non solo per "disperazione"; è un campo che mi affascina e mi incuriosce molto, tanto che fra i miei motivi di insoddisfazione c'è anche quello di avere sbagliato mestiere. Ma a parte quello, non ci vedo niente di strano nel desiderare di provare una cura diversa. Sinceramente, mi sembra che ogni persona che sta male se la prima cura non fa effetto (o non fa più effetto nel tempo) desideri provarne un'altra. Non so, mi sembra che siano cose così ovvie... ![]() E' questo ostinarsi a pensare che la depressione sia una cosa completamente diversa dalle altre malattie che io invece non riesco a capire. Poi non devi fraintendere. In un giorno come oggi, il mio umore è normale e non ho quella spossatezza e quella tristezza opprimenti che mi fanno stare male, per cui non sarei curiosa di provare nessun farmaco. Ma quando stai veramente male e non vedi vie di uscita, la priorità è uscire da quello stato e la prospettiva cambia. Al di là di tutti i discorsi moralistici, il paragone con l'alcol e le droghe non regge perchè l'alterazione che comportano è disfunzionale per altri aspetti, mentre l'obiettivo del farmaco non è quello di farti vivere in un mondo dorato distaccato dalla realtà, ma fornirti uno scudo sufficiente per affrontare la realtà e adeguartici con minor fatica. |
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(#2)
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All the Truth Member
Messaggi: 6,442
Data registrazione: Jun 2007
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Età: 52
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E per questo elementare motivo il farmaco non la guarisce in nessun caso, ma ne tampona soltanto gli effetti. Perchè la medicina, quando si tratta di curare la mente, si rivela una scienza ancora chiusa su posizioni retrograde e primordiali. E parte, a mio parere, da presupposti totalmente erronei, o quantomeno incompleti. Pensare che siccome "siamo nel duemila", invece di faticare su se stessi "alla vecchia maniera" è giusto cercare il farmaco più adatto "perchè se no a che serve il progresso", risponde esattamente a quella mentalità alla base del circolo vizioso di cui parlavo poco sopra, e che ravviva il mercato dei farmaci e delle prescrizioni facili dando al paziente l'illusione di fare qualcosa. Anche la scarsa o inesistente sinergia tra medici di base/psichiatri e psicologia/terapìe olistiche testimonia l'atteggiamento snob che viene comunemente assunto dai professionisti che evidentemente più attenti al negazionismo, all'ego e alla carriera che al reale benessere del paziente, purtroppo non mettono a sua disposizione la gamma di informazioni più completa ed imparziale sulla base della quale il paziente possa decidere il metodo di cura più appropriato per se stesso. Hai una depressione? Sciroppati l'ultima molecola. Fine del consulto. Non ha funzionato? Aumentiamo il dosaggio. Non ha funzionato? Cambiamo molecola. Fine delle possibilità. Del resto perchè rimettere in discussione la vita del paziente... Chi soffre ha tutto il diritto a stare meglio. Se si tratta di una polmonite fa bene a cercare il farmaco migliore. Se si tratta di una depressione, saltarne a piè pari le vere cause, quelle che stanno al di là della serotonina latitante, e che si sono instaurate in anni di "imprinting", significa non volersi realmente impegnare a stare meglio ma soltanto illudersi di farlo. Pensare che la guarigione sia semplicemente "compito della medicina" equivale ad avere i paraocchi, e belli grossi. Ognuno comunque è libero di fare come crede: può stare alla finestra aspettando che il marketing farmaceutico annunci prima o poi proprio la molecola che stava aspettando, o può muovere il culo da subito, e lavorare su se stesso con un ritorno immenso oltre che in termini di benessere, anche in termini di crescita individuale, saggezza ed equilibrio interiore; tutte cose che nessun farmaco potrà mai dare. |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Feb 2011
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Certo che si ma mica mi metterei a cercare su internet quale antibiotico prendere, andrei da un medico e se questo non è in grado di aiutarmi andrei da un altro. Ma di sicuro la soluzione non la cercherei su un forum, piuttosto chiederei a doc se posso andarlo a trovare per sottoporgli il mio caso (dietro compenso, ovviamente ![]() Da come scrivi tu traspare quasi una passione e il fatto che volevi fare il dottore non mi sembra una scusante che regge, sinceramente. Poi bisognerebbe anche capire come me la son presa questa infezione, altrimenti è inutile. E sempre per rimanere in tema con l'esempio, la resistenza agli antibiotici non è certo una cosa che ho inventato io. Affrontare la realtà è una cosa, adeguarsi è un altra. Non che la seconda sia sbagliata a prescindere, sono il primo a sostenere che i vari slogan da film anni 80 "se ti impegni ce la fai, sei un campione" sono boiate assurde ma quanto meno bisognerebbe provarci o farsene una ragione. Se il farmaco è la condizione sine qua non per stare bene allora non è molto diverso dalla bottiglia, è questo che volevo dire. E' chiaro che a volte ammettere a se stessi certe cose può essere molto doloroso, però se non lo si fa non si potrà mai riuscire a farsene una ragione. Adeguarsi non è dire: "ok, sto una merda, prendo questo è sto decentemente". Al massimo è dire: "ok, nella mia vita ho fatto questi errori, posso rimediare solo su questi altri, mi rimarrà sempre il dolore per non aver fatto determinate scelte ma cerco di farmene una ragione". |
