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Meditazione Mens sana in corpore sano - La meditazione come metodo per migliorare le prestazioni sportive

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ebbubba ebbubba Non in Linea
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Predefinito Meditazioni su intenzioni e impulsi - 03-02-2009, 05:41 PM

Meditazioni su intenzioni e impulsi


La consapevolezza negli impulsi e nelle intenzioni è una pratica meditativa molto utile, e trova i suoi oggetti praticamente perennemente disponibili, di fatto tutti noi siamo preda di intenzioni e impulsi, poiché sono parte naturale dei nostri processi fisici e mentali.
A cosa può servire meditare su impulsi e intenzioni?
Immaginate di poter controllare al meglio le pulsioni che si manifestano dentro di voi, pensate come state prima di salire su un ring, su un palco per un contest, sulla panca piana o al rack per lo squat prima di un massimale.
Nello sport, sebbene l’importante sia partecipare e non vincere, è meglio darsi ogni possibilità in più, e mi sembra che pure la vita di tutti i giorni ci richieda molto impegno per sostenere ritmi lavorativi, studio, stress da traffico, quieto vivere con il partner, la famiglia, i vicini ecc ecc.
La volete questa riserva di energia in più?
Allora iniziamo pure la meditazione di consapevolezza sugli impulsi o sull’intenzioni.
Facciamo l’esempio che vogliate alzarvi dal PC per andare a prendere un bel bicchiere d’acqua.
Notate il pensiero che nasce, dovrebbe essere qualcosa tipo”che sete, vado a bere” ma non è detto che sia espresso in parole, a volte sentite solo la spinta che nasce dentro di voi, quella sorta di vibrazione volitiva che come un onda nasce in un certo momento, si solleva, si infrange sulla riva della vostra mente, attivando una serie di sensazioni, da quella di sentire nella gola l’arsura della sete, a quella della contrazione dei muscoli delle gambe che si preparano a sollevarvi dalla sedia. Proprio questa spinta è il vostro oggetto di contemplazione .
Se sorge il pensiero descrittivo “che sete, vado a bere” prendetene nota , notate che nasce, dura un po’, cessa . Passo interessante successivo sarebbe indagare dove è nato, dove è durato, dove è andato, visto che se lo cercate non lo trovate più, è solo un ricordo, veleggia lontano verso il passato.
Osservate adesso il movimento corporeo mentre andate a bere, annotate mentalmente il progressivo tendersi e contrarsi dei muscoli che vi portano verso il bicchiere, lo riempite, prendete da bere ecc ecc
Questa meditazione è molto simile a quella sul cibo, ma l’enfasi qui è posta sullo stimolo, più che sulle sensazioni.
Ogni volta che nasce un impulso durante il percorso voi lo annotate , lo osservate, lo indagate, essendo consapevoli della sua esistenza, guardandolo come testimoni, senza giudicare
Sento l’impulso di alzarmi
Sento l’impulso di muovermi verso la cucina, sento l’impulso di prendere Quel bicchiere e non Questo .
Sento l’impulso di riempirlo fino all’orlo
Ecc ecc.
Allenare la consapevolezza sull’impulso e sulle intenzioni porta con la pratica a acquisire una mente più calma, più pacifica, più felice. Se siete nelle condizioni appena descritte avrete la riserva di energia in più di cui parlavo prima, non avendola impiegata a imprecare contro il mondo intero .
E questa meditazione vi porta pure ad integrare un pò di liquidi se usate l’esempio precedente e vi andate a bere un bel bicchierone fresco di acqua , che vi fa bene.
Buona meditazione a tutti.
Con metta
ebbubba


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manakei manakei Non in Linea
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Predefinito 03-02-2009, 06:41 PM


