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Acid Angel 08-07-2012 12:09 PM

"Costa molto essere autentiche, signora mia,
 
... e in questa cosa non si deve essere tirchie, perché una é più autentica quanto più assomiglia all'idea che ha sognato di se stessa."

Ecco con precisione la citazione di P. Almodovar che avevo riportato di fretta nell'altro thread. Avevo scritto "immagine" invece di "idea", e da lì sono partiti discorsi sul corpo.

In realtà io intendevo un concetto diverso, molto più ampio, e in seguito alla volontà di Veleno magari di discuterne in un thread dedicato, apro questa discussione.

Allora, dico la mia.

Una donna (nel mio caso) è più autentica, vera nella propria modalità di rapportarsi agli altri, se rispecchia il più possibile l'idea che rappresenta il suo sogno di serenità.
Se riesce a lavorare su di sé per essere veramente come vorrebbe essere, con se stessa e con il prossimo, abbattendo le sue paure, imparando a mettersi in discussione e ascoltando il prossimo come fonte di apertura mentale.

Cosa sogno io per me? Qual è l'idea di me che vorrei essere e quindi mostrare?

Diciamo che avere una certa forma fisica, per come sono fatta io, contribuisce a farmi stare meglio psicologicamente, alcune donne se ne fregano del sovrappeso (io però dato che c'è libertà di parola esprimo tutte le mie riserve riguardo alla verdicità statistica di questa affermazione. Devo ancora conoscerne una che si accetta con 5,10 kg di più, comunque esisteranno pure. Io non sono una di queste e anche accettare questo è conoscermi.), io no.

L'idea che ho sempre sognato di me stessa costituisce, a livello interiore e quindi più importante, un insieme di superamenti di una serie di difficoltà caratteriali che ho sempre avuto fino a un certo punto nella mia vita.
In pratica il mio sogno, il mio ideale, è un concetto di serenità a tutto tondo, nonché accettazione di certi angoli vivi che posso solo smussare, non togliere del tutto.

Oggi non sono autentica perché non mi sento bene con me stessa né dentro né, in parte fuori. Credo che mio compito sia fare di tutto su tutti i fronti per migliorare e cercare un equilibrio, l'equilibrio giusto per splendere in un certo senso.

L'autenticità secondo me va' di pari passo con la serenità interiore, con il realizzare i propri "sogni esistenziali e caratteriali" attraverso un percorso di crescita, senza per forza accettarsi così come si è, e senza lasciarsi andare nei momenti peggiori.

Questo penso io. E per quanto riguarda la mia persona, non baso tutto sull'immagine corporea, quella è una banale semplificazione da bar che offende la Vostra intelligenza anche solo ad accennarvi, però fa' parte del gioco; l'accettazione di ciò che non si può cambiare (nel mio caso l'ossatura delle caviglie grossa ad esempio, e i capelli lisci mentre a me piacerebbero afro, ma pace, così sono e così me li tengo, o gli occhi marroni) e la forza per cambiare ciò che è modificabile, perché la modifica di quelle cose è il taguardo dell'idea, del sogno.

Lo stesso vale per comportamenti e parti del carattere che ci inficiano la qualità della vita.

Veleno 08-07-2012 12:20 PM

Quote:

L'autenticità secondo me va' di pari passo con la serenità interiore, con il realizzare i propri "sogni esistenziali e caratteriali" attraverso un percorso di crescita, senza per forza accettarsi così come si è, e senza lasciarsi andare nei momenti peggiori.
L'autenticità va di pari passo con la serenità interiore.
Ma la serenità interiore NON dipende dalla realizzazione dei propri "sogni esistenziali", ma, paradossalmente, proprio dall'accettarsi fondamentalmente per quello che si è.

Quindi, dissento totalmente dall'assunto di partenza

una é più autentica quanto più assomiglia all'idea che ha sognato di se stessa.

PO-OL 08-07-2012 12:30 PM

Quote:

Originariamente inviato da Veleno (Scrivi 365206)
L'autenticità va di pari passo con la serenità interiore.
Ma la serenità interiore NON dipende dalla realizzazione dei propri "sogni esistenziali", ma, paradossalmente, proprio dall'accettarsi fondamentalmente per quello che si è.

Quindi, dissento totalmente dall'assunto di partenza

una é più autentica quanto più assomiglia all'idea che ha sognato di se stessa.



Stavo per dire la stessa cosa.

Sparo a caso, se secondo me l'uomo ideale è quello che si alza alle 5 di mattina, mangia bacon e uova, e poi va a cavalcare... ma a me piace alzarmi alle 11, guardare la tv e poi pranzare con la pizza non sarò mai sereno se seguo "quello che dovrebbe essere" rispetto a "quello che mi piace essere".

