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Predefinito Per le ragazze - 02-04-2009, 10:00 PM

Per le ragazze


Questo è un blog (l'articolo è tratto dal mio blog n.d.r.) che parla di pesi, pertanto è difficile che sia frequentato da ragazze a meno che non siano delle flippate in cerca dell’emozione della ghisa. Però, una volta tanto, vorrei dedicare a loro questo pezzo.

Tempo fa, a seguito della visione del film Bigger, Stronger, Faster ho iniziato a documentarmi sul doping, su cosa spinge al doping, su come i cambiamenti sociali siano influenzati dalla televisione e tante altre cosette interessanti. Un bagno di psicosociologia antani sbidiguda, tanto per intendersi.

Ho trovato lo studio originale dello psichiatra Harrison Pope sull’evoluzione dei pupazzetti di G.I.Joe, di come stiano diventando sempre più muscolosi nel tempo. Questi pupazzetti costituiscono un modello per i bambini, che perciò li influenza.

Non ho ancora capito chi inizia cosa, nel senso che c’è una spinta fortissima dei media a pompare certi modelli di bellezza, ma allo stesso tempo c’è una recettività da parte del pubblico: il bisogno è indotto o latente?

Poiché io ho una figlia, non ho bambolotti di Big Jim, nemmeno vecchi perché a me non piacevano. Io giocavo con i soldatini Atlantic, la corazzata, l’incrociatore, il sommergibile.

Certamente io non ho la possibilità di replicare lo studio di Pope, però mi sono messo a scartabellare fra tutte le Barbie di mia figlia, che ne ha accumulate tantissime regalate non tanto da noi quanto dai parenti che liquidano senza sforzi neurali un regalo sempre angoscioso e una Barbie bene o male è un qualcosa di sicuramente gradito. Ho scartato tutti i cloni cinesi che perdono i capelli dopo 10’, ho cercato bambole intere e non arti o pezzi di corpo.

Devo dire che rovesciando le scatole ho creato un piccolo set da cannibale seriale e mi sono ricordato di quando un mio amico iniettava con la siringa del colore rosso nella testa delle bambole e poi le colpiva con la carabina. Ah, altri tempi…

Ok, adesso sembrerò un maniaco, però dovete pensare che tutto questo l’ho fatto insieme a mia figlia che un po’ si è divertita, un po’ si è arrabbiata perché volevo fare la “foto voodoo” ah ah ah, cioè una foto con le teste girate, stile Esorcista: “no la foto voodoo no, dài babbo”.


A sinistra una Barbie più vecchia, al centro una di ora, a destra la Barbie Principessa Qualcosa. Notate niente? Progressivamente, sono più filoformi.

Sono tutti ideali di bellezza femminile irreali, impossibili, però sempre più secchi. A sinistra una rappresentazione di donna formosa per quanto un punto vita piccolo, ma con i fianchi “larghi”. Al centro spalle e fianchi sono più stretti, come a destra.

Notate come se a sinistra la zona dell’addome sia senza grasso non vi sia una enfatizzazione, come invece presente al centro dove è presente la linea sull’ombelico.

A destra l’accentuazione è ancora maggiore, e sono evidenti le linee della cassa toracica.

Sebbene non sia evidente dalle foto, cambia molto anche il collo che passa da un semplice “tubo” ad avere in evidenza le clavicole e lo sternocleidomastoideo (non è colpa mia se si chiama così…)


Il lato B evidenzia dei glutei che cambiano, da femminili a maschili. Come? Cosa? Ma che dici? Il bacino di una donna ha le anche ad un angolo molto più aperto di quello di un uomo. Una donna non ha V-Shape, ma punto vita, come a sinistra dove i fianchi sono larghi per quanto le chiappe siano irrealmente sparate in alto. Quante donne possono dire di avere quel punto vita, quei fianchi ma delle chiappe che non siano “grosse”?

Al centro ma principalmente a sinistra le anche sono più strette e inclinate, come quelle di un uomo. I glutei rappresentati mostrano un tipo di tonicità che non dipende solo dalla “magrezza”, ma dalla presenza di tessuto muscolare.

Ragazze, è impossibile avere quei solchi e quelle forme, a meno di non fare pesi, e pesi in un certo modo. Quelle supersecche hanno di sicuro quella definizione, ma dato che sono secche smunte, le forme non saranno così rotonde. Viceversa quelle che hanno le forme così rotonde non avranno quel tipo di definizione.

Ok, adesso non tirate fuori la storiella “ma la tizia della TV” o “l’amica della mia amica”, perché o stiamo parlando di persone fuori della norma che perciò statisticamente non contano niente, oppure state dicendo l’equivalente in palestra di “Coleman si allena così” o “il cugino di mio cugino è Hulk”, cioè state dicendo delle astrusità.


Questo invece è il particolare dell’interno coscia, che mi ha impressionato. Le prime due Barbie da sinistra hanno le cosce che sono dei tronchi di cono più o meno “torniti”. Quella a destra, invece, mostra la forma degli adduttori.

Per ottenere questo risultato è necessario raggiungere dei livelli di magrezza che sono notevoli.

Ad esempio, se mi depilassi (bleah, ah ah ah) sulla mia coscia si vedrebbe quella linea meno che a questa bambola e io come maschio ho una percentuale di grasso sicuramente inferiore alla media delle ragazze medie.

Con mia moglie è nata una discussione molto accesa (come sempre del resto) sulla validità di tutta questa roba. In effetti sono solo tre bambole e mi è stato detto che ci voglio vedere quello che non c’è, che sarebbe meglio che dedicassi il tempo a capire me stesso invece di fare lo psicologo dei poveri. Oddio… tutti i torti la mia consorte non li ha, ma poiché è una moglie, sottoinsieme delle donne, sottoinsieme delle rompibeep, mai e poi mai ammetterò questo fatto.

Però il punto è che la Barbie Principessa Qualcosa è molto ambita fra le bambine e rappresenta la più bella di tutte.

Perciò questo “essere bello” è collegato alla sua forma, che è alla fine “più bella” di altre.

Perciò, voglio scrivere questo pezzo come se lo facessi per mia figlia, perché già da adesso certe cose gliele dico. L’unica differenza è che qui sarò molto disincantato, tollerante, accondiscendente.

“Il mio compito è fornire delle informazioni, poi dovete essere responsabili nelle vostre scelte”.

Certo, perché non vi conosco.

Nel caso di mia figlia, tanto per dire, lei ha già chiaro che il babbo pensa che chi fuma sia un coglione debole, chi si rifà le tette è una complessata, chi beve un idiota che non sa divertirsi e che se il suo fidanzato farà così prima di mettersi al volante il babbo lo spiaccicherà ben bene sul muro.

Diffidate sempre di chi è asettico nel parlare, di chi è tollerante ad oltranza e accetta di buon grado le opinioni altrui anche se sono differenti dalle proprie. Solitamente è uno che se ne sbatte assolutamente di voi. Almeno, io la penso così.

Fight the System? No thanks

Non mi sono mai piaciuti i contestatori di default, come opzione predefinita. Uno che contesta sempre alla fine è prevedibile come uno che non contesta mai, un po’ come un canale a probabilità di errore del 100%: una certezza.

Combattere il Sistema, rifiutandolo in blocco, non fa per me. Perché il Sistema siamo noi, con le nostre leggi essenzialmente non scritte che creano quell’intreccio di relazioni sociali che certe volte stritola come una morsa.

Perciò, il Sistema non va combattuto, ma compreso: understand the System, direi. Solo la comprensione può portare a delle scelte corrette. Certo, è un processo pesante, perché implica far ragionare il cervello.

Da una parte…

Viviamo in un mondo assolutamente contraddittorio. Da una parte c’è la spinta alla “bellezza”, secondo certi canoni che non sto a ridire, ma che sono noti e assimilati. Una persona “bella” ha più probabilità di ottenere nella vita: questo è innegabile e non ha senso contestarlo.