Non vorrei passare per bastian contrario ebubba però noto una contraddizione di fondo tra questo post sulla meditazione ed i precedenti che ho letto.
Nei primi si sottolinea (non scrivo "sottolinei" perchè mi riferisco anche alla meditazione di Zane) l'importanza di essere indulgenti con se stessi quando ci si inizia alla pratica della meditazione, nello specifico si mette in guardia il neofita dal non giudicarsi se ad esempio si sbaglia a contare i respiri, oppure se la mente non si svuota ecc. Sebbene nutra riserve anche riguardo a questo (essere più indulgenti con se stessi meno ipercritici andrebbe stimolato in tutti e sempre non solo durante la meditazione...qui mi fermo è un altro discorso) lo trovo cmq positivo, mentre ora descrivi una pratica che potrà avere si vantaggi contingenti ma stimola ad essere troppo, a mio parere, ossessivamente critici con se stessi. Critici nel senso di osservare minuziosamente il proprio pensiero. L'ipercritica è figlia di un superio troppo invadente ed alimentando lei si va ad gratificare il sè luciferino (leggasi narcisismo luciferino contrapposto al sano narcisismo).
E' chiara la dinamica oppositiva tra questo metodo e gli altri?
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Predefinito 03-02-2009, 07:34 PM


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Originariamente inviato da manakei Visualizza Messaggio
Non vorrei passare per bastian contrario ebubba però noto una contraddizione di fondo tra questo post sulla meditazione ed i precedenti che ho letto.
Nei primi si sottolinea (non scrivo "sottolinei" perchè mi riferisco anche alla meditazione di Zane) l'importanza di essere indulgenti con se stessi quando ci si inizia alla pratica della meditazione, nello specifico si mette in guardia il neofita dal non giudicarsi se ad esempio si sbaglia a contare i respiri, oppure se la mente non si svuota ecc. Sebbene nutra riserve anche riguardo a questo (essere più indulgenti con se stessi meno ipercritici andrebbe stimolato in tutti e sempre non solo durante la meditazione...qui mi fermo è un altro discorso) lo trovo cmq positivo, mentre ora descrivi una pratica che potrà avere si vantaggi contingenti ma stimola ad essere troppo, a mio parere, ossessivamente critici con se stessi. Critici nel senso di osservare minuziosamente il proprio pensiero. L'ipercritica è figlia di un superio troppo invadente ed alimentando lei si va ad gratificare il sè luciferino (leggasi narcisismo luciferino contrapposto al sano narcisismo).
E' chiara la dinamica oppositiva tra questo metodo e gli altri?
innanzi tutto ti ringrazio per la risposta e per l'attenzione con la quale segui questa sezione.
per quanto riguarda il non giudicarsi mi aotoquoto :
Ogni volta che nasce un impulso durante il percorso voi lo annotate , lo osservate, lo indagate, essendo consapevoli della sua esistenza, guardandolo come testimoni, senza giudicare
come vedi l'ho scritto anche qui in questo post, all'incirca alla ventesima riga , e mi spiace se per caso non l'ho scritto esplicitamente prima , ma il non appiccicarsi etichette negative è fondamentale nella vita di tutti i giorni, certamente anche fuori dalla meditazione.
Ma è pure vero che dobbiamo avere una certa attenzione nei comportamenti mondani ( leggi durante la vita di tutti i giorni),dato che se vogliamo evitare di giudicarci in maniera negativa dovremmo evitare di fare cose che possano essere nocive per noi e gli altri.
Essendo questa sezione una sezione laica, non mi sento di fare un discorso etico nei post sulla meditazione , ma stavolta lo faccio dato che la pratica morale(Sila) è il primo passo per un Buddhista per poter avere i massimi benefici dalla meditazione.
Ogni mattina prendo i 5 precetti che fanno parte di Sila per i laici

non danneggiare volontariamente nessun essere vivente.

non appropriarti di niente che non sia offerto liberamente ( non rubare)

non avere un atteggiamento sessuale scorretto ( non tradire la propria compagna )

non usare parole false, violente, offensive verso gli altri

non assumere sostanze intossicanti che possano rendere la mente meno lucida

vedi che però questo esula dall'obbiettivo per cui la sezione nasce, poichè in questo mezzo abile che è il forum debbo fornire strumenti laici che servano a tutti.