Comunque, se diamo credito alla psicologia, è dimostrato che certi modelli mentali impliciti non sempre sono innati ma il più delle volte sono costruiti socialmente, soprattutto nei primi anni di vita fino all'adolescenza.
Ad esempio, sempre secondo loro, se io da piccolo vedevo mio padre che si alzava alle 5 per cavalcare, probabilmente inconsciamente penserò che sia quello che fa l'uomo fico.

E se invece il sogno fosse non "come dovresti essere" perchè pensi che sia giusto così ma come saresti in automatico se non avresti nessuna rottura di palle, interna o esterna?

Veleno 08-07-2012 12:36 PM

In realtà non ci deve essere nessun sogno.
Siamo chi siamo, e siamo quello che siamo; ogni problema nasce quando decidiamo di ignorare questo fatto e ci imponiamo di essere "altro", fino a raggiungere in questo, proporzioni patologiche.

Acid Angel 08-07-2012 12:50 PM

E l'apertura al cambiamento, lo smussare gli angoli vivi che fanno soffrire il prossimo, l'impegnarsi a migliorarsi sempre? Io la intendo così, io sogno di essere migliore. Se poi devo accettare tutto, allora sono una larva, la larva di me stessa.

PO-OL 08-07-2012 01:07 PM

Si ma cambiare e migliorarsi verso cosa?

E poi smussare che angoli? Chiaro che se alla mia compagna da fastidio che lascio le briciole sul divano, è innanzitutto rispetto farle sparire prima che torni :D
Se invece lei ama l'arte barocca mentre a me non dice niente, bisogna trovare un compromesso, mica posso passare la prima quindicina di agosto a visitar città d'arte.
Altrimenti poi mi pare ovvio che una persona da di matto :D

Chiaramente quando dico che uno deve fare quello che si sente non intendo che se mi scappa la pipì sull'autobus mi calo le braghe e la faccio li, eh :D

greatescape 08-07-2012 01:08 PM

io sono d'accordo su quello detto da veleno
ma aprirsi e accettare i cambiamenti vuol dire anche maturità
cioè insomma tu hai lo scoglio del fisico, che se mangi qualcosa in più o se la bilancia segna di più o lo specchio non ti soddisfa ti senti male e ti auto punisci, questo tua insoddisfazione poi si ripercuote anche fuori.
rischi di portare una maschera a vita.

la vita è fatta di cambiamenti, il fisico cambia si trasforma
anche tu dieventerai come tua madre ci hai mai pensato?

Veleno 08-07-2012 01:13 PM

Quote:

Originariamente inviato da Acid Angel (Scrivi 365222)
E l'apertura al cambiamento, lo smussare gli angoli vivi che fanno soffrire il prossimo, l'impegnarsi a migliorarsi sempre? Io la intendo così, io sogno di essere migliore. Se poi devo accettare tutto, allora sono una larva, la larva di me stessa.

Ci sono aspetti di noi che possiamo ragionevolmente migliorare, ovvio.
Ma altri aspetti restano quelli che sono, perchè fanno parte di un nostro temperamento innato.
Così, se alcuni "angoli vivi" riusciamo a smussarli, per migliorare le relazioni interpersonali, altri rimangono lì dove sono, e segnano i nostri limiti.

Io NON sogno di essere migliore: faccio quello che posso per esserlo; a volte riesco; a volte meno. Ma non mi considererei una larva per questo.

PO-OL 08-07-2012 01:23 PM

Mi trovo ancora a quotare veleno ;)

La verità è che spesso l'essere umano, se non ha problemi, se li auto crea. Forse perchè se no si annoia, boh!

Se è chiaro che avere 30kg di troppo e un alimentazione del tutto sbagliata è una situazione sulla quale un individuo deve lavorare, allo stesso tempo non ci si può rovinare la vita per 3kg in più.

Acid Angel 08-07-2012 01:25 PM

Quote:

Originariamente inviato da Veleno (Scrivi 365230)
Ci sono aspetti di noi che possiamo ragionevolmente migliorare, ovvio.
Ma altri aspetti restano quelli che sono, perchè fanno parte di un nostro temperamento innato.
Così, se alcuni "angoli vivi" riusciamo a smussarli, per migliorare le relazioni interpersonali, altri rimangono lì dove sono, e segnano i nostri limiti.

Io NON sogno di essere migliore: faccio quello che posso per esserlo; a volte riesco; a volte meno. Ma non mi considererei una larva per questo.

Ok ok, la pensiamo sostanzialmente nello stesso modo, solo che io in questo momento sono in uno "stallo emozionale" e non ho ancora il trigger per effettivamente migliorarmi, o, perfezionando l'enunciato, mi sento IO una larvina perché sto andando nel mio percorso quotidiano di miglioramento più lentamente di quanto immaginerei.

Ok. Non accetto i miei ritmi. Accettando quelli l'equazione sarebbe di più facile risoluzione. Ma puoi convenire con me che l'interpretazione di base che diamo è la stessa. Per farti un esempio, io sono una persona molto radicata nel posto in cui vive. Io avrei enormi problemi a trasferirmi altrove, ovunque sia questo altrove. In un momento della mia vita ho cercato di combattere questo, che credevo fosse un limite, quando invece è una mia spiccata caratteristica.