C’è, pertanto, la spinta fortissima alla ricerca di certi canoni estetici. I media sono il veicolo primario e ci sono tantissimi studi interessanti su questo, ma non voglio fare una puntata di Porta a Porta.

I media, pompati dalle “solite” multinazionali che ci vogliono far spendere bla bla bla. Anche questo è vero, ed è innegabile che sia così. Sta di fatto che i media propongono un modello che ha presa sul pubblico, come se venisse amplificato un qualcosa di insito nell’abitante del mondo occidentale.

Guardate i Bronzi di Riace: già allora l’ideale di bellezza maschile era “cablato” in qualcosa che “piace” ancor oggi.

E’ come se dal nostro passato certi parametri si fossero nel tempo amplificati, parametri che a noi “piacciono” e che i media pompano, ma non inventati da questi. E’ un loop, e noi siamo dentro a girare.

Tutto questo non va rifiutato, ma assimilato, compreso. Attenzione, comprendere non significa giustificare. Potete vestirvi con un bel sacco, con bei golfoni larghi e t-shirt enormi, non truccarvi, sbattervene di tutto. Ma state rifiutando e non comprendendo, tanto poi… il Sistema lo subirete comunque nella vita.

Ok, sto dicendo che dovete essere tirate a lucido, lampadate e vestite con l’ultima moda? No. Sto dicendo che questa spinta c’è e l’avete sicuramente subita sulla vostra pelle. Perché siete esseri umani e l’Uomo è un animale sociale, nella ricerca della sua identità ha bisogno del confronto con gli altri. Nessuno è impermeabile al giudizio altrui, a meno che non voglia vivere isolato.

Addirittura, viviamo in una Società che ammette, di fatto, che per ottenere la “bellezza” si possano inserire delle protesi dentro il nostro corpo o si possa farsi aspirare il grasso sottocutaneo con una pompa o farci scalpellare le ossa del naso dopo che la pelle è stata rovesciata come una maschera. Questa Società sposta sempre più in alto l’asticella della “normalità”, inglobando e normalizzando comportamenti che di sicuro “normali” non sono.

Chi o cosa inizi il tutto e perché non ci interessa, perché questa è una guida di sopravvivenza al Sistema.

Leggetevi un po’ di psicologia, di sociologia, di quello che volete. Fatto sta che la “corsa alla Bellezza” è deleteria perché ipocritamente non esplicita. Tutti negano che ci sia, ma di fatto tutti sono piloti in questo planetario circuito ovale.

… e dall’altra.

Viviamo in una Società che ci dice che dobbiamo accettarci per quello che siamo, accettare i nostri pregi, noi stessi. Il bello è che questo è assolutamente stridente, no? Perché… chi ce lo dice?

La tipa superrifatta che è arrivata al “successo”, per quanto effimero, e che in televisione pontifica dicendo “ragazze, siete belle come siete”. Oppure uno psicologo vecchio che di sicuro non si rende conto che, sì, tutto vero, poi però vallo a dire ai ragazzi che si filano le solite bonazze!

Dài… è così. Coloro che dicono che la bellezza non conta sono i peggior esempi per sostenere questa tesi. Un po’ come l’istruttore secco che consiglia un programma per la massa in palestra: se fosse così semplice, perché lui non è enorme? Manca la credibilità del modello di riferimento.

Incredibile, è previsto anche che si provi a cambiare, e sono previsti dei metodi condannati quanto accettati come prassi, le diete. E’ previsto che le diete vengano seguite per un po’, è previsto FALLIRE nel seguirle.

E’ previsto anche di ammalarsi nella ricerca della bellezza e se l’anoressia è l’espressione massima di questo disagio, molte sono le sfumature. E’ previsto di curarsi con dei farmaci, sostanze chimiche introdotte dall’esterno. Cioè, è previsto anche ammalarsi… è affascinante tutto questo.

Quello che non è previsto…

Perciò, è previsto che tutte corrano per il Premio della Bellezza, senza dirlo, basta spendere. Vestiti, trucchi, diete, protesi, l’Economia gira. Però dovrebbero accettare se stesse, dato che è previsto fallire nella corsa. Se non riesci ad accettarti… ciccia, ci sono delle belle medicine o un bel percorso psicologico dove comprenderai che è colpa di tua madre o tua nonna, o del tuo cane che ti ha traumatizzato da piccola se pensi di essere brutta.

Eh si si si, questa è demagogia spicciola, retorica da reality… chi sono io per dire questo. Nessuno, perciò sono innocuo.

Quello che non è previsto dal Sistema è l’utilizzo della non accettazione di se stessi come mezzo per migliorare. L’insoddisfazione è una spinta propulsiva paurosa per migliorare.

Se l’insoddisfazione non esistesse, come potrebbe essere possibile un “progresso”? Se l’Uomo si accontentasse di quello che ha probabilmente non potrei scrivere questo pezzo perché vivremmo ancora nelle caverne.

Il problema non è essere o no insoddisfatti, ma quanto questa insoddisfazione sia grande. Un po’ è ok, troppa è mortale.

Voi non dovete accettarvi per quello che siete, ma dovete provare ad ottenere quello che volete. Quello che cambia è la gestione dell’insoddisfazione. Volete combattere il Sistema? Ecco come fare.

A chi è rivolto questo pezzo

Questa roba non è per tutte. Credo che sia per persone un po’ come me: gente assolutamente pigra e atavica se non ha interesse in quello che fa, ma completamente determinata se decide che vuole riuscire. Che dire… un po’ testa di (beep), dài, egoista, presuntuosa, maniaca.

Voi dovreste desiderare di essere delle gran fighe, dovreste sentirvi proprio bruciare dal desiderio. Però dovete essere in grado di canalizzare questo sentimento in qualcosa di costruttivo, non di letale. Invece di forzarvi a reprimere questa spinta, dovete guidarla.

Immaginatevi una diga che ha un cedimento strutturale, milioni di metri cubi d’acqua che si riversano a valle polverizzando tutto ciò che si trova sul cammino. L’acqua siete voi: purissima energia primordiale ed autodistruttiva. Adesso prendete la stessa acqua, fatela urlare giù nelle condutture della diga contro le pale di una turbina idroelettrica, come un ariete: gigawatt di potenza elettrica vengono creati in modo da illuminare, muovere.

La stessa energia, prima distruggeva adesso costruisce.

Questa Società preme per certi ideali di bellezza, ma quando qualcuno li ricerca esplicitamente lo bastona come persona narcisista ed effimera. Voi dovete accettare che siete insoddisfatte, e muovervi per soddisfare questo bisogno.Voler ottenere qualcosa, in questo caso la “bellezza” non è un demerito. Lo diventa se la scelta è perseguita nel modo sbagliato, senza crescita personale.

Se siete in grado di tenere diete assurde con privazioni da tortura pur di ficcarvi in quei vestitini che vi piacciono tanto, siete le candidate giuste. Però, questa energia deve essere spesa nel capire e non solo nell’agire.

Come fate a farvi male


Ecco un flowchart, un diagramma di flusso. Gli ingegneri adorano questi disegnini, che agli occhi degli altri li fanno sembrare tanto intelligenti. In realtà gli ingegneri sono de coccio e gli devi spiegare tutto per benino, e hanno il portafogli pieno di questi flow-santini che sbirciano per capire come prendere il treno, fare la spesa, anche andare a pisciare e se non c’è la casellina che dice di tirare giù la lampo se la fanno addosso.

Mettete un dito sulla casella “Società”: questa contiene la spinta al “bello” che condiziona voi stesse, grazie alla freccia che porta a “Vorrei essere”, il modello di bellezza che avete in testa e che pensate derivi da voi, mentre solo in parte è così, il resto è indotto.

Ok, mettete un dito dell’altra mano sulla casella “Sono”, che rappresenta la vostra situazione attuale, non oggettiva ma come VOI vi percepite. Con una incredibile prova di coordinazione motoria muovete entrambe le dita seguendo le frecce che escono da queste due caselle.

