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DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Predefinito Perchè non riesco a seguire una dieta? - 08-07-2011, 11:39 AM

Perchè non riesco a seguire una dieta?


Oggi sono proprio avvilita.
Lo so, ieri ero ancora carica ed entusiasta per il concerto dei Metallica, e oggi invece mi sento già da schifo.

I motivi sono tanti, ma qui elenco solo quelli in qualche modo pertinenti al forum: dieta e allenamento, ovvero la MANCANZA di dieta e allenamento.

Tanto per cominciare, confesso che io continuo a seguire il forum, ma ho smesso di aggiornare il mio diario perchè qui mi sento un u.f.o., perchè non riesco a fare quello che tutti gli altri riescono a fare: seguire un'alimentazione controllata e allenarsi con costanza.

Ma in realtà comincio a sentirmi un'aliena dappertutto, perchè mi pare che tutti riescano a stare a dieta, e io sono l'unica che ne è del tutto incapace. Lo stesso discorso vale per gli allenamenti e per tutto quello che mi prefiggo di fare.

Perchè sono così maledettamente pigra e priva di forza di volontà?
Perchè la mia debolezza riesce sistematicamente a sabotare tutti i miei propositi?
Perchè non riesco mai a raggiungere un obiettivo, uno che sia uno?
Perchè la mia forza mentale è perfino minore della mia forza fisica, e c'è un modo per allenarla?
Perchè per me tutto si esaurisce nel provare e fallire, e riprovare e rifallire?
Perchè non riesco mai a motivarmi abbastanza?
Sbaglio ogni volta qualcosa o è un'incapacità costituzionale ed è meglio che invece di rodermi l'anima mi sforzi di rassegnarmi all'idea di non poter cambiare mai?

Peccato che anche se provassi a rassegnarmi ormai sono sicura che non sarei serena e continuerei a sentirmi una merda per la mia incapacità, quindi nemmeno quella è una reale alternativa .

Okay, pare che soffra di depressione, ma la sto curando senza interruzioni da un anno, anche se a ogni difficoltà che incontro l'effetto della mia cura sembra indebolirsi progressivamente.
In ogni caso, la depressione non è una scusante, perchè so benissimo che anche quando mi sento meglio non ho molta più forza di volontà di quanto sto peggio.
Anzi, visto che fra i motivi della mia depressione c'è proprio la mia incapacità di seguire dieta e allenamento, in teoria la paura dei sensi di colpa dovrebbe fungere da deterrente, ma non funziona proprio.

A pensarci bene, probabilmente non funziona perchè in realtà, per quanto mi stiano rovinando giornate su giornate, questi motivi di depressione NON sono quelli principali, e di fronte agli altri motivi, ancora più opprimenti, questi cedono il passo.

Però, non è che gli altri motivi di tristezza o di angoscia magicamente spariscono se mangio dolci in continuazione, o se mi affloscio sul divano invece di andare in palestra ...questo dovrei saperlo, K@zzo. Anzi, so perfettamente che a comportarmi così finisco solo per aggiungere altri motivi di avvilimento a quelli che già ho.
Non potendo oggettivamente agire sugli altri motivi, dovrei almeno agire sui motivi che dipendono esclusivamente dalla mia volontà, giusto?
E perchè allora nonostante tutti i miei propositi ogni volta falliscono?

E soprattutto come imparare a essere più costante?

Come fate voi a rispettare gli impegni che prendete con voi stessi?

Ultima Modifica di DesperateGymwife : 08-07-2011 11:41 AM.
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  (#2)
orange orange Non in Linea
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Predefinito 08-07-2011, 02:11 PM


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Come fate voi a rispettare gli impegni che prendete con voi stessi?
Forse perchè rispettiamo la dieta ma falliamo in altre situazioni. Tu magari riesci a importi o a fare altre cose con naturalezza ma la dieta proprio no.