Nel momento in cui l'ho accettata e sono stata chiara su questo con le persone che mi sono accanto (per più motivazioni e in diverse occasioni, ad esempio quando si è trattato di fare o no l'Erasmus) e ho accettato anche che questo "limite" mi precludeva delle strade sì, ma che in fondo quelle strade mi avrebbero portato più costi che benefici (per come sono fatta io), sono stata veramente meglio. E ho iniziato a essere un pochino più autentica.

:)


@pool non semplificare però ;)
@great io né nessun altro dovrebbero diventare come mia madre, obesa di II livello, ora di I dopo aver perso 36 kg, ma cosa caspita stai dicendo?

Io ho impostato il discorso su psiche E corpo, ma la psiche è molto più importante.
E anche la salute

PO-OL 08-07-2012 01:37 PM

Quote:

Originariamente inviato da Acid Angel (Scrivi 365237)

@pool non semplificare però ;)

Non è questione di semplificare ma di capirsi...

Quote:

e ho accettato anche che questo "limite" mi precludeva delle strade sì, ma che in fondo quelle strade mi avrebbero portato più costi che benefici (per come sono fatta io), sono stata veramente meglio. E ho iniziato a essere un pochino più autentica.
Ecco, perfetto.

Questo lo puoi applicare quasi a tutto.
Ad esempio il fitness e tutto quello che vi ruota intorno, nel momento in cui non è legato a problemi di salute, dev'essere un piacere.
Se non lo è più, allora i costi sono molto più alti dei benefici.
Se no, esattamente come per l'esempio stupido delle vacanze, poi uno sfasa.

greatescape 08-07-2012 01:45 PM

Quote:

Originariamente inviato da Acid Angel (Scrivi 365237)
@great io né nessun altro dovrebbero diventare come mia madre, obesa di II livello, ora di I dopo aver perso 36 kg, ma cosa caspita stai dicendo?

Io ho impostato il discorso su psiche E corpo, ma la psiche è molto più importante.
E anche la salute

perchè sei andata a pensare a tua madre subito con il peso ?
io volevo dire che diventerai come tua madre nel senso con l'età, non stavo mica pensando alla costituzione fisica e mi ricordo poco i tuoi li ho visti solo una volta, tua padre mi sembra avesse i baffi stop :)

l'eta che porterà cambiamenti in negativo, a nessuno piace invecchiare no

devi accettarti per quello che sei, fai bene a migliorare ma devi anche vivere bene
e poi te lo dirà anche doc che 1-2 kg ma anche 5 su di te non ti rovinano la salute
l'obesità è diversa da avere qualche kg in più
doc pure lo dice che preferisce le donne più morbide, è un suo punto di vista estetico ok, ma quanto scommetti che in salute non stanno male?

Veleno 08-07-2012 01:52 PM

Quote:

Originariamente inviato da Acid Angel (Scrivi 365237)

Ok. Non accetto i miei ritmi. Accettando quelli l'equazione sarebbe di più facile risoluzione. Ma puoi convenire con me che l'interpretazione di base che diamo è la stessa.

Ma accettare i propri ritmi FA parte dell'equazione. La questione non può essere valutata diversamente. Anche quelli rappresentano un limite, a volte temporaneo, a volte permanente, ma pur sempre un limite con cui venire a patti.
In definitiva, la rigidità non paga, a nessun livello. Come imporsi un fantomatico percorso di miglioramento da rispettare come una tabella di marcia, che altro non è che lo stesso schema errato di sempre, solo opportunamente dissimulato.

Acid Angel 08-07-2012 01:52 PM

Quote:

Originariamente inviato da greatescape (Scrivi 365241)
perchè sei andata a pensare a tua madre subito con il peso ?

Perché se rileggi hai scritto la frase sulle modifiche corporee e subito dopo "diventerai come tua madre". Poi dell'obesità l'ho scritto più volte nel diario. Ok io avrò frainteso, ma permettimi di dire che per come avevi scritto era molto facile interpretare come ho fatto.


io volevo dire che diventerai come tua madre nel senso con l'età,

Io diventerò come diventerò io... siamo due persone diverse, la metà del DNA è di mio padre in fondo ahahah


e poi te lo dirà anche doc che 1-2 kg ma anche 5 su di te non ti rovinano la salute

Certo, ma a me spaventa la tendenza. La tendenza al rialzo inarrestabile. Quello mi fa' paura a livello fisico, ma di fronte alle paure interiori è ben poca cosa.


le donne più morbide, è un suo punto di vista estetico ok, ma quanto scommetti che in salute non stanno male?

Ma infatti io dubito sia che si piacciano proprio tutte, che poi non abbiano un peggioramento delle analisi del sangue nel corso degli anni (dovuto anche a un lento ma inesorabile accumulo di fattori di rischio).

.