Dove arrivano? Et voilà, un cerchio che si chiama sommatore, che “fa la differenza” metaforicamente fra il vostro “vorrei essere” e il vostro “sono”, per questo ci sono i “+” e i “-“.

In pratica questo oggettino astruso è la rappresentazione di un punto del vostro cervello che vi fa effettuare il confronto fra il vostro modello di riferimento e la vostra condizione. Sembra difficile, ma è quello che fate ogni volta che guardate un cartello di pubblicità di biancheria intima o del mascara o di una pettinatura.

E’ da questo confronto che scaturisce una “azione”, un qualcosa che voi mettete in piedi per tendere al vostro modello. Questa azione può anche essere una apparente “non azione”, anche un celato disinteresse che però essendo falso rimane comunque una reazione.

L’azione altera voi stesse, e di nuovo siamo alla casella “Sono” che diventa il vostro stato attuale. Ma, crudelmente, il nuovo “Sono” torna indietro per determinare nuovi confronti e nuove azioni!

Capite quanto questo gioco possa essere perverso?

Provate ad immaginare la situazione in cui, per quanto facciate, la differenza fra “vorrei essere” e “sono” rimane sempre, per voi, elevata. Girerete furiosamente dentro questa giostra, senza poterne uscire ma disperdendo energie in comportamenti che possono diventare patologici.

Incredibile

Ecco cosa è incredibile: la Società che nel suo complesso crea il “vorrei essere”, è quella che, nel suo complesso, vi dice che è sbagliato. In più, la Società vi dice che il “Sono” deve fermarsi lì dove è, non deve tornare indietro: accettarvi per come siete implica che non ci sia “giro indietro” perché il modello è errato.

Capite quanto ciò sia improponibile? Il confronto è un atto umano, voi siete COSTRETTE, da voi stesse, a tornare indietro! E’ così, dài… accettiamo questo fatto: il confronto sociale è rappresentato da questo schema che è la normalità del comportamento, se non esistesse, noi rimarremmo costantemente uguali a noi stessi. E questo non è positivo, ma negativo: la stasi è l’anticamera della Morte.

Poiché agire sulle caselle gialle non mi sembra poi così facile, perché non agire su quella rossa e quella blu?

Ma chi ve l’ha detta questa?

La più enorme idiozia che potete fare è fissarvi sul vostro peso corporeo. Se è comprensibile il perché, ragazze, vi state facendo male da sole. E non sto parlando di salute, ma proprio di bruttezza.

Per qualche incredibile meccanismo mentale, delle varie Barbie tutti associano le forme fisiche di riferimento ad un peso corporeo esiguo. Questo è vero, ma l’associazione parte dalle forme fisiche, prosegue verso il peso, ma non inizia dal peso.


Quasi istantaneamente associate la bellezza non più alle forme, ma al peso. Ecco che iniziano i problemi. Una è carina se pesa 47Kg su 170cm, è più carina se ne pesa 44Kg. Una di 60Kg è brutta. Chiaro, il mondo della Moda è sicuramente colpevole, con quelle taglie assurde calzabili solo da dei pali della luce, però voi non dovete combattere il mondo della Moda, ma l’idiozia in se.

Il bello è che questa storia del peso corporeo non è scritta esplicitamente da nessuna parte. Avete mai letto da qualche parte che se siete 45Kg avrete più sex-appeal? Vi prego di ragionare fortemente su questo: dovete cercare di capire perché “avere un certo peso” implica “essere belle”. Non è una interrogazione, non dovete dirlo a nessuno se non a voi stesse. Provate, va bene qualsiasi cosa: “se sono magra posso mettermi quel vestito” va benissimo, perché ne segue “se sono 45Kg sono magra, ALLORA posso mettermi quel vestito”.

Quello che accade è che la fissa sul peso, irraggiungibile per le più, vi porta a volerlo raggiungere a tutti i costi, indipendentemente dal risultato. Tipicamente, con diete da fame.

Ma… cosa succede? Che diventate più brutte! Perché la fissa sul peso è vostra, non del mondo dei maschietti che del peso se ne sbattono. Chiedete ad un maschio quanto pesate o quanto avete di taglia di vestiti o di reggiseno: sarebbe più semplice chiedere le prime 500 cifre di Pi Greco a memoria.

Ah.. una piccola noticina: poiché queste informazioni per un maschio sono assolutamente criptiche come il codice in cuneiforme di Hammurabi, nel caso che troviate uno che conosce le taglie, sa abbinare i colori, capisce di moda, è amico delle donne… ecco, sappiate che ci sta provando e che appena avrà ottenuto quello che vuole si trasformerà nel rozzo zotico allevatore di maiali quale è. Fidatevi.

Dicevamo della fissa sul peso: voi dimagrirete, male, perdendo una valanga di muscoli, liquidi, facendo soffrire la vostra pelle, e più siete in carne e più verranno fuori smagliature o tette sgonfie. Brrrrr vero? Però… è così. Al mare si vedono la sera un sacco di belle fi… ehm, di ragazze interessanti, tutte tirate e truccate. La mattina dopo sulla spiaggia in costume le stesse sono scialbe ed anonime, secchie ma flosce.

Il problema è che le diete da fame difficilmente sono sostenibili, perciò prima o poi lo yo-yo tornerà giù e voi riprenderete i chili persi, magari con delle belle smagliature.

Voi, invece, dovreste concentrarvi sulle forme corporee.

Inutile perdere un sacco di chili se poi le chiappe si smosciano e vengono fuori le anche, o se avete le ginocchia grosse in proporzione al centro coscia o il braccino secchissimo rispetto alla spalla. Dài…

Pensate che i maschi certe cose non le notino? Cioè: ci capiscono zero, ma dato che un uomo dà un giudizio complessivo, guarda la forma nel suo insieme, a livello quasi subcosciente.

Il problema è che fare delle diete da fame è una forma di pigrizia: non mangiare è un comportamento idiota comprensibile e praticabile da tutte, non richiede alcuna energia preparatoria, solo quella del “fare”. La classica soluzione da due neuroni connessi male: se il peso è il problema, elimino la causa che lo crea, il cibo.

Chi ci riesce ha sicuramente le palle, ma è come voler passare un muro scalandolo con le unghie. Quando sei al di là, complimenti, però magari potevi aprire la porta, o girarci intorno. Hai le palle, ma sei comunque una idiota.

Se fossi caduta indietro tutti ti avrebbero dato della cretina. Il confine fra eroismo e stupidità è molto labile, sài…

Tu devi memorizzare questo: del peso non gliene frega un (beep) a nessuno se non a te. Non ci credi? Impara un minimo di postura, strizzati in qualche tutina a pressione, vestiti tiratissima, truccati. Sicuramente qualcuno ti dirà “ma cosa hai fatto che stai benissimo?”. Tu spara che sei dimagrita 10Kg anche se sei il solito peso fino all’ultima molecola. Troverai chi abbocca istantaneamente, chi invece pensa “10Kg, seeee… al massimo 7!”.

Devi concentrarti sulle forme, non sul peso. Fino a che non assorbi questo, vivrai male.

Una azione combinata

Adesso vi voglio rivelare un segreto, ma zitte che non deve saperlo nessuno… per ottenere quello che volete è necessaria una certa attività fisica e una certa alimentazione. L’attività fisica consiste in un po’ di pesi e in un po’ di aerobica.

“Ah ecco, lo sapevo, il solito fissato…”. No cicce belle, il punto è che questa è la triste verità. E’ l’azione combinata che fa la differenza, più dei singoli pezzi che funzionano, ma meno.

Se voi andate solo in palestra per “tonificarvi” otterrete una miglior postura, un miglior assetto ma poco di più, se farete solo aerobica sarete secche per quanto possiate definirvi, se farete solo la dieta sarete “leggere” ma mosce e marce.