Dovresti cercare di dimenticarti del cibo, ma è impossibile, specie se si è golosi. Organizza la giornata alla perfezione ma senza l'alimentazione.
Specialmente nei momenti liberi, leggi, vai a fare un giro, esci con gli amici...
Devi provare a trasformare i pasti come un elemento quasi di disturbo perchè ti tolgono tempo per le cose che vorresti fare.
Quando finisci di mangiare sai già cosa farai da li a 5 minuti e ti metti a farlo. Non stai li a pensare "avrei ancora un buchetto da riempire..."

Poi dieta non vuol dire petto di pollo bollito"stoppaccioso" e insalatina. Puo anche trovare piatti sani ma che appagano il palato, però non devi trasformare il piacere di mangiare in una ragione di vita.
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  (#3)
zac zac Non in Linea
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Predefinito 08-07-2011, 04:21 PM


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Come fate voi a rispettare gli impegni che prendete con voi stessi?
mai rispettato un impegno che ho preso con me stesso

desp non è che semplicemente ti prendi troppo sul serio?

cerca di fare le cose che ti divertono...se non ti diverte andare in palestra non farlo!! fai altro: areobica, pilates, jogging, che-ne-so

se ti va di mangiare: mangia!!

certo trattieniti un po' ma non trattarti troppo male e non odiarti dopo per aver sgarrato

forse sono un po' troppo semplicistico...ma potrebbero essere dei piccoli passetti per stare meglio
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  (#4)
luis73 luis73 Non in Linea
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Predefinito 08-07-2011, 06:26 PM


Credo che il tuo problema non sia poi cosi' fuori dal coro degli utenti del forum. Almeno per me e' sempre stato difficile non sgarrare ai propositi e non parlo solo di cibo. Sono compulsivo in tutto: mangiavo come un bue, mi mangio le unghie e fumavo come un turco. A 35 anni sono arrivato a 106kg per 185 cm di altezza e mi sentivo, ti assicuro, inadeguato e fuori luogo in qualunque occasione!
Mi e' naturalmente impossibile dare consigli "profondi" quando credo anche un analista non abbia sempre le idee chiare sui disagi e le depressioni di un individuo.
Quello che io sono riuscito a fare ormai da due anni e passa e' stato di convertire le energie "compulsive" che mi spingevano a certi vizi ed eccessi in energia da convogliare in attivita' fisica e attenzione alimentare. Per esempio mi sono buttato a capofitto nella sperimentazione di ricette che mi appagassero i sensi (ai quali non voglio rinunciare) rimanendo entro certi parametri auto imposti di macronutrienti e calorie. Ti assicuro che e' un bel giochino e che anche se non risolutivo aiuta molto a riempirsi le papille gustative e a non mortificare il gusto (con inevitabili ricadute nell'abbuffatona!). Con il tempo ho acquisito maggiore sicurezza e soddisfazione e ho potuto alleggerire il carico di maniacalita' per l'alimentazione senza rovinare, anzi, i risultati! Ti ripeto che non ho soluzioni o consigli da esperto ma ho voluto condividere la mia esperienza che magari ti puo' dare piccoli spunti a convogliare le forze nella direzione giusta. In bocca al lupo!
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LiborioAsahi LiborioAsahi Non in Linea
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Predefinito 08-07-2011, 06:46 PM


Desp tu ti lamenti per la tua incostanza, invece di esser contenta dei risultati che hai nonostante la tua cedevolezza.
Hai un fisico magro e slanciato nonostante i tuoi errori.
C'è chi non sbaglia eppure esteticamente ricorda le vacche al pascolo.
Non dico di non tentare di migliorarti, ma inizierei a entrare in un ottica diversa. Mi sembra che tu veda tutto nero, quando così non è...

Prima di entrare in carreggiata la maggior parte degli utenti hanno di certo avuto periodi più o meno lunghi dove seguire la dieta era un'impresa impraticabile (qualche cyborg fot**to ci sarà in mezzo a noi, ma quelle sono eccezioni ). Io in primis.
Per me è sempre stato un po come andare a correre. Impensabile voler iniziare subito con prestazioni da atleta allenato. Però pian piano riesco anche io a seguire con rigore una dieta.