:)

greatescape 08-07-2012 01:54 PM

devi accettare queste cose e superarle sono dei tuoi limiti, delle cose che ti fanno stare male.
uno potrebbe stare male perchè non ha i soldi per comprarsi macchine da corsa tipo lamborghini, perchè non ha la villa con piscina. perchè non assomiglia esteticamente a certi fisici a cui aspira, perchè magari per quei fisici serve usare altro, puoi stare male per l'altezza, perchè ti cadono i capelli ecc

insomma nella vita ci sono cose che vanno affrontate
la gente che ti circonda ti vuole bene e ti aiuta tu sei una bella ragazza, stai in forma ma non ti accetti te, sei tu che non stai bene dentro, gli altri da fuori ti vogliono bene e per loro stai benissimo.
devi abbattere certe barriere e limitazioni

l' ottica e la visione che hai è falsata e tu questo lo sai

sei troppo rigorosa con te stessa, lasciati andare :D

Veleno 08-07-2012 01:59 PM

Bisogna imparare ad accettare la condizione umana: imperfetta, fallace, mortale. Niente di più, niente di meno.

carlo88 08-07-2012 02:11 PM

Quote:

Originariamente inviato da Veleno (Scrivi 365215)
In realtà non ci deve essere nessun sogno.
Siamo chi siamo, e siamo quello che siamo; ogni problema nasce quando decidiamo di ignorare questo fatto e ci imponiamo di essere "altro", fino a raggiungere in questo, proporzioni patologiche.

dissento totalmente sul fatto che sia l' imposizione ad essere ''altro'' da se stessi a portarci al patologico, quando può essere facilmente il contrario: ossia una condizione patologica può portarci a snaturarci.

PO-OL 08-07-2012 03:30 PM

Quote:

Originariamente inviato da carlo88 (Scrivi 365255)
dissento totalmente sul fatto che sia l' imposizione ad essere ''altro'' da se stessi a portarci al patologico, quando può essere facilmente il contrario: ossia una condizione patologica può portarci a snaturarci.

Anche questo è vero, se no non sarebbe così difficile uscire da certi circoli viziosi

carlo88 08-07-2012 07:09 PM

già.....

GiulioWL 08-07-2012 07:17 PM

Quote:

Originariamente inviato da Acid Angel (Scrivi 365203)
... e in questa cosa non si deve essere tirchie, perché una é più autentica quanto più assomiglia all'idea che ha sognato di se stessa."

Io invece sono abbastanza d'accordo con questa frase :D

Mi ritrovo nella frase nel senso che non è vero che uno sia autentico solo quando è se stesso. Ma soprattutto, cosa vuol dire essere se stessi?

Se io divento obeso perché mangio come un maiale e sto tutto il giorno davanti alla tv, questa è autenticità? Se io sogno di essere magro perché starei meglio e invece rimango obeso perché sono pigro, sono autentico?

No, io direi che sono pigro. Sono più autentico se riesco a essere il "me stesso" che desidero, cioè se riesco ad essere magro.

Si potrebbe obiettare: si ma tu vuoi essere magro perché pensi troppo al giudizio degli altri...e chi è che non ci pensa agli altri, dai su. Trovatemi una persona che se ne frega di quello che pensano gli altri. E' una bugia, non è così. Il ciccione soffre ad essere ciccione, e se non soffre è perché dalla sua ciccionaggine derivano più benefici che malefici, oppure una condizione neutra. Prendete Giuliano Ferrara, la sua ciccionaggine ormai è parte del personaggio, paradossalmente se non fosse ciccione perderebbe qualche ascolto.

Se trasliamo i discorso dal fisico (i complessi sul quale sono molto adolescenziali) a tutto il resto, non cambia di molto IMHO.

Diciamo che però il discorso falla se l'idea che uno si fa di se non l'ha pensata lui. Allora si che casca l'asino.

Cioè non ci vedo nulla di male a cercare di realizzare, per quanto possibile, l'ideale di se stesso, purché sia un nostro desiderio maturo

LiborioAsahi 08-07-2012 08:08 PM

Secondo me in quella frase ci andrebbe "realizzata" al posto di "autentica".
"Autentica" non mi sembra nemmeno lontanamente inerente al contesto.
Io perlomeno la vedo diversamente:
Un essere non è maggiormente autentico se incarna un suo ideale.
Un essere è autentico quando accettando la sua condizione riesce a non celarla (o non tentar di farlo) al prossimo (e a se stesso) ma ne prende atto, senza dolore alcuno.

Veleno 08-07-2012 08:23 PM

Quote:

Un essere è autentico quando accettando la sua condizione riesce a non celarla (o non tentar di farlo) al prossimo (e a se stesso) ma ne prende atto, senza dolore alcuno.
Quotone per il Libo.
Aggiungo, che anche secondo me l'assunto iniziale non è molto sensato per come è composto, ma è solo una frasetta da film buttata lì tanto per...

