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carlo88 carlo88 Non in Linea
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"Costa molto essere autentiche, signora mia,


ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.
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Veleno Veleno Non in Linea
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ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.
Non è questione di semplificare. E' che la causa primaria della depressione è proprio la differenza tra il reale e l'ideale; più la differenza è marcata, più la sofferenza è significativa.
Sul fatto che alla base vi possano essere ANCHE cause genetiche la discussione è tutt'ora aperta (le possibilità sembrerebbero maggiori in relazione alle sindromi bipolari o alla schizofrenìa); l'osservazione diretta, mediante colloquio psicologico, suggerisce che è invariabilmente lo schema mentale del paziente a determinare la patologia. Quanto poi questo schema sia innato, o acquisito non c'è possibilità di saperlo, e non è neppure importante, dal momento che si può cambiare, almeno entro certi limiti.

Comunque, come nota a margine, è da precisare che la depressione non comporta il suicidio come "decorso obbligatorio"...

Ultima Modifica di Veleno : 08-07-2012 11:15 PM.
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Veleno Veleno Non in Linea
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@acid: se vogliamo riformulare, allora dovremmo anche ridiscutere il significato del termine "realizzato": cioè, davvero sono più realizzato quanto più mi avvicino al mio ideale?
Ancora, la mia risposta è NO.
Il mio ideale può essere una promozione professionale: la ottengo, e il giorno dopo, scopro che mi toccano responsabilità che nessuno vorrebbe, e che lo stipendio non è adeguato; quindi, immediatamente lo sostituisco con un nuovo ideale: diverse responsabilità, diverso stipendio. Dunque, quanto sono realizzato veramente?

Aspiro ad un certo tipo di relazione: la ottengo, poi mi accorgo dei difetti della persona con cui condivido il mio tempo, quindi = nuovo ideale: altra persona, oppure persona depurata dei difetti. Di nuovo, quanto sono realizzato, pur essendomi avvicinato al mio ideale?

Comunque la giri, è un autoinganno.
Essere realizzati non ha nulla a che vedere con quanto ci avviciniamo al nostro ideale, ma piuttosto, con come viviamo i traguardi che conseguiamo (e anche quelli che NON conseguiamo); si ritorna nuovamente al discorso dell'accettazione, resa più difficile dalla nostra innata tendenza ad illuderci e come dice POOL, dal fatto che siamo costantemente fuorviati dagli ideali distorti sponsorizzati dai media...
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carlo88 carlo88 Non in Linea
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Veleno
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Non è questione di semplificare. E' che la causa primaria della depressione è proprio la differenza tra il reale e l'ideale; più la differenza è marcata, più la sofferenza è significativa.
Sul fatto che alla base vi possano essere ANCHE cause genetiche la discussione è tutt'ora aperta (le possibilità sembrerebbero maggiori in relazione alle sindromi bipolari o alla schizofrenìa); l'osservazione diretta, mediante colloquio psicologico, suggerisce che è invariabilmente lo schema mentale del paziente a determinare la patologia. Quanto poi questo schema sia innato, o acquisito non c'è possibilità di saperlo, e non è neppure importante, dal momento che si può cambiare, almeno entro certi limiti.

Comunque, come nota a margine, è da precisare che la depressione non comporta il suicidio come "decorso obbligatorio"...


ho riflettuto su queste parole, ed hai ragione; purtroppo non sempre è facile ristabilire gli equilibri tra conscio e inconscio, o comunque tra ciò che vorremmo essere e ciò che realmente siamo. Tante volte si è così dilaniati che è molto difficile riattaccare le parti.

Hai anche ragione sula fatto che non per forza la depressione porta al suicidio, ma ne può contemplare la possibilità.

Trovo anche io giusta l' osservazione di Liborio, solo che può succedere di conoscere (forse parzialmente) se stessi, ma non avere la capacità di cambiare certe cose.
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PO-OL PO-OL Non in Linea
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ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.
Ok, però il paletto che divide il grave dal non grave dove lo mettiamo?

E' chiaro che se una persona subisce un grave lutto, piuttosto che problemi familiari magari non così pesanti ma altrettanto forti, la depressione è fisiologica.

Però se parliamo di kg in più o in meno, piuttosto che di altre stupidate, allora la depressione diventa un capriccio, capriccio che noi che bene o male stiamo bene nel senso che un tetto sopra la testa l'abbiamo, da mangiare pure, possiamo permetterci di avere.

Per capirci, il caso di una donna che perde un figlio è diverso dall'adolescente che non ha l'iphone o che non è bello/a quanto vorrebbe.

Ultima Modifica di PO-OL : 08-07-2012 11:34 PM.
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ok, va bene tutto ma non si può ricondurre una malattia grave come la depressione (il cui decorso porta probabilmente al suicidio) al non accettare i propri limiti, o alla ricerca spasmodica e irrisolta di un ideale, appunto irraggiungibile o comunque in conflitto con la propria persona;

il discorso può funzionare per patologie meno gravi, ma malattie come la depressione hanno motivazioni più profonde e complesse; tante volte possono essere genetiche;

Io sono d' accordo con Veleno che il conflitto (più o meno esasperato) ''interiore'' può portare a conseguenze più o meno esasperate, appunto, ma non si può neanche semplificare troppo.
Quoto.

E anch'io quoto Liborio, l'autenticità qui c'entra poco sinceramente.

Quanti di noi conoscono persone molto in gamba e "realizzate", ma per nulla autentiche? Tanti.

Anyway...Qua nessuno ha detto che se non si diventa un possessore di Ferrari si va in depressione, che è una cosa ben diversa dal "rimanerci male".

Perseguire un proprio ideale di vita, anche semplicistico, anche superficiale, ma che sia autonomamente maturato VIVENDO e avendo a che fare con la vita e con la realtà, non con i film. Ripeto, quello di essere magro per un ciccione è un buon esempio, che si può estendere ad altri ambiti non prettamente fisici.

Che dire ad esempio di un ex-tossicodipendente o ex-galeotto che vuole riscattarsi? Che vuole riacquisireuna buona fama sociale? Cos'è un ideale da film? No è vita vera, dura, anche troppo, anche al limite. Ma per me quella è una persona realizzata. C'è gente che c'è riuscita, si è messa in gioco, si è impegnata e ce l'ha fatta. poi c'è chi non ce la fa, ma fa parte del gioco. Non generalizziamo.
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GiulioWL GiulioWL Non in Linea
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P.S. Veleno comunque è un saggio
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