E anch io, come Luis, qualche anno fa ero 104 kg di trippa
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  (#6)
Veleno Veleno Non in Linea
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Predefinito 08-07-2011, 07:02 PM


Credo che alla base del tuo comportamento ci sia una forma di perversione masochistica piuttosto forte, dalla quale non hai nessuna intenzione di liberarti. In ogni caso, per qualsiasi decisione troveresti sempre e comunque dei motivi di sconforto. Non dipende da fattori/eventi esterni, ma è tutto dentro di te.
Impegnarti sul serio, o cambiare le cose che ti scontentano significherebbe abbandonare questa identità che tanto faticosamente ti sei costruita: del resto, meglio eccellere almeno nella sofferenza che essere mediocre in tutto...
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  (#7)
Yashiro Yashiro Non in Linea
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Predefinito 08-07-2011, 07:12 PM


Prendi un bel respiro desp, è tutto normale.
E' quello che chiamo "effetto rimbalzo", che a me capita sempre: quando vivi un evento o una giornata particolarmente felice, il giorno dopo o comunque al termine dell'evento mi sento di merda, molto peggio del pre-evento...lo chiamo effetto rimbalzo perché dopo un picco segue una pesante flessione, a cui segue fortunatamente un ritorno alla costanza d'umore. Niente di cui preoccuparsi, non più del solito.
I problemi che hai sono gli stessi e della stessa entità del pre concerto, solo che oggi si fanno sentire più pesanti. Per rispondere alle tue tante domande, tutto è frutto della mancanza di motivazione...perché alla fin fine qualsiasi scopo tu ti prefigga incontra la granitica domanda "chi me lo fa fare?" ed a quella non sai rispondere, perché forse non c'è nulla che davvero BRAMI. Se ti può consolare è un problema che ho spesso anch'io, quando ogni passo è "strisciato stanco, e nel frattempo tutto il resto è fretta".... Quello può essere dovuto ad una forma di depressione, oppure esserne la causa scatenante. Quindi non è tanto il trovare qualcosa da fare, quanto la motivazione per farlo. Vuoi metterti a dieta, ma per quale scopo? Piacere personale? Dimostrare a qualcuno che puoi plasmarti a tuo piacere? Concorso fitness? Qualunque sia la motivazione, con essa ti ci devi "riempire"...scendi nel piccolo per guardare le cose. Guardando l'infinità dell'Universo la tua dieta, il mio squat, il bicipite di Cutler...ma chi se li incul@??? Eppure per lui è importante, per me è importante, e per te è importante (altrimenti non ci soffriresti). Quindi devi ritrovare amore e fiducia in te stessa.... Purtroppo non ho una formula efficace Potresti provare il DMT Scherzo eh
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  (#8)
DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Predefinito 08-07-2011, 11:40 PM


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Originariamente inviato da Veleno Visualizza Messaggio
Credo che alla base del tuo comportamento ci sia una forma di perversione masochistica piuttosto forte, dalla quale non hai nessuna intenzione di liberarti. In ogni caso, per qualsiasi decisione troveresti sempre e comunque dei motivi di sconforto. Non dipende da fattori/eventi esterni, ma è tutto dentro di te.
Impegnarti sul serio, o cambiare le cose che ti scontentano significherebbe abbandonare questa identità che tanto faticosamente ti sei costruita: del resto, meglio eccellere almeno nella sofferenza che essere mediocre in tutto...
A' Velè, e grazie ar cazzo! La perversione masochistica lo so pure io di averla (gli psichiatri però la definiscono distimìa, o depressione minore )...ma saperlo non è di grande aiuto, almeno per me.