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All the Truth Member
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Data registrazione: Jun 2007
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Età: 52
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![]() Vorrei sottolineare che qui non c'è nessuno "slogan anni '80". C'è solo da prendere coscienza che la volontà di cambiare è il cardine della guarigione. Se non si capisce questo, non si può affrontare alcuna discussione esaustiva sull'argomento. La propensione a scegliere la via del farmaco (o qualsiasi altra scorciatioia) denota semplicemente che questa volontà manca. Perchè, comprensibilmente, tra una via faticosa ed una più semplice, chiunque sceglierebbe la seconda. Sostenere che "la volontà non basta", che "cambiare è difficile", che "tanto se non lo hai vissuto non puoi capire" ecc, non sono altro che forme di difesa a giustificazione del proprio immobilismo, che si possono smascherare semplicemente chiedendo alla persona quali cambiamenti in concreto abbia fatto per uscire dal problema...domanda che sovente coglie impreparati perchè la persona è in qualche modo convinta che la semplice autocommiserazione dovrebbe essere sufficiente a smuovere qualche recondita energia dell'universo che provveda a risolvere la sua situazione senza sforzo... |
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(#5)
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All the Truth Member
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![]() Non mi riferivo direttamente al tuo post, che devo dire che in linea generale condivido. Semplicemente la vita non è così semplice e ci sono cose che uno non può cambiare, per quanto si impegni, perchè sono così e basta. Questo non è per contraddire in toto quanto hai detto ma per non farla un po' troppo facile. E non vuol dire neanche che sto sostenendo l'immobilismo, semplicemente, per fare un esempio banale (ma che forse non lo è) se uno capisce a 50 anni che voleva fare il dottore e che il suo lavoro gli fa schifo che fa, torna sui libri? Tutt'al più, visto l'andazzo, deve considerarsi fortunato ad averne uno. Tu dirai... è un esempio piuttosto stupido che non dovrebbe portare alla depressione. Ok. Allora facciamone uno di maggiore spessore, se uno a 50 anni non è riuscito ad avere dei figli e questo lo porta a soffrire e a cadere in depressione che fa? Non su tutto abbiamo il potere di agire. Questo però non significa che ci si debba imbottire di farmaci per sopperire al dolore latente che ci porta sbalzi d'umore, depressione inspiegabile, periodi neri e quant'altro, sia chiaro. |
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(#6)
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All the Truth Member
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Data registrazione: Jun 2007
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Età: 52
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![]() Comprendo il tuo discorso PO-OL. Ma per cambiamento, io non intendo tanto una trasformazione nel senso "esteriore" del termine, ma più propriamente, del proprio modo di pensare. Trovo il tuo esempio in tal senso, molto appropriato: ci sono situazioni che materialmente non possiamo cambiare, come quelle da te indicate, ovvio, ma possiamo comunque cambiare il nostro modo di viverle, la prospettiva dalla quale le inquadriamo. La vita insegna che ci sono persone capaci di mantenere una serenità ed un equilbrio impensabili anche nelle situazioni personali e sociali più tragiche, ed al contrario, persone che trascorrono la vita a deprimersi per futilità estreme: dovrebbe far pensare quantomeno al fatto che l'approccio mentale sia una discriminante come minimo fondamentale... |
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(#7)
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All the Truth Member
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Io di medici ne avevo consultati una decina in 7-8 mesi senza risolvere, e a quel punto sono stati i miei genitori a insistere sullo psichiatra, perchè io, come poi il 99% delle persone con un certo tipo di problemi, ero sicurissima che A ME non servisse. Però in effetti bene non stavo, ed ero a terra, così quando mi ha proposto il farmaco ho pensato che tanto valeva provare, anche se non ero neppure convinta della sua diagnosi. Magari sarei stata meglio anche senza, ma forse ci avrei messo molto più tempo. Poi non è che gli SSRI siano delle specie di allucinogeni che ti impediscono di vedere le cose come stanno o di guardare dentro te stesso e fare quel tipo di lavoro di cui parla Veleno. Anche secondo me adeguarsi significa fare il ragionamento che porti ad esempio tu. Il problema è che non tutte le persone riescono a farlo su tutti gli ambiti della vita e a convincersene davvero, e in certi casi, il farmaco aiuta proprio a fare quello. |
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(#8)
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All the Truth Member
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Diciamo che mi ha un po' colpito questo forte interesse e in particolar modo quella frase che ho quotato prima. Poi vedi tu se rifletterci o se semplicemente sono io che interpreto male. |
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(#9)
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All the Truth Member
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Cambiare i propri schemi mentali è indiscutibilmente competenza della psicoterapìa. |
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