Anche in questo caso, è una questione di pigrizia: siete pigre per muovere il culo e preferite fare una cosa sola “ma bene”, vero?

Non voglio i muscoli di una culturista

Incredibilmente, le forme corporee sono stabilite sì da quanto grasso avete, ma principalmente dai muscoli sotto il grasso. E qui iniziano i dolori perché ficcarvi certi concetti nella testa è una impresa disperata, come far volare una cassaforte.

Iniziano le cazzate tipo “io voglio solo tonificare, i muscoli non mi interessano”. Magari il problema fosse evitare di far crescere i muscoli! Una donna ha un quantativo di ormoni anabolici, cioè quelli che stimolano la crescita muscolare, che è un ventesimo quello di un uomo, perciò è veramente complicato diventare grosse.

Dovete considerare questi aspetti:
  • Un Kg di muscoli è più denso di un Kg di grasso, perciò a parità di peso corporeo una ragazza con più muscoli sarà più piccola di una con più grasso. Tanto per dire, io sono 82Kg su 175Kg di peso, ma tutti mi dicono che peso 75Kg perché quelli di 82 in sovrappeso sono più grossi come volume o lo hanno tutto sulla panza.
  • Un Kg di muscoli consuma in una giornata 28 Kcal a riposo, un Kg di grasso consuma quanto una zavorra piombata, nulla. Questo significa che 3Kg (3!) di muscoli consumano 85Kcal circa in più al giorno senza colpo ferire, 590Kcal in più alla settimana rispetto a chi quei 3Kg li ha di grasso. Morale: a parità di tutto i muscoli permettono di mangiare di più senza problemi di linea. 590Kcal sono un Big Tasty che potete farvi fuori senza sentirvi in colpa come se aveste commesso un crimine contro l’Umanità.
  • Come tessuto vivente, i muscoli devono essere ossigenati, nutriti, drenati. Se vi impegnate nel mettere su qualche muscoletto in più avrete un miglior drenaggio di tutto quello che c’è sopra, perciò potete spendere meno in linfodrenaggi, terapie con le alghe, meditazione in camera iperbarica e tutte quelle pratiche estrose che fanno dimagrire il portafogli.
Ora immaginate questo scenario: una ragazza che pesa 60Kg su 165centimetri. Diciamo che è grassottella, e che perciò ha una massa grassa del 30%. Una ragazza molto muscolosa con poco grasso ha una percentuale pari al 15%-18% circa, per darvi un’idea. La nostra amica ha 42Kg di non-grasso, muscoli compresi.

La nostra cavia ha un metabolismo basale di poco meno di 1200Kcal al giorno, che diventa con l’attività routinaria per muoversi nel mondo pari a circa 1700-1800Kcal.

Numeri assurdi per persone che vivono a 1000Kcal al giorno e non dimagriscono perché il corpo si mette sulla difensiva, rallentando il metabolismo. Vi sentite le mani fredde, siete sempre nervose, rompete le palle al vostro fidanzato che non vi capisce (esisterà un fidanzato che vi capisce? No perché se lo trovare me lo sposo IO)? E’ il vostro mangiare poco che vi rende così.

Ok, una bella dieta da fame, la nostra tipa perde 11Kg e scende a 49Kg. Wow! Il numero con il 4! Peccato che ha perso 8Kg di grasso e acqua e 2Kg di muscoli, perciò adesso è 49Kg al 18% di grasso. Il suo metabolismo basale è sceso a 1100Kcal circa.

Ora, un’altra strategia. La nostra amica scende a 55Kg, perdendone 8 di grasso ma acquistandone 3 di muscoli: 60-8+3=55. Il suo tessuto non-grasso è di 45Kg, perciò ho 10Kg di grasso, per una percentuale pari al 18%.

Io dico che i 55Kg sono molto più “belli” dei 49Kg sofferti. Non solo, la nostra amica furba ha un metabolismo basale più altro dell’altro, si sente più energica e il risultato è più stabile.

Non solo, l’”aggressività” di questa situazione è immensa: aver capito come agire sul proprio corpo è un boost per l’autostima da paura. Non posso assicurarvi che entrerete nel vestitino a pressione, ma io sono convinto che l’effetto estetico sarebbe diverso.

Ma non lo farete, perché siete semplicemente ottuse e il 55 è più brutto del 49. Dovreste provare, poi quando vi dicono “ma quanto sei dimagrita”, sparate il 49 adorato e vedrete chi contesta.

Come ottenere questo risultato?

Ma è semplicissimo: con un programma di PESI. Poiché non vendo nulla e non mi diverte fare le schede, non vi dico niente e vi dovrete arrangiare. Fissate un tempo di 45’ e ficcateci dentro della roba. Ma se non concordate sul punto principale… allora siete fottute.

Andate in palestra, fatevi il culo per capire le stesse cose che devono capire i maschietti che vogliono il fisico.

Allenatevi, impegnatevi in un programma da maschi. La cosa incredibile è che il mondo barbaro e primitivo della palestra premia una ragazza che si fa il culo in palestra e se insistete voi entrerete a far parte di questo pazzo gruppo.

L’unica cosa, se volete anche essere simpatiche, non pretendete di occupare la zona degli esercizi seri quando ci sono quelli grossi che fanno le cose serie: per quanto potrete impegnarvi, voi usate dei pesi ridicoli, perciò aria e fate lavorare il babbo. Sessismo? No, vale anche per i maschi sega. Nonnismo? Certo, all’ennesima potenza.

Comprendete le logiche, sarete amati dai bruti e questo potrebbe anche piacervi…

A differenza dell’aerobica dove bene o male l’attività è continuativa ma una sola, in palestra ci sono tante cose da capire ed imparare e questo deprime le ragazze. A questo punto dovrei indorare la pillola, fornire delle strategie, dire “ce la potete fare”. Invece, è molto semplice: state facendo qualcosa per voi, picchiate duro perché a nessuno se non a voi frega del risultato. Non lo fate per me, se mollate sono affari vostri.

L’aerobica

L’altro aspetto che dovete considerare è che i pesi vanno usati per costruire massa muscolare, l’aerobica per dimagrire. Questo è vero per i maschi ad un livello medio di preparazione e perciò di sicuro non è valido per voi lardose polentone per cui il semplice cambiarsi nello spogliatoio ha un effetto dimagrante.

L’effetto combinato di aerobica e pesi vi permette di non dovervi triturare di aerobica all’infarto, per la sinergia: smaltite calorie E incrementate massa muscolare che brucia calorie anche a riposo. Perciò più “dolcezza” in quello che fate, da cui più sostenibilità.

Lo so che a voi piace solo l’aerobica, ma è una fissa delle donne. Ai maschi l’aerobica fa cagare, ma è una fissa dei maschi. So anche che così raddoppiano gli impegni, ma con un po’ di intelligenza tutto si può fare: se chiamate A la seduta di pesi e B quella di aerobica, una settimana farete 3 sedute ABA, l’altra 3 sedute BAB. Sempre 3 sedute, ma di diversa tipologia. ABA, BAB, e avanti per mesi. Non mi sembra complicato.

Sceglietevi una cosa che vi piace, la lezioncina con i saltellini, lo spinning, il tapis roulant. Se non esiste niente che vi piace… fatevelo piacere. Punto. Detesto questa logica del “divertimento” per cui una deve essere necessariamente invogliata a fare qualcosa, per cui esiste la ginnastica in acqua, la bici in acqua, ma dài… stiamo parlando di 3 sedute di 45’-60' ogni 2 settimane, non di viaggiare scalzi sulla thundra siberiana.

La dieta

Ecco che entriamo in un bel campo minato. Millenni di rapporto con il cibo creano rapporti psicologici di amore e odio. Sicuramente le vostre abitudini alimentari sono sbagliate, dato che avete tentato di dimagrire senza riuscirci.

Solitamente la dieta che state seguendo è a base di insalata ed aria compressa. Poi ogni tanto sclerare e vi abbuffate di dolci, tipico della carenza di carboidrati.

