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(#1)
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All the Truth Member
Messaggi: 6,442
Data registrazione: Jun 2007
Località: Non omologata
Età: 52
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![]() Allenarsi con il doloreCertamente la disciplina è necessaria per conseguire un risultato. Ma non è sano scadere nell'eccesso ossessivo/compulsivo. Saltare un allenamento per qualche DOMS di troppo è pigrizia. Saltare un allenamento per una bronchite è buon senso. Il punto non è quello di riuscire a fare come o più di tizio, ma quello di riuscire a fare il TUO MEGLIO. Se il tuo meglio, in questo momento è fare tre ore a settimana, dovresti concentrarti su questo e FOTTERTENE degli altri. Finchè insisterai con i paragoni, troverai SEMPRE chi è in grado di fare più e meglio di te, e SEMPRE chi è in grado di fare più e meglio persino del migliore degli atleti (o ritenuto tale), alimentando un circolo vizioso che non porta a nulla di concreto. Oltretutto, vale la pena riflettere sulla caducità della forma fisica, che prima o poi ci abbandonerà, perchè tale è la natura delle cose, dunque, attribuirgli un eccessiva importanza è sbagliato per principio. |
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(#2)
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All the Truth Member
Messaggi: 5,831
Data registrazione: Aug 2010
Età: 44
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![]() Non mi interessano gli altri, in realtà combatto con una forma più subdola di "altro da me", perché me lo sono imposto. Così come da adolescente non mi sono mai veramente ribellata ai miei, io mi sentivo al guinzaglio ma alla fine la vita era la mia, bastava a provare a tirare un po' e loro avrebbero dovuto mollare la presa. Ma ero io ad attorcigliare il guinzaglio intorno alla loro mano, legandomi ancora di più. Sto volutamente semplificando, è ovvio. Poi la ribellione l'ho fatta tutta insieme, e va beh da lì i c@sini. Tornando IT, allo stesso modo io mi sono costruita, filtrando le informazioni che ricevo dall'esterno e misinterpretandole, distorcendole (però facendo fossilizzare in me questi pensieri e determinati comportamenti, così come talune ossessioni), un prototipo di Acid Angel che probabilmente non è la me stessa autentica. L'elastico mi tira, l'elastico del dovere e della non indulgenza verso me stessa. Se sgarro rispetto ai miei ideali di comportamento non me lo perdono. O meglio, oggi me lo perdono anche troppo secondo me (rispetto al passato nemmeno troppo remoto), perciò, vista la tendenza che ho a pensare al tutto/nulla, temo di sfasciare tutto quello che ho fatto. Alla fine non ho fiducia in me stessa e alla mia capacità di avere un rapporto equilibrato con l'attività fisica, perché probabilmente tutti passano alti e bassi nella frequenza/intensità di allenamento. Io no, io non me lo concederei mai. Io vorrei essere un robot. Quanto all'importanza che attribuisco alla forma fisica... sinceramente non mi sento una persona superficiale. Il mio pensiero fisso è su quello, ne sono consapevole, ma per motivazioni che hanno una stratificazione profonda. Lo so che tu non volevi darmi della superficiale, ma in effetti dall'esterno potrebbe sembrare così. "Cosa vuole questa che fondamentalmente sta bene, non ha deformità corporee, ha un volto guardabile, un lavoro, un fidanzato, un tetto sulla testa e un cane meraviglioso?" Me lo chiedo anche io, ma in fondo lo so. So anche che la forma fisica prima o poi ci abbandonerà, io spero il più tardi possibile. Quello che mi spaventa è non raggiungere mai la forma che vorrei prima che questa mi abbandoni (ce l'avevo fatta ma mi hanno detto "Signorina lei così non va', lei è malata, deve fare un passo indietro e ingrassare. Altrimenti i rischi per la sua salute sono altissimi). Temo di non vedermi mai come vorrei, seguendo però un percorso sano. Pensa a essere considerato per una vita un "cervello" il cui corpo è impacciato e goffo, dalle forme rotonde e paffute. Sei considerato intelligentissimo, simpatico MA... Quel MA ti lavora dentro se sei fragile su altri punti, è l'ostacolo alla tua idea di perfezione globale. E allora lavori su quello, fai tutto per ottenerlo. Una volta che oltrepassi il limite, poi torni indietro, come sei oggi ti va' poco, perché sai che il tuo corpo può spingersi oltre, può raggiungere determinati risultati. Il problema però insorge quando il corpo stesso grida aiuto, perché tu, portandolo in un certo stato, ne hai leso la vera natura. Perché? Perché in fondo la tua natura ti è sempre stata stretta. Penso molto spesso alla mia volontà di avere un corpo mascolino, e ti confesso che avere sempre la pancia gonfia (ah, che cosa tipicamente femminile!!!) non mi aiuta affatto. 2 giorni fa ho incontrato una carissima amica, attivista dell'Arcigay di Grosseto. Lei convive con una ragazza molto femminile. Questa mia amica invece, sebbene sia carina, è estremamente mascolina nell'abbigliamento, nei gesti, nel modo di parlare, nel modo di camminare. Io non vorrei mai essere così. Io vorrei essere femminile come sono ma apparire fisicamente più muscolosa, venosa, maschile. Ecco che si denota proprio la violenza autoimposta su un'esteriorità che grida donna ma vorrei intrappolare in un ideale mascolino. Tutto ciò che invece mi caratterizza a livello di sessualità, quello non lo posso né voglio cambiare. Un po' come se volessi mascolinizzare il mascolinizzabile diciamo. Ovviamente se sto male e non riesco ad allenarmi, il mio corpo tenderà (secondo la mia visione negativistica) inesorabilmente da subito a farmi assomigliare a un quadro di Botero. In estrema sintesi questo è il motivo per cui la mia attenzione è sulla forma fisica, e in aggiunta a ciò non dimentichiamo il timore di ingrassare e tutto quello che comporta a livello di salute. Mio padre ha sviluppato il diabete di tipo 2 dopo anni di alimentazione dissoluta e ingestione di porzioni enormi di cibo e di bevande zuccherate (che si è aggiunto ai trigliceridi alti e al colesterolo alto che io come tendenza ho ereditato), mia madre è una grande obesa che sta facendo un percorso importante di riabilitazione nutrizionale. Non è che, oltre al metabolismo lento, la mia genetica sia delle più favorevoli... |
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Tags: allenamento, dolore |
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