Veleno 08-07-2012 08:28 PM

Quote:

Originariamente inviato da carlo88 (Scrivi 365255)
dissento totalmente sul fatto che sia l' imposizione ad essere ''altro'' da se stessi a portarci al patologico, quando può essere facilmente il contrario: ossia una condizione patologica può portarci a snaturarci.

Una condizione patologica può imporci di essere "altro" da noi stessi.
In ultima analisi, è la stessa cosa: la discriminante resta la ricerca più o meno spasmodica di un ideale, consapevole o inconsapevole, volontaria o involontaria che sia.

Nelle psicopatologie comuni questa ricerca è solitamente volontaria, consapevole, e le difficoltà ad uscirne sono riconducibili a molte cause diverse.

PO-OL 08-07-2012 09:28 PM

Tornando al punto, io direi che costa molto di più l'idea di autenticità espressa da liborio che quella di inizio 3d.

E' molto più facile non accettare i propri limiti e finire nel loop della depressione che accettare le carte che abbiamo pescato dal destino.

Poi un altra cosa che ha rovinato intere generazioni sono tutti quei film del c***o con il poveretto disagiato che lavorando/studiando/prostituendosi la notte (ma sempre rispettando i suoi ideali) diventa, a seconda del film: calciatore prodigio, ballerina di fama mondiale, rockstar di successo, presidente degli stati uniti.

La realtà non è così, uno ha un punto di partenza che può essere buono o cattivo e poi, a seconda di quanto si sbatte, arriverà ad un punto di arrivo più o meno distante da quello di partenza. Uno su un milione fa il botto, tutti gli altri no.
Accettare questo è costoso, non incominciare a piangersi addosso perchè non si avrà mai la ferrari piuttosto che una velina diversa per ogni sera piuttosto che andare alle olimpiadi... Questa è la cosa più facile ;)

Tornando a quanto ha detto giulio, è chiaro che per il ciccione che mangia hamburger davanti alla tv questi discorsi non valgono... ma se io domani volessi fare la ballerina di danza classica, potrei tanto impegnarmi e tanto piangermi addosso, ma col tutù proprio non ho speranza di sfondare :D

carlo88 08-07-2012 09:48 PM

ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.

Acid Angel 08-07-2012 10:00 PM

Quote:

Originariamente inviato da Veleno (Scrivi 365299)
Quotone per il Libo.

Concordo.

Aggiungo, che anche secondo me l'assunto iniziale non è molto sensato per come è composto, ma è solo una frasetta da film buttata lì tanto per...

Ma infatti era soltanto lo spunto per la bella discussione che ne è nata, lo avevi detto proprio tu che sarebbe stato stimolante approfondire. Logico che poi tutto va' scorporato o contestualizzato o, come ha fatto liborio, riformulato.

.

Veleno 08-07-2012 10:03 PM

Quote:

ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.
Non è questione di semplificare. E' che la causa primaria della depressione è proprio la differenza tra il reale e l'ideale; più la differenza è marcata, più la sofferenza è significativa.
Sul fatto che alla base vi possano essere ANCHE cause genetiche la discussione è tutt'ora aperta (le possibilità sembrerebbero maggiori in relazione alle sindromi bipolari o alla schizofrenìa); l'osservazione diretta, mediante colloquio psicologico, suggerisce che è invariabilmente lo schema mentale del paziente a determinare la patologia. Quanto poi questo schema sia innato, o acquisito non c'è possibilità di saperlo, e non è neppure importante, dal momento che si può cambiare, almeno entro certi limiti.

Comunque, come nota a margine, è da precisare che la depressione non comporta il suicidio come "decorso obbligatorio"...

Veleno 08-07-2012 10:28 PM

@acid: se vogliamo riformulare, allora dovremmo anche ridiscutere il significato del termine "realizzato": cioè, davvero sono più realizzato quanto più mi avvicino al mio ideale?
Ancora, la mia risposta è NO.
Il mio ideale può essere una promozione professionale: la ottengo, e il giorno dopo, scopro che mi toccano responsabilità che nessuno vorrebbe, e che lo stipendio non è adeguato; quindi, immediatamente lo sostituisco con un nuovo ideale: diverse responsabilità, diverso stipendio. Dunque, quanto sono realizzato veramente?

Aspiro ad un certo tipo di relazione: la ottengo, poi mi accorgo dei difetti della persona con cui condivido il mio tempo, quindi = nuovo ideale: altra persona, oppure persona depurata dei difetti. Di nuovo, quanto sono realizzato, pur essendomi avvicinato al mio ideale?

Comunque la giri, è un autoinganno.
Essere realizzati non ha nulla a che vedere con quanto ci avviciniamo al nostro ideale, ma piuttosto, con come viviamo i traguardi che conseguiamo (e anche quelli che NON conseguiamo); si ritorna nuovamente al discorso dell'accettazione, resa più difficile dalla nostra innata tendenza ad illuderci e come dice POOL, dal fatto che siamo costantemente fuorviati dagli ideali distorti sponsorizzati dai media...