Mangiate poco ma in maniera compulsiva. Non ci credete? Provate a scrivere quello che mangiate, troverete poca roba ma tutta sbagliata: cappuccini, biscotti, snack, poca pasta, la carne no non mi piace, tanta frutta che fa bene, l’immancabile insalata, la pizza del sabato sera.

In altre parole, poche proteine animali, poca roba con i grassi, un sacco di carboidrati semplici e zuccherosi. Tutto sbilanciato.

Ok, per la dieta è necessario un discorsino a parte: se la palestra e l’aerobica hanno un impatto in fondo minimale sugli altri, che stiate seguendo una “dieta” diventa dopo un po’ palese a tutti e poiché sul cibo c’è una attenzione particolare, il Sistema farà resistenza su di voi.

Voi dovete ficcarvi questo in testa: è previsto che stiate a dieta, ed è previsto che falliate. Ma principalmente è previsto che voi seguiate il copione con diete assurde ma per poco tempo poiché siete destinate a fallire.

Nel momento in cui voi persevererete e magari otterrete dimostrando che ciò è possibile, ciò non piacerà. Perché ottenere un risultato e mantenerlo è l’opzione non prevista nel codice del Sistema. Bug, errore, correre ai ripari.

Quello che intendo io non è “fare la dieta” ma creare un minimo di coscienza alimentare. Comprendere quello che si fa passa per un minimo di controllo, e il controllo è possibile se gli elementi da controllare sono in numero ragionevole. Per questo motivo chi inizia una dieta ha un apporto di alimenti limitato. Altrimenti… come li controlla? Una volta presa un po’ la mano e capite le regole di base, questo controllo si allarga ma all’inizio non può che essere così.

Diete dove potete mangiare “un po’ di tutto ma con moderazione” sono pure fesserie , perché questo è possibile solo definendo “un po’” e “con moderazione”. Imparate il controllo, poi mangerete “un po’” e “moderatamente”.

Il controllo passa per la selezione degli alimenti, e gli alimenti si selezionano sulla base dei macronutrienti: proteine, carboidrati, grassi. Ok, anche il tipo di carbo e di grassi ma la voglio fare più semplice.

Questo è il criterio di scelta e un minimo dovrete imparare che una bianca mozzarella ha un quantitativo di grassi pari a quello delle proteine o che un litro di coca cola che si scola da Dio ha 430Kcal che sono tante se paragonate ad una scatoletta grossa di tonno al naturale che non ingoiate nemmeno se piangete in cinese.

Però, appena iniziate a fare ragionamenti del genere vi daranno tutti addosso. Addirittura contare le calorie è un elemento per definire le patologie alimentari. Il controllo… non piace. Più che altro non piace il riuscire a controllare la vostra alimentazione in maniera continuativa, magari riuscendoci. Non piace perché mette di fronte ai limiti degli altri.

Bene, ma… che dovete fare?

La prima cosa è eliminare i junk food, le puttanate. Via snack, dolci, dolcetti, pizzette, bevande gassate. Lasciate la colazione pasta e cappuccino e uno sgarro il sabato sera. Inutile che facciate le eroine tipo Giovanna D’Arco privandovi di TUTTO. Definite delle deroghe a questa regola e derogate regolarmente, ma all’interno della deroga. Il sabato sera mangiate in pizzeria con tranquillità.

La seconda è mangiare quando avete fame, mai dovete essere affamate. Ma… cosa? Verdure, legumi. Fagioli, ceci, piselli, mais e tutte queste cose qua. Ok, fanno cagare, vero? Ma avete fame o avete voglia di dolci? E’ la smania dei carboidrati. Dovete resistere, passa. Mangiate alimenti molto fibrosi che hanno poche calorie a parità di massa.

Capite che un etto di fagioli è diverso da un etto di panna cotta, vero? Questo è il concetto: un etto di fagioli vi sazia perché è voluminoso e, in fondo, fa schifo, un etto di panna cotta lo guardate ed è già evaporato.

Se vi piace il dolore della penitenza, del sacrificio, del digiuno… ecco, convertitelo in questo: quando avete fame, mangiate.

In questo modo avrete sempre energia, vi sentirete meglio.

Introducete più proteine. Non vi preoccupate per la loro tossicità bla bla bla, la carne rossa fa venire i tumori bla bla bla, ci sono alimenti alternativi bla bla bla la carne ha grassi saturi bla bla bla. Qua stiamo parlando di mangiare un po’ di carne in più, un po’ di petto di pollo in più: sceglietevi della ciccia che vi piace o che vi farete piacere e… mangiatene un po’.

Lo so che il nutrizionista vi fornisce la schedina già pronta, ma il concetto è che siete voi che vi ficcate in bocca la roba e all’inizio non sarà facile. Per questo preferisco delle regole semplici che riassumo:
  • Via i junk food
  • Mangia quando hai fame, sempre. Mangia roba che sazia eliminando la fame, ma che ha valore nutritivo
  • A pranzo e a cena cerca di mangiare “un po’” di carne o di pesce.
Provate a farlo, la difficoltà sarà dopo la prima settimana perché il vostro corpo si ribellerà, intossicato da anni di diete astruse. Cosa fare? Tenere duro. In fondo… state facendo il minimo.

Conclusione

Lo so che inizialmente vi sentirete delle perfette deficienti, impacciate, stupide. Non saprete cosa fare, delle emerite stupide. E’ normale.

Trovatevi 3 ore a settimana per i VOSTRI PROPRI COMODI, perché 3 ore ve le meritate e se non le avere, qualsiasi età abbiate, non state vivendo ma sopravvivendo.

Come fare a trovare il tempo? Arrangiatevi.

Dovete andare in palestra o comprare un po’ di attrezzi? Arrangiatevi. I vari gruppi e corsi servono proprio ad evitare alle pigrone di stare a casa, ma mica è un obbligo… potete fare da voi, facendo frullare il cervello.

Dovete cambiare le vostre abitudini e il vostro corpo e la vostra mente farà resistenza, anche questo è normale. Se fosse facile, lo farebbero tutte. Se volete, vi dico che ce la potete fare, che siete brave, vi posso anche dare una pacca sulla spalla…ma non è così.

Sono solo 3 ore a settimana, ma alla fine poche ce la faranno.

Il problema è essere costanti. I risultati ci saranno, ma è questione di mesi, non di giorni. Per questo dovete partire piano ma mantenere la frequenza delle sedute: dovete abituarvi a trovare il tempo. La costanza… paga.


Ma… cosa succede se insistete? Non ve lo posso garantire, ma posso dire che le ragazze dovrebbero imparare qualcosa dal mondo dei maschietti.

Se va come deve andare (per correttezza, non posso assicurarvi la certezza dell’esito) l’agire sul vostro corpo, cambiandolo, rafforzerà la vostra autostima. Perché comprenderete che potete fare qualcosa per voi stesse.

Ragazze… voi-potete-cambiare-voi-stesse: acquisirete coscienza che non siete in balìa degli altri, ma che è possibile che il controllo sia vostro.

Maggior autostima, maggior sicurezza di se: è il classico transfer fra situazioni. Se siete più sicure poiché riuscite a vedere risultati, siete più sicure e basta. Acquisirete coscienza che avete le palle, e che potete mandare affanculo persone che vi mettono in soggezione facendovi sentire inadeguate. E’ un esempio, ma credo renda l’idea.

L’azione, cioè, cambia il cerchietto colorato, rendendo meno importante il confronto fra “vorrei essere” e “sono”, perché voi potrete in parte essere come vorreste e comprenderete che, magari, non vale assolutamente la pena di rompersi le scatole per la parte mancante.

Non dico che questa sia la soluzione, forse è spostare il problema della percezione di se in altri ambiti, forse no.

Però, perché non provarci?