Dici che :stimola ad essere troppo, a mio parere, ossessivamente critici con se stessi. Critici nel senso di osservare minuziosamente il proprio pensiero.
ti rispondo copincollando:

prendetene nota , notate che nasce, dura un po’, cessa . Passo interessante successivo sarebbe indagare dove è nato, dove è durato, dove è andato, visto che se lo cercate non lo trovate più, è solo un ricordo, veleggia lontano verso il passato

non c'è giudicare quindi , è solo notare ;essere testimoni senza giudizi, consapevoli osservatori nel qui ed ora di quello che accade, senza giudicare

lungi da me l'ipercritica, e se mi segnali dove nel post possa avere dato tale impressione corro subito a correggere, perchè l'enfasi di tutto questa meditazione sulle intenzioni e sugli impulsi è incentrta su due qualità che si chiamano " chiara comprensione" ( Sampajañña)e " consapevolezza"( sathi)
applicando queste due qualità nelle attività di tutti i giorni, puoi osservare ( senza giudicare colui che osserva ) il lavoro che fa la mente, quindi in questo modo pacificarla,e questo si richiede da qualunque tecnica meditativa,lasciando scorrere i dhamma(i fenomeni) che si creano nella mente e notando che tutto nella mente tutto fa parte di queste tre categorie: è impermanente, non ha un se eterno e duraturo, non ha un se soddisfacente di per se .
L'ipercritica superio troppo invadente ed alimentando lei si va ad gratificare il sè luciferino
Sono daccordo, io infatti sono Buddhista , e non credo in un Io eterno, permanente, soddisfacente (la dottrina buddhista afferma che c'è anatta o anatmanche significa non sé, e che non esiste atta o atman che significa sè, nel senso di sè eterno e duraturo)
spero con queste spiegazioni di aver chiarito i tuoi dubbi e grazie a te anche quelli di chi leggerà questo post.
con metta
ebbubba

Ultima Modifica di ebbubba : 03-02-2009 08:03 PM.
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manakei manakei Non in Linea
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Predefinito 03-02-2009, 09:45 PM