PO-OL 08-07-2012 10:32 PM

Quote:

Originariamente inviato da carlo88 (Scrivi 365311)
ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.

Ok, però il paletto che divide il grave dal non grave dove lo mettiamo?

E' chiaro che se una persona subisce un grave lutto, piuttosto che problemi familiari magari non così pesanti ma altrettanto forti, la depressione è fisiologica.

Però se parliamo di kg in più o in meno, piuttosto che di altre stupidate, allora la depressione diventa un capriccio, capriccio che noi che bene o male stiamo bene nel senso che un tetto sopra la testa l'abbiamo, da mangiare pure, possiamo permetterci di avere.

Per capirci, il caso di una donna che perde un figlio è diverso dall'adolescente che non ha l'iphone o che non è bello/a quanto vorrebbe.

Veleno 08-07-2012 10:39 PM

La depressione non è MAI un capriccio, perchè la sofferenza è un valore strettamente individuale e relativo al contesto; in questo senso il dolore di un adolescente sovrappeso non è meno intenso, nè meno degno di rispetto di quello di una madre in lutto, anche se dall'esterno li classificheremmo su due scale diverse, ma questo importa poco; importa come ciascuno lo vive.
In comune hanno il contrasto tra reale e ideale: chi sono (o quello che gli è accaduto), e chi vorrebbero essere (o quello che avrebbero voluto accadesse).

GiulioWL 08-07-2012 11:00 PM

Quote:

Originariamente inviato da carlo88 (Scrivi 365311)
ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.

Quoto.

E anch'io quoto Liborio, l'autenticità qui c'entra poco sinceramente.

Quanti di noi conoscono persone molto in gamba e "realizzate", ma per nulla autentiche? Tanti.

Anyway...Qua nessuno ha detto che se non si diventa un possessore di Ferrari si va in depressione, che è una cosa ben diversa dal "rimanerci male".

Perseguire un proprio ideale di vita, anche semplicistico, anche superficiale, ma che sia autonomamente maturato VIVENDO e avendo a che fare con la vita e con la realtà, non con i film. Ripeto, quello di essere magro per un ciccione è un buon esempio, che si può estendere ad altri ambiti non prettamente fisici.

Che dire ad esempio di un ex-tossicodipendente o ex-galeotto che vuole riscattarsi? Che vuole riacquisireuna buona fama sociale? Cos'è un ideale da film? No è vita vera, dura, anche troppo, anche al limite. Ma per me quella è una persona realizzata. C'è gente che c'è riuscita, si è messa in gioco, si è impegnata e ce l'ha fatta. poi c'è chi non ce la fa, ma fa parte del gioco. Non generalizziamo.

GiulioWL 08-07-2012 11:02 PM

P.S. Veleno comunque è un saggio ;)

PO-OL 08-07-2012 11:47 PM

Quote:

Originariamente inviato da Veleno (Scrivi 365321)
La depressione non è MAI un capriccio, perchè la sofferenza è un valore strettamente individuale e relativo al contesto; in questo senso il dolore di un adolescente sovrappeso non è meno intenso, nè meno degno di rispetto di quello di una madre in lutto, anche se dall'esterno li classificheremmo su due scale diverse, ma questo importa poco; importa come ciascuno lo vive.
In comune hanno il contrasto tra reale e ideale: chi sono (o quello che gli è accaduto), e chi vorrebbero essere (o quello che avrebbero voluto accadesse).


Io non nego quanto dici, semplicemente rimane il fatto che se un adoloscente (ma anche adulto) ha il lusso di cadere in depressione perchè non ha l'iphone 4s (esempio stupido a caso ma per capirci) significa che questo probabilmente è il suo più grande problema. Quindi tutto sommato buon per lui.
E siccome la vita è una sola, se vuole passare tutti i sabati sera chiuso in casa a piangersi addosso perchè è l'unico della sua compagnia ad avere solo l'iphone 3... beh...

Poi boh, la depressione è una cosa seria, oggi invece mi sembra che sia anche un pò abusata. Ad ogni minimo problema, depressione. Boh. Non riesco a essere magro come quella da copertina, depressione. Non riesco a essere muscoloso come quello in tv, depressione. Non ho questo, depressione. Non va quello, depressione.

Quote:

Che dire ad esempio di un ex-tossicodipendente o ex-galeotto che vuole riscattarsi? Che vuole riacquisireuna buona fama sociale? Cos'è un ideale da film? No è vita vera, dura, anche troppo, anche al limite. Ma per me quella è una persona realizzata. C'è gente che c'è riuscita, si è messa in gioco, si è impegnata e ce l'ha fatta. poi c'è chi non ce la fa, ma fa parte del gioco. Non generalizziamo.
Appunto.
E secondo te quanti ce la fanno a ottenere un vero riscatto e quanti invece, se va bene, riescono a non ricaderci?
Ho colleghi che hanno lavorato o che lavorano nel settore delle comunità, ti assicuro che il riscatto sociale vero l'hanno veramente in pochi. Con un pò di fortuna qualcuno riesce a farsi una vita, mantenendosi sempre il "marchio" del suo passato. La maggior parte riesce a mantenersi borderline, per non ricadere negli errori già fatti ma poco di più.