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  (#2)
shaza shaza Non in Linea
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Predefinito 06-04-2009, 06:14 PM


Meravigioso.....grazie!!!
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  (#3)
manakei manakei Non in Linea
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Predefinito 06-04-2009, 09:50 PM


Annoso problema...
Sta volta però la soluzione finale non mi trova d'accordo o quantomeno non mi trova d'accordo la consecuzio degli eventi: chi inizia ad andare in palestra (più in generale chi inizia a volersi più bene) è già in un percorso di aumento dell'autostima e non viceversa acquista autostima iniziando a frequentarla!
Essere come conseguenza di ciò che faccio è terribile Paolo (mi prendo la libertà del "tu") dai ammettilo! Senza addentrarsi nella psicanalisi anche filosoficamente (e logicamente) l'essere viene prima dell'ente, quindi lo schema non qualglia.
Mi stupisce che alla luce della recente crisi (crescita) che hai vissuto e riportato sul tuo sito tu abbia affrontato questa problematica dell'accettazione di se stessi in termini un po' generici e generalistici (generici perchè si parla di categorie e generalistici perchè tratti i problemi meramente come cause ed effetti senza trattare mai la questione da un punto di vista individuale e personale).
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  (#4)
IronPaolo IronPaolo Non in Linea
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Predefinito 09-04-2009, 09:16 AM


Ciao Manakei, puoi darmi del tu, ci mancherebbe, mica sono così vecchio ah ah ah

Il problema di questi "articoli" (io scrivo "articoli" e non articoli, in fondo) è che non possono essere omnicomprensivi di tutto.

In questo caso l'idea è di rivolgersi a quelle/quelli che sono lì lì per buttarsi ma non lo fanno, sono incuriosite/i (e/i perchè i concetti sono gli stessi per maschi e femmine alla fine) ma hanno paura di sentirsi delle deficienti in palestra, impacciate, goffe, o solo stupide a buttare via del tempo per qualcosa che non funzionerà.

Prova, puoi ottenere molto. Questo è il messaggio.

Per quello che dici tu: chi inizia cosa? L'autostima, la sicurezza in se stessi è qualcosa di complesso ma più che altro esiste, secondo me, un periodo in cui c'è un autorafforzamento sulla base di quello che fai.

C'è chi è forte di natura, chi ha bisogno di vedere che lo è. Non è tanto la palestra quanto il fatto di dire "voglio fare quello e quello ho fatto". Questo, secondo me, rafforza.

Se ti butti nell'andare in palestra, magari scettico e poi ci riesci, la palestra aumenta la tua autostima. Non perchè sia miracolosa, ma perchè tu hai fatto una cosa che non pensavi di poter fare.

Se sei già deciso, la tua autostima comunque si rafforzera.

Come in tutti i loop retroazionati, quando sei dentro... sei dentro ed è difficile stabilire chi inizia cosa perchè il percorso è circolare. Quello che cambia è l'innesco, come in tutti gli oscillatori che mi hanno sempre affascinato.

Poi, perchè uno che decide di andare in palestra dovrebbe avere l'autostima in crescita? In altri contesti uno che vuole andare in palestra è certamente ritenuto un insicuro, uno che vuole cambiare il suo corpo perchè non lo accetta.

Potremmo discuterne per ore ma, come sempre, alla fine contano le individualità e le sfumature. Però non è possibile scrivere per tutte le individualità e le sfumature.

Questo pezzo è per un particolare set di persone, quelle che sono in bilico e hanno bisogno della sicurezza della conferma che ciò che embrionalmente pensano non sia sbagliato.

Io dico che l'autostima facendo così migliorerà. Ma non perchè sarà la palestra a farlo (può andare bene anche la bici o lo yoga), solo loro useranno un mezzo per capire che possono fare più di quanto stanno facendo adesso.
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  (#5)
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Predefinito 09-04-2009, 01:52 PM


Grazie per i chiarimenti Paolo! l'articolo ne verrebbe più che rafforzato dall'ipotesi che chi si avvicina alla palestra ha già in atto dei cambiamenti positivi dentro di se (anche io mi riferisco alla stessa categoria non alla totalità) ovvio che l'analisi va sempre fatta sulla persona mai generalizzando però io e te sappiamo che la palestra fa bene (anche nel caso serva ad alimentare un bisogno) quindi in ogni caso chi si avvicina a qualcosa di positivo già ne è attratto quindi già prova l'impulso a farsi del bene...
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miladygiulieta miladygiulieta Non in Linea
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Predefinito 21-10-2010, 03:53 PM


Mi sono letta il tuo articolo stamattina, mi sono spisciata dalle risate, hai un'ironia ke mi piace tantissimo e che è raro trovare in un cervello maschile, oltretutto sei un attento osservatore, e ho apprezzato moltissimo il messaggio. Io sto lavorando il fuori per rafforzare il dentro ^^ GRAZIE del non-incoraggiamento e delle dritte!!!
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Acid Angel Acid Angel Non in Linea
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Predefinito 27-02-2011, 05:51 PM


Mi è capitato di rileggere oggi per caso questo articolo di IronPaolo, che già conoscevo molto bene.

Lo conosco da quando è stato scritto, l'ho riletto più volte e da persona che ha iniziato a far palestra per poter mangiare un po' di più con tranquillità mi son ritrovata con una forma piuttosto grave (non per l'entità del sottopeso ma per la natura delle problematiche a monte, ben nascoste e radicate) di anoressia, cadendo in tutte le trappole dell'essere secca-sulla-bilancia-anche-se-moscia...

L'articolo è illuminante, soprattutto perché scritto da una persona che non vive sulla propria pelle QUELLE situazioni. Che dire... l'ho riletto volentieri, mi son resa conto di quanto (vale per me ma non solo) mi sia foderata gli occhi di prosciutto spesso e volentieri, affamandomi e affamando i miei preziosi muscoli brucia-calorie per un po' di leggerezza fasulla in più.

Lo sviluppo della Barbie negli anni mi ha fatto molto riflettere. Vero è che non si può incolpare la società, la barbie è sempre quella ma io sono diventata anoressica e la mia amica Ughettina no. Stimoli =, reazioni diverse.

Il discorso sull'autostima sarebbe lungo, ma l'articolo è veramente uno spunto interessantissimo per la riflessione, e secondo me merita una uppatina (io lo dondivido pperiodicamente anche su fb).

Vorrei se posso aggiungere una nota che è abbastanza IT che scrissi a giugno 2010 e pubblicai in bacheca mia su fb, si tratta di una riflessione che alla fine sposta l'attenzione su una possibile prevenzione di una certa mentalità, parimenti all'articolo di IronPaolo.

Insomma... facile vedere disagio nella ragazza di trenta kg per 170 cm, un po' meno nella giovane cicciottella che si sente impacciata in palestra, ha un po' di sovrappeso, si uccide di aerobica e campa a 1000 kcal al giorno non capendo dove sbaglia. Se nessuno la prende per mano è possibile che i suoi errori si ingigantiscano. Per vedere il suo corpo sparire giorno per giorno.
Personalmente la palestra mi ha salvata, mi ha fatto capire che non riuscivo più ad allenarmi senza mangiare, e per me allenarmi è sempre stata una passione. Molte che non hanno questa spinta... non ce la fanno più e smettono. Ombre che si allontanano dalle palestre. Per poi non tornarvi o tornarvi con profonde cicatrici nell'anima.

Ecco la mia piccola nota, spero possa aggiungere qualcosa di infinitesimale all'articolo.

Acid Angel
Come in tutte le situazioni che creano disagio a chi le vive, dichiarare di avere avuto o comunque di essere sulla via di risoluzione di un disturbo alimentare non è per me sicuramente facile.

C’è stato il momento della non coscienza, poi quello della negazione, del mentire a me stessa in maniera prepotente, poi quando il corpo parlava palesando ciò che si ostinava a essere nascosto dalla mente, non è stato più possibile raccontarmela.
Ma ammettere al mondo esterno di avere quella problematica di sicuro non è stato un passo facile. Oggi dopo importantissimi cambiamenti riesco a parlarne con un certo distacco. Non perché ne sia completamente fuori, anzi… forse completamente fuori non ne sarò mai.