Per quanto sia difficile capirsi parlando due idiomi distinti (quello del buddismo e quello della psicanalisi) inizio a comprendere dove i nostri pensieri si incontrano e dove divergono.
Ti riquoto "Ogni volta che nasce un impulso durante il percorso voi lo annotate , lo osservate, lo indagate, essendo consapevoli della sua esistenza, guardandolo come testimoni, senza giudicare..."
Probabilmente ho usato la parola "critica" impropriamente riferendomi ai concetti in rosso che però nella mia visione delle cose sono perfettamente riconducibili ad un superio troppo presente, invadente, frutto di una componente ipercritica che è stata fatta oggetto interno...(sminuendo il concetto: uno si misura ossessivamente perchè i suoi genitori non gliene passavano una...per paura di essere punito o abbandonato inizia a misurarsi lui fin nei pensieri per non compiere un passo falso. E' fin troppo riduttivo come meccanismo ma altrimenti dovrei dare per scontata la conoscenza di teorie non proprio popolari). In blu aggiungi la parolina magica: "consapevolezza"! Qui siamo perfettamente sintonici, non lo siamo nel dare per scontato che chiunque possa essere consapevole nel momento in cui segue le indicazioni. Adoro nei tuoi scritti quando usi la perifrasi "qui e ora" perchè attraverso strade distinte ci dirigiamo verso la stessa direzione solo che gli assunti di base ci fanno divergere: pochi pochissimi a mio modo di vedere hanno la possibilità di raggiungere il qui e ora della consapevolezza e uno o due di stare nel vuoto dell'essere senza un maestro che lo liberi da se stesso (anche sull'atman ci incontriamo, anche se suona contraddittorio visto che io credo nel se come frammento dell'universo che sta dentro ogni singolo individuo, animale, cosa, ecc.). Per me non basta pensare di essere consapevoli per esserlo e non basta suggerirlo perchè chiunque possa guardare dentro di se (o guardare i propri pensieri se preferisci) in piena consapevolezza, che reputo tra l'altro fondamentale per fruire appieno della meditazione e della vita.
Come dicevo all'inizio penso proprio che le nostre strade siano distinte ma non distoniche. Gli attriti si formano più per incomprensioni lessicali e per l'impossibilità di sviscerare certi concetti in questa forma cioè nel forum!
Grazie per questo confronto!
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Per quanto sia difficile capirsi parlando due idiomi distinti (quello del buddismo e quello della psicanalisi) inizio a comprendere dove i nostri pensieri si incontrano e dove divergono.
Ti riquoto "Ogni volta che nasce un impulso durante il percorso voi lo annotate , lo osservate, lo indagate, essendo consapevoli della sua esistenza, guardandolo come testimoni, senza giudicare..."
Probabilmente ho usato la parola "critica" impropriamente riferendomi ai concetti in rosso che però nella mia visione delle cose sono perfettamente riconducibili ad un superio troppo presente, invadente, frutto di una componente ipercritica che è stata fatta oggetto interno...(sminuendo il concetto: uno si misura ossessivamente perchè i suoi genitori non gliene passavano una...per paura di essere punito o abbandonato inizia a misurarsi lui fin nei pensieri per non compiere un passo falso. E' fin troppo riduttivo come meccanismo ma altrimenti dovrei dare per scontata la conoscenza di teorie non proprio popolari). In blu aggiungi la parolina magica: "consapevolezza"! Qui siamo perfettamente sintonici, non lo siamo nel dare per scontato che chiunque possa essere consapevole nel momento in cui segue le indicazioni. Adoro nei tuoi scritti quando usi la perifrasi "qui e ora" perchè attraverso strade distinte ci dirigiamo verso la stessa direzione solo che gli assunti di base ci fanno divergere: pochi pochissimi a mio modo di vedere hanno la possibilità di raggiungere il qui e ora della consapevolezza e uno o due di stare nel vuoto dell'essere senza un maestro che lo liberi da se stesso (anche sull'atman ci incontriamo, anche se suona contraddittorio visto che io credo nel se come frammento dell'universo che sta dentro ogni singolo individuo, animale, cosa, ecc.). Per me non basta pensare di essere consapevoli per esserlo e non basta suggerirlo perchè chiunque possa guardare dentro di se (o guardare i propri pensieri se preferisci) in piena consapevolezza, che reputo tra l'altro fondamentale per fruire appieno della meditazione e della vita.
Come dicevo all'inizio penso proprio che le nostre strade siano distinte ma non distoniche. Gli attriti si formano più per incomprensioni lessicali e per l'impossibilità di sviscerare certi concetti in questa forma cioè nel forum!
Grazie per questo confronto!
bellissimo intervento, veramente profondo, pieno di spunti e di aperture che danno la possibilità di riflettere ed arricchirsi, notanto che molto spesso siamo distinti, ma non distanti, di guardare oltre la sfera che possiamo esperire tramite sensi che sono , per nostra natura, limitati e spesso limitanti.
Certo, il canto delle sirene è allettante, per questo dobbiamo o proteggerci le orecchie o "legare " il capitano ( la mente) all'albero maestro della consapevolezza( in senso buddista della parola, cioè dell'essere "coscienti intuitivamente" , non ho una traduzione migliore di insight ),e quello può avvenire solo nell'istante presente, nel qui ed ora , proprio come dicevamo prima, cosa che ambedue vedo che affermiamo come unica possibilità, vivendo un istante alla volta ;
Mi sento di condividere in pieno , fra le tante,soprattutto questa frase :
pochi pochissimi a mio modo di vedere hanno la possibilità di raggiungere il qui e ora della consapevolezza e uno o due di stare nel vuoto dell'essere senza un maestro che lo liberi da se stesso
grazie e te di questi tuoi scritti, continua a scrivere, e se puoi , se vuoi porta pure altri tuoi contributi con le tue esperienze meditative, come hai già fatto con il tuo post sulla meditazione Thai Chi; sarebbe bello aggiungere più tecniche possibili per aiutare gli utenti di FU. Ognuno poi trova la sua strada,quella più congeniale, basta che sia quella giusta per lui.
Lo zoppo che segue la via giusta,arriva prima del corridore che sbaglia strada. ( Bacone)
con metta e tanta gratitudine
ebbubba
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manakei manakei Non in Linea
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Predefinito 03-02-2009, 10:13 PM


Insomma il mio intervento è stato per mettere in guardia dal "richiamo delle sirene".
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