Credo che tutti vogliano chiudere il capitolo e avere riscatto sociale, quasi nessuno ce la fa, quindi? Tutti gli altri si sparano? No, ed è questa la parte dura, saper anche accettare le cose. Uno da il massimo, se poi arriva al secondo posto... va bene così. Mica può piangere per il resto dei suoi giorni.

Veleno 09-07-2012 12:08 AM

La depressione si adegua ai tempi e ai cambiamenti: l'adolescente di una volta era meno viziato, meno sofisticato, si deprimeva perchè aveva le pezze al culo e i genitori gli facevano pesare il fatto di doverlo sfamare...
L'adolescente di oggi non ha più questi problemi, ma fuorviato dai modelli distorti imposti dai media, e pressato dalla "pecorizzazione" dei compagni che tendono all'omologazione, si deprime perchè non può avere l' iphone, lo scooter, il giubbotto fico, o qualsiasi altra cosa che lo metta al riparo dall'emarginazione, che per lui è un problema altrettanto serio...

In linea di massima, adolescenti o meno, al giorno d'oggi siamo tutti un pò troppo sofisticati, e conduciamo vite un pò troppo complicate, fuorviati da esempi e convinzioni erronee, perchè questa è la società in cui viviamo, una società basata sull'ipocrisia e la menzogna, sull'apparire piuttosto che sull'essere, una società che uccide l'individuo a beneficio della collettività...

Lorenzo 09-07-2012 12:39 AM

Quote:

Originariamente inviato da LiborioAsahi (Scrivi 365295)
Secondo me in quella frase ci andrebbe "realizzata" al posto di "autentica".
"Autentica" non mi sembra nemmeno lontanamente inerente al contesto.
Io perlomeno la vedo diversamente:
Un essere non è maggiormente autentico se incarna un suo ideale.
Un essere è autentico quando accettando la sua condizione riesce a non celarla (o non tentar di farlo) al prossimo (e a se stesso) ma ne prende atto, senza dolore alcuno.

mi trovo d'accordo con questa osservazione di Carlo. Così filerebbe meglio il discorso di Acid.

Ad ogni modo io credo che smettere di volersi migliorare sia sbagliato.

"Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" secondo me dovrebbe essere la massima di tutti, a qualsiasi livello. Poi io la interpreto proprio come " mai dare per scontato di sapere già tutto oppure se uno è bravo a fare una cosa deve desiderare di migliorarsi ancora". questo può valere anche sul lavoro per chi desidera fare carriera. Ma cmq vedo io intendo il desiderio di migliorarsi in modo sano, senza modelli impossibili ma senza per questo precludersi la possibilità di "sognare" un pò con autocritica e intelligenza.
Su questo discorso ci si potrebbe parlare per ore sviscerandolo meglio cmq...

In altre parole ancora: non diamo mai per scontato niente e impariamo ad accontentarci, senza naturalmente crearci delle ossessioni. Per fare questo però occorre imparare ad amarsi e ad accettarsi. (che non vuole, dato quello detto sopra, appendere le scarpe al chiodo..)

Notte!

GiulioWL 09-07-2012 12:42 AM

Quote:

Originariamente inviato da PO-OL (Scrivi 365337)
Credo che tutti vogliano chiudere il capitolo e avere riscatto sociale, quasi nessuno ce la fa, quindi? Tutti gli altri si sparano? No, ed è questa la parte dura, saper anche accettare le cose. Uno da il massimo, se poi arriva al secondo posto... va bene così. Mica può piangere per il resto dei suoi giorni.

D'accordo con te, ma non significa che se arriva al secondo posto ha solo due alternative: accettarsi o piangere per il resto dei suoi giorni, si continua a giocare, qualche volta si vince qualche altra si perde.

Un ex-tossicodipendente che ci ricasca o non è seguito abbastanza dalla comunità oppure, è brutto dirlo, ma ci vuole ricascare. Esattamente come un ciccione che anche se dimagrisce una decina di kg li riprende perché li vuole riprendere, PERCHE' vuole stare seduto in casa a guardare la TV. Questa è la dura realtà.

Io un ciccione che rimane ciccione lo considero un pigro, BENINTESO se lui vorrebbe in realtà essere magro. E' depresso? Molto probabile; se lo è per il peso però sa benissimo che dimagrendo questo problema scompare. Se invece non lo è per il peso allora ok è un altro discorso.
La verità è che il ciccione VUOLE essere grasso perché sotto sotto vuole attenzione. Guarda caso tanti ciccioni che trovano piano piano la forza dentro di sè per affrontare il mondo si mettono sotto e dimagriscono.