Ma va bene così.

Sono anche questo. L’importante è aver capito il nucleo fondante del problema, anzi i nuclei, averli sradicati e affrontati senza più il bisogno di rifugiarsi in un comportamento disfunzionale per scappare.

Io oggi sono una donna che sta veramente uscendo da una situazione molto difficile. L’anoressia così come gli altri disturbi alimentari e le altre patologie di natura psicologica causano grandissimo dolore. Per uscirne occorre fare un grande lavoro su noi stessi. Lavoriamo (con i medici), scegliamo volontariamente di fare un radicale percorso di cambiamento che porterà a scelte difficilissime.

Io negli ultimi 2 anni e mezzo ho capito di dover rompere degli equilibri che non mi rendevano più felice. Dire che è stato facile sarebbe una bugia. Ma l’ho fatto. L’ho fatto nel momento in cui mi sono sentita pronta. E oggi sono una persona nuova. L’ho dato a vedere forse da un giorno all’altro, ma certe decisioni sono frutto di mesi, anni di lavoro introspettivo e valutazioni accuratamente soppesate…

Soppesare e pesare poi sono abilità finemente sviluppate in me. Non credo sia un caso se sono della bilancia…

Cosa voglio dire con queste righe?

Beh… girano in rete moltissimi video per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla problematica dei disturbi alimentari. A parte che una larghissima fetta di persone affette da dca, intendo dire i dca dimenticati, non è contemplata dalle suddette campagne.
L’anoressica è di moda, la bulimica un po’ meno. Ma c’è tutto un mondo al margine di persone che soffrono e magari nemmeno sanno di avere un disturbo alimentare e che possono essere aiutate.

Io nel mio piccolo, nonostante abbia sofferto del dca più “fashion” che ci sia, invito chi non ne sa a chiedere informazioni di prima mano.

Invito chi ne è uscito o è in una fase in cui se la sente, a informare.
Informare su cosa è REALMENTE un dca. Che non è il conteggio delle calorie, né il vomito post abbuffata. Quello è un esempio di un paio di sintomi. Dietro c’è dell’altro.

Spessissimo…

Paura della solitudine, timore di non meritare amore, inadeguatezza rispetto ai modelli di riferimento, scarsa autostima, sensazione di non avere il controllo su nulla.

La soluzione sta nel trovare il modo per stare bene da soli con noi stessi.
Le campagne informative imho non dovrebbero porre l’attenzione sulla prevenzione…
Se si ha una personalità di un certo tipo, il disturbo lo si sviluppa comunque. Non ha senso mostrare la modella scheletrica… quell’immagine non farà altro che portare chi tende all’anoressia a mangiare ancora meno, e chi tende alla bulimia/bed ad abbuffarsi di più per il senso di inadeguatezza (tanto per citare tre dca). Insomma, le campagne scioccanti lo sono per chi è FUORI dai dca, ma rischiano di divenire “thinspo” per chi già c’è dentro.

Personalmente ero già dentro al disturbo quando pesavo 60 kg… e avevo perso solo 2 kg dall’inizio della restrizione alimentare.
Si tratta di mentalità. La mentalità anoressica può essere presente anche in una donna obesa. Non per questo io quando portavo la taglia 36 soffrivo di più di una donna obesa mangiatrice compulsiva che in realtà si abbuffa dopo 1 settimana di digiuno anoressico… ma è più facile additare la II come golosa.

Mentalità.

Ecco, i mezzi informativi forse dovrebbero far più leva sulla modificazione della mentalità, che si tratti della mentalità di chi soffre di dca (in una fase embrionale, perciò senza eccessivi strumenti di coscienza verso il problema) o di chi invece ne è fuori. Proprio per combattere la grande

IGNORANZA

che dilaga riguardo a questo argomento.

Non è possibile esaurire il tema in queste poche righe, ma credo che il I passo per chi ne ha sofferto sia uscire allo scoperto, per quanto possibile, per quando lo permette la propria forza interiore. E rendersi disponibili a chiarire dubbi o parlare di un mondo di sofferenza del quale troppo spesso si parla in termini troppo standardizzati. Il dca è diventato un cliché. Mi piacerebbe dare il mio contributo per spezzare la catena.

Perché?

Perché io dopo più di due anni posso dire di sentirmi serena. Fisicamente sono tornata a essere DONNA… dopo 2 anni… vedo me stessa come individuo, non come appendice di altri individui… ho ancora tanti c@sini per la testa, questioni irrisolte, dormo molto poco la notte, ho un’alimentazione veramente strana rispetto a quello che viene considerato il canone (ma non mi interessa, è la mia e mi va’ bene così).
Ma sento di aver raggiunto, o di essere vicina a raggiungere, un equilibrio fatto non di compromessi con il mondo.
I compromessi iniziano e finiscono con ME. Percepisco il mio valore e sono concentrata su me stessa.

Qui e ora.

La luce.

E sono veramente una persona totalmente differente rispetto a quella che ero tre anni fa.
Nel corpo così come nella mente.
E vorrei che chi soffre e non ne sa il motivo… potesse sapere che se ne esce, con tanto tanto tanto tempo e sforzo, con la volontà di cambiare, morire per poi faticosamente RICOSTRUIRSI da zero… e non è attraverso Pomeriggio 5 e le trasmissioni standardizzate che si può fare ciò. Quello è un tentativo, ma è stereotipato.

Io non penso alla 15enne che pesa 40 kg. Io penso alla normopeso che inizia a tenere un diario alimentare per controllare l’assunzione di cibo perché vuole dimagrire… che gioisce perché dopo 60 kg vede 59 sulla bilancia e immediatamente si pone l’obiettivo dei 55. E appena vede 54 l’obiettivo non sono i 50 ma i 49. E via discorrendo.

Lì c’è già il dca. Purtroppo non serve sensibilizzare questa donna disperata dietro al conteggio delle calorie. Il dca deve fare il suo corso. Ma sicuramente più persone sanno e sanno riconoscere certi comportamenti e certi sintomi, più tempestiva può essere la presa di coscienza del problema da parte di chi ne soffre.

Tutto qua.

Acid Angel
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La soluzione sta nel trovare il modo per stare bene da soli con noi stessi.
Le campagne informative imho non dovrebbero porre l’attenzione sulla prevenzione…
Se si ha una personalità di un certo tipo, il disturbo lo si sviluppa comunque. Non ha senso mostrare la modella scheletrica…
Non sono del tutto d'accordo. E' vero che il dca si instaura in presenza di una "predisposizione" psicologica, ma è anche vero che a farlo esplodere è una causa scatenante esterna, come la voglia di dimagrire a tutti i costi e di diventare appunto scheletrici.
Quindi, se si invita in generale il giovane a diffidare da tali atteggiamenti, si può evitare l'insorgere della patologia vera e propria, che rimarrebbe inibita e ad uno stadio "latente", senza rovinare la vita del soggetto.
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Non sono del tutto d'accordo. E' vero che il dca si instaura in presenza di una "predisposizione" psicologica, ma è anche vero che a farlo esplodere è una causa scatenante esterna, come la voglia di dimagrire a tutti i costi e di diventare appunto scheletrici.
Quindi, se si invita in generale il giovane a diffidare da tali atteggiamenti, si può evitare l'insorgere della patologia vera e propria, che rimarrebbe inibita e ad uno stadio "latente", senza rovinare la vita del soggetto.
Capisco il tuo punto di vista. Lo stadio latente però è comunque "preparatorio" e non fa' vivere il soggetto in serenità .Tra l'altro è anche possibile che lo stesso soggetto non sviluppi problematiche alimentari ma altre forme di ossessione.
La tua interpretazione però è la stessa delle campagne informative, perciò se servisse anche a una sola ragazza, ben venga. Ecco l'importante secondo me sarebbe cogliere i segnali ben prima del sottopeso.
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Predefinito 27-02-2011, 09:00 PM


