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Medicina e Farmacologia Medicina generale e farmacologia.
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All the Truth Member
Messaggi: 11,284
Data registrazione: Sep 2009
Località: Lombardia
Età: 58
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![]() SSRI-ansia depressione fobie;Esperienze e riflessioniQuote:
Se aspetti che la psicologia (?) ottenga gli stessi risultati, se li ottiene, i tempi sono talmente lunghi che nel frattempo i figli sono diventati grandi e non lo riconoscono neanche più, si è separato dalla moglie e ha perso il lavoro (poi non so se è facile uscire da una depressione). E' bello essere sofistici dicendo che gli effetti della terapia farmacologica sono fasulli, che si deve andare alle cause con la psicologia; anche ammesso che sia vero e fondamentalmente non lo è, prima bisogna salvare la vita del paziente (vita intesa anche come qualità di vita), poi ci si può permettere il lusso di fare tutte le altre cose più o meno inutili. |
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(#2)
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All the Truth Member
Messaggi: 1,464
Data registrazione: Jan 2011
Località: Taurano (av)
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Quando ho risposto a Riccardo non ho citato come patrimonio genetico il sistema serotoninergico e adrenergico oltre al sistema nervoso simpatico e parasimpatico,proprio per non ritrovarci in questa situazione dove tu a causa mia e delle mie convizioni ti ritrovi in un fuoco incrociato( e come al solito noi continuamo a discutere ma chi ha posto la domanda non batte un colpo);oltre al fatto che non è possibile stabilire se ci sia effetivamente un deficit organico.La tua buona fede è innegabile ma secondo me ogni caso andrebbe valuatato in modo opportuno al di fuori dell'eredità genetica. Se una persona senza un evento specifico inzia da essere triste con crisi di pianto,e magari questo si protrae per un lungo periodo fino a compromettergli la qualità della vita,il farmaco potrebbe essere utile. Un'altra persona che ha subito un evento spiacevole inizia a rimuginarci sopra enfatizzandone le emozioni e i pensieri negativi per un periodo abbasatnza lungo,si può valutare se associare la terapia farmacologica a quella psicoterapeutica o solo una delle due. Mentre una terza persona che inizia a vivere una fase della sua vita in modo sbagliato,come ad esempio la vecchiaia o l'essere lasciato da una persona,se non lavora sull'accettazione di questi eventi ai voglia a somministrargli farmaci,come dice Veleno è come tentare di riempire un secchio bucato.Lo stesso vale per le fobie. Questo per dirti che non sono completamente contro gli psicofarmaci ma solo che l'asticella per il suo utilizzo e scesa moltissimo rispetto al suo reale utilizzo necesssario. io purtroppo non mi fido delle varie assiociazioni mondiali e nazionali,Perchè prima che mettessero la scritto sul foglietto illustrativo avvertendo che l'impiego deglli ssri sui minori potesse portare a conseguenze irreversibili un bel pò di loro hanno dovuto togliersi la vita. Prima che un farmaco per il parkinsons fosse accusato di aver portato sull'astrico e alla rovina con il gioco d'azzardo un bel pò di gente ci ha rimesso tutto. GOLIA: Il morbo di Parkinson e gioco - Video Mediaset Non so come fai a dire che una psicoterapia è lunga o breve rispetto al farmaco ma avrai i tuoi motivi.Penso che una volta la medicina e la farmacologia erano la stessa cosa ma oggi non è più così,non si tratta di complotto ma della potenza del dio Denaro. |
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(#3)
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All the Truth Member
Messaggi: 6,442
Data registrazione: Jun 2007
Località: Non omologata
Età: 52
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Direi quindi, che non possano essere considerati di certo una terapìa ad azione rapida. Una psicoterapìa breve, mirata e ben impostata impiega circa lo stesso tempo e produce risultati straordinariamente superiori in termini di recupero della qualità della vita che non si limitano soltanto alla remissione dei sintomi, ma che permettono al paziente di IMPARARE a gestire emozioni e stati d'animo in maniera appropriata e per lui produttiva. Io non dico che gli psicofarmaci non funzionino: possono essere un aiuto significativo soprattutto nelle forme reattive, e in particolare, nella fase di "attacco" dove è necessario trovare un varco nel circolo vizioso in cui ristagna la malattìa, ma quando parliamo di forme depressive caratterizzate da una larga predominanza della componente psicologica come le distimìe ad esempio, o come talune reazioni post-traumatiche caratterizzate dalla persistenza di sentimenti ostili etero-autodistruttivi, allora diventa tutta un' altra storia, e lo psicofarmaco può ottenere soltanto risultati modesti, o parziali, perchè se non si RI-EDUCA la psiche del paziente (leggi capacità di cambiare prospettiva, di elaborare e di accettare gli eventi della vita percepiti come avversi), la prognosi resta tendenzialmente sfavorevole: se una persona ha maturato nel corso degli anni una visione pessimistica che lo porta a coltivare pensieri mesti, attraverso il farmaco potrà mitigare gli stati di angoscia, di ansia e irrequietudine che a questi pensieri eventualmente si accompagnano, ma resterà comunque un pessimista, perchè quello è l'unico modo che conosce di rapportarsi al mondo, e questo continuerà ad essere per lui causa di problemi. Allo stesso modo, se una persona coltiva un forte sentimento di ostilità nei confronti di una figura di riferimento, ad esempio un figlio prova odio nei confronti del genitore che lo ha abbandonato, difficilmente ci sarà per lui margine di miglioramento se non c'è disponibilità da parte sua ad elaborare detto sentimento... Che ci si creda o no, la nostra psiche può essere ri-educata, e spesso con MOLTO meno sforzo di quanto si possa pensare, e non solo attraverso la psicoterapìa. A volte intuizioni improvvise possono sbloccare situazioni congelate da anni e produrre benefici profondi già sul brevissimo termine, ma sono tutte cose comprensibili solamente se se ne fa direttamente l'esperienza, altrimenti restano soltanto "facili sofismi". |
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