Lasciamo stare i casi realmente patologici, ma uno che ha un metabolismo lento o qualche problemino alla tiroide e ingrassa può benissimo dimagrire, non prendiamoci in giro. Non voglio colpevolizzare il ciccione, voglio dire che se uno è ciccio ce la può fare, e ci sono numerosissime testimonianze su youtube di persone grassissime (oltre 30 kg di sovrappeso) che ora sono magre, e tutto senza aiuti chirurgici o simili.

Poi se uno è alto 1,40 è ovvio che si deve accettare dopo un pò, non è che si può attaccare a due cavalli in corsa in direzioni opposte e allungarsi; e lo stesso vale per altri tipi di "cortezze", ci siamo capiti :D.

Però anche lì c'è modo e modo di accettarsi, prendete Berlusconi. Basso, calvo, a quanto pare anche poco dotato. Eppure...mi pare che abbia dimostrato quanto vale no? Almeno fino a prima che impazzisse e si ammalasse...

Ovvio che vale poi il discorso uno su mille ce la fa eh...che ha fatto impicci, che è indagato, che avrà avuto un sacco di conoscenze, che si dice sia della P2 ecc. ecc. Però a parità di condizioni il Re d'Italia non è diventato Casini, alto bello e brizzolato, ma Berlusconi, basso, calvo e corto. Eh cazzo

GiulioWL 09-07-2012 12:43 AM

Quote:

Originariamente inviato da Lorenzo (Scrivi 365343)
mi trovo d'accordo con questa osservazione di Carlo. Così filerebbe meglio il discorso di Acid.

Ad ogni modo io credo che smettere di volersi migliorare sia sbagliato.

"Fatti non foste per vivere come bruti ma per seguir virtute e canoscenza" secondo me dovrebbe essere la massima di tutti, a qualsiasi livello. Poi io la interpreto proprio come " mai dare per scontato di sapere già tutto oppure se uno è bravo a fare una cosa deve desiderare di migliorarsi ancora". questo può valere anche sul lavoro per chi desidera fare carriera. Ma cmq vedo io intendo il desiderio di migliorarsi in modo sano, senza modelli impossibili ma senza per questo precludersi la possibilità di "sognare" un pò con autocritica e intelligenza.
Su questo discorso ci si potrebbe parlare per ore sviscerandolo meglio cmq...

In altre parole ancora: non diamo mai per scontato niente e impariamo ad accontentarci, senza naturalmente crearci delle ossessioni. Per fare questo però occorre imparare ad amarsi e ad accettarsi. (che non vuole, dato quello detto sopra, appendere le scarpe al chiodo..)

Notte!

Straquoto!

greatescape 09-07-2012 01:55 AM

bisogna amarsi ed accettarsi come base e come evoluzione migliorarsi (come ha detto lorenzo)
quindi io cerco di migliorarmi nella vita, nel fisico e nella mente. ma intanto vivo sereno e felice senza stare male.

carlo88 09-07-2012 09:07 AM

Quote:

Originariamente inviato da Veleno (Scrivi 365315)
Non è questione di semplificare. E' che la causa primaria della depressione è proprio la differenza tra il reale e l'ideale; più la differenza è marcata, più la sofferenza è significativa.
Sul fatto che alla base vi possano essere ANCHE cause genetiche la discussione è tutt'ora aperta (le possibilità sembrerebbero maggiori in relazione alle sindromi bipolari o alla schizofrenìa); l'osservazione diretta, mediante colloquio psicologico, suggerisce che è invariabilmente lo schema mentale del paziente a determinare la patologia. Quanto poi questo schema sia innato, o acquisito non c'è possibilità di saperlo, e non è neppure importante, dal momento che si può cambiare, almeno entro certi limiti.

Comunque, come nota a margine, è da precisare che la depressione non comporta il suicidio come "decorso obbligatorio"...



ho riflettuto su queste parole, ed hai ragione; purtroppo non sempre è facile ristabilire gli equilibri tra conscio e inconscio, o comunque tra ciò che vorremmo essere e ciò che realmente siamo. Tante volte si è così dilaniati che è molto difficile riattaccare le parti.

Hai anche ragione sula fatto che non per forza la depressione porta al suicidio, ma ne può contemplare la possibilità.

Trovo anche io giusta l' osservazione di Liborio, solo che può succedere di conoscere (forse parzialmente) se stessi, ma non avere la capacità di cambiare certe cose.

Veleno 09-07-2012 01:05 PM

Certo, può succedere.
Spesso all'interno di una condizione di sofferenza le persone maturano un equilibrio stabile, un pò come qualcuno che, affetto da un handicap fisico, si abitua a compensare la menomazione imparando ad usare in modo diverso il proprio corpo o i propri sensi.
Dunque la persona può riuscire a riconoscere le cause del proprio malessere, ma non sentirsi motivata a cambiare, perchè spaventata dal rimettere tutto quanto in discussione, e dal salto nel buio che ne conseguirebbe...


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