ciao paolo non avevo letto questo pezzo mi era proprio sfuggito
pero devo dire di non essere per niente d'accordo
non è colpa della barbie se le ragazze vogliono avere un certo fisico ... forse è più colpa della televisione e delle riviste che ne pensi ?
anche perche se tutto fosse vero le donne dovrebbero dare la colpa anche alle favole per le innumerevoli storie sul principe azzurro
o quelli della generazione 70/80 cresciuti con i film di stallone e swarzie
penso che il problema dell'anoressia sia più un disturbo mentale, una cosa più profonda
il frequentare la palestra non è derivato dall'insicurezza ma anche dalla voglia di tenersi in forma
le ragazze che conosco io non sono maniache del fisico e lo dimostra anche il modo in cui si allenano (riposi tra le serie lunghi e molte chiacchierate)
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Capisco il tuo punto di vista. Lo stadio latente però è comunque "preparatorio" e non fa' vivere il soggetto in serenità .Tra l'altro è anche possibile che lo stesso soggetto non sviluppi problematiche alimentari ma altre forme di ossessione.
Perfettamente d'accordo. Ma tale situazione potrebbe essere preferibile all'esplosione del disturbo vero e proprio.
Sulla possibilità di cogliere i segnali di disagio precocemente non so quanto i sintomi di un dca possano essere specifici e permettere una diagnosi effettivamente tempestiva, così come non credo che una diagnosi tempestiva possa poi portare necessariamente ad una prognosi più favorevole.
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leggo solamente ora i commenti al mio articolo, scusate pertanto il ritardo della risposta.

Sono contento che il pezzo sia piaciuto ad Acid Angel, con cui ci siamo anche sentiti per mail ma non avevo capito che aveva letto l'articolo! Mi fa piacere che sia riuscito a descrivere sensazioni non mie, perchè conferma un punto di cui poi parlerò.

Quando si scrivono cose del genere ci si avventura sempre in un campo minato perchè riguardano argomenti così generali che è possibile dire tutto, il contrario di tutto, trovare chi è completamente d'accordo e chi invece no. E' normale perchè si generalizzano concetti che poi devono essere applicati a milioni di individui singoli.

Il punto fondamentale, per quello che ho letto, è che COMUNQUE c'è, nella società odierna, una pressione sempre più forte al "bello", a certi canoni. Questo è indubbio. Adesso, permettetemi, c'è uno spostamento ulteriore verso quella che può essere chiamata "troiaggine industriale": la prostituzione, in varia forma, portata a valore.

Cioè: chi batte per strada è una figura sociale negativa, per tutta una serie di motivi, ma chi fa la escort di alto bordo comincia oggi ad avere un riconoscimento sociale. Analogamente per il mondo maschile dove soggetti come Corona sono dei riferimenti, nel bene e nel male, ricevendo attenzioni dalla società mediatica.

Non è moralismo, è una constatazione. Ma questo sposta ancora di più la pressione perchè una "bella" e "spregiudicata" può ottenere da questa società molti di più da una che non è "bella" ma che non è "spregiudicata". I riferimenti si spostano sempre più verso qualcosa di irrealizzabile. Se il fenomeno escort è la punta, ciò che si trascina dietro non è da meno, con letterine, meteorine, personaggi dei reality che sono sempre di più, tette, culi di cui le pubblicità sono sempre più piene.

La pressione, aumenta.

Ovvio, mica tutte impazziscono, mica tutte diventano escort, mica tutte vanno in palestra perchè sono complessate... solamente, molte periscono nel tentativo di ottenere quello che vogliono.

Ciò che è illuminante nel commento di Acid Angel è proprio il fatto che la criticità si manifesta non quando è conclamata, dove è anche facile per chi è intorno capire che ci sono problemi, ma molto prima, quando una è normopeso ma insoddisfatta.

Per una che è anoressica conclamata ce ne sono sicuramente 10, 20, 50 che hanno delle insoddisfazioni: nulla di chè, ma... campano male. Io mi vorrei rivolgere, con quello che ho scritto, a quelle persone.

L'equivalente maschile è il ragazzino che a 16-18 anni si sente fuori posto, non cacato dal "gruppo", timido con le ragazze, che "vorrebbe il fisico". Anche lui campa male, ma alle ragazze si richiede di più, sono loro stesse che vogliono di più, però la pressione sociale aumenta anche per i maschi, studi su studi descrivono che aumentano certe patologie, anche se è difficile stabilire il confine fra una insoddisfazione e una patologia.

Il ragazzino che ho descritto, nel caso ci fossero dei dubbi, non ero io. Io non sono mai stato così, anche se ero uno non poi così accettato a scuola e di sicuro non un Brad Pitt con le ragazze. Io ho sempre avuto una fortissima identità, ma ho sempre preteso molto da me stesso. Per questo ho empatia con chi ha lo stesso approccio alla vita o ai suoi problemi: l'insoddisfazione è una molla potentissima.

Una anoressica è una che pretende tantissimo da se stessa ed ha la forza per piegare l'intero suo organismo, ma il concetto è sempre lo stesso: una forma di controllo, darsi degli obbiettivi e ottenerli, pretendendo l'impossibile e... riuscendoci. Persone del genere se potessero canalizzare questa forza in altri contesti potrebbero ottenere cose impensabili, ma dirigendola dentro loro stesse... possono autodistruggersi.

Anche io ho la capacità di pretendere così tanto da me stesso da arrivare a farmi molto male. Con il tempo certi aspetti si smussano perchè non sono patologie, crescendo uno capisce come fare, però mi accorgo che alla fine sono aspetti caratteriali profondi e probabilmente non dipendenti dall'educazione o dai genitori, semplicemente uno nasce in un certo modo.

Ad esempio, io riesco veramente ad andare in overtraining, che altro non è, alla fine, pretendere troppo dal proprio corpo con un meccanismo simile a quello dell'anoressia, alla fine.

Il punto è che tutte queste sono delle manifestazioni di insoddisfazione, ciò che cambiano sono l'oggetto dell'insoddisfazione da cui i mezzi con cui si esprime. Per questo motivo secondo me tanti comportamenti hanno una unica matrice comune: il doping, i disturbi alimentari, sballarsi per forza, l'overtraining seguono un filo comune. Ovvio, non è che per tutti sarà così: c'è chi si dopa perchè gliel'ha detto l'amico e pensa che bastino due pasticche per ottenere, ma c'è chi si dopa studiando il doping, scegliendo in maniera determinata.

Il risultato finale di tutte queste chiacchiere è che, alla fine, ognuno di noi per campare bene ha bisogno di trovare un suo, particolare, equilibrio. Non importa come, ma, personalmente e senza voler insegnare niente a nessuno, io credo fermamente che noi siamo persone assolutamente fortunate a vivere in questo punto del mondo che è un'oasi felice. A 500km in linea d'aria ci sono guerre, morti, condizioni di vita terrificanti. Noi abbiamo il dovere di essere felici perchè, se la salute regge, possiamo esserlo, non ci sono cazzi.

Questa felicità non è... "oh come sto bene, oh come sono felice", ma è veramente una ricerca, un obbiettivo. Se non lo siamo, dobbiamo lottare per esserlo. E' sicuramente difficile, ma essere felici è anche una forma di rispetto per chi è in condizioni oggettive tali da non poterlo essere.
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non so voi ma almeno nella mia palestra su 30 ragazze, ne trovo 3-4 che effettivamente avrebbero bisogno della palestra a scopo dimagrante, le altre sono quasi tutte scheletriche in qualche modo...

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da me i rapporti sono ben diversi. Mi sa che ti piacciono quelle in carne
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Trokji Trokji Non in Linea
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Io è molto che non entro in una palestra, quindi non posso fare una valutazione degli ultimi 5 anni.
Tra l'altro nell'ultima palestra nella quale sono stato le donne quasi non c'erano
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