I fattori possono essere esterni o interni, ed è ovvio che anche a quelli esterni si può reagire in modi diversi a seconda di come li vedi. Però credimi se ti dico che non mi sono duramente impegnata per diventare così, il mio è un invidiabile talento naturale.
La fatica la si fa a cambiare, e io appunto sono troppo pigra per riuscirci, sono io stessa la prima a dirlo, e a essere disgustata da questa pigrizia.

Se però pensi che si stia come sto io perchè in fondo ci si prova gusto, tanto che ci si mette perfino di impegno per arrivarci, ti ricordo che allora potresti impegnarti tu stesso per raggiungere questo nirvana...così poi mi dici quanto te la spassi.
Anzi, ti auguro di cuore di raggiungerlo al più presto!
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  (#9)
Veleno Veleno Non in Linea
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Predefinito 09-07-2011, 07:50 AM


Distimìa e perversione masochistica non sono la stessa cosa, tutt'al più la prima può essere un sintomo della seconda.
Premesso questo, io non credo che provi gusto nell'essere come sei, almeno non consapevolmente, ma a un livello più profondo ci metti tutto l'impegno possibile per coltivare e mantenere questo "status quo" che, in fondo, ti fa gioco, sia scaricando continuamente le tue responsabilità all'esterno, nella convinzione che il tuo malessere dipenda da persone ed eventi avversi, sia confrontandoti continuamente con situazioni dalle quali sai già in partenza che uscirai sconfitta. Un ottimo esempio sono i programmi di dimagrimento a cui ti sottoponi nonostante sia palese a tutti che manchino di logica e criterio, e che puntualmente falliscono, ma credo non si tratti di un eccezione o di un caso isolato, quanto piuttosto di un modello di comportamento che tende ad emergere in molti ambiti diversi della tua vita. Ma quale motivo spinge una persona a ricercare costantemente il "fallimento"?
La necessità di tenere viva la fiamma dell'autocommiserazione e dell'autoflagellazione, allo scopo di ottenere quell'attenzione di cui sente disperatamente necessità.
Dunque, nella convinzione di non riuscire ad eccellere per meriti, acquisisce la tendenza ad eccellere per demeriti. Come dicevo sopra, primi o ultimi non importa, quello che importa è farsi notare. Dopotutto, se torniamo con la mente ai nostri trascorsi scolastici, di quali compagni riusciamo a ricordarci facilmente? O dei secchioni al primo banco, o dei segaioli all'ultimo; tutti quelli che c'erano nel mezzo ci risultano del tutto incolori...
Il nocciolo della questione è proprio questo: l'incapacità di accettare di essere nella media.
Tuttavia il gioco ha una falla: se è vero che in questo modo si riesce nel faticoso compito di ottenere attenzione, è altresì vero che la persona avrà sempre il sospetto che quest'attenzione sia posticcia, dunque rimarrà sospettosa, si chiederà: "Ma gli altri mi considererebbero ugualmente se non fossi così sfigato/sfortunato/sofferente?" E la sua autostima tenderà a diminuire ogni volta che situazioni ed eventi tenderanno a confermare questo suo sospetto, originando così un circolo vizioso dal quale non vi è uscita, e che risulta fortemente limitante per lo sviluppo psicologico della persona.

Sapere tutto questo può essere d'aiuto?
Di per sè, il solo fatto di saperlo non può esserlo in nessun modo, perchè fino a quando non si è disposti ad ammettere di avere un ego grande come un palazzo e di alimentarlo continuamente in tutti i modi possibili non si va da nessuna parte. Pensare di essere soltanto delle vittime inermi non è altro che una forma di difesa. Solo quando si comprende che la nostra responsabilità in ordine alla nostra sofferenza è cruciale, potrà avvenire un vero cambiamento.

Ultima Modifica di Veleno : 09-07-2011 08:00 AM.
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luis73 luis73 Non in Linea
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Predefinito 09-07-2011, 08:51 AM


Io non ti conosco personalmente come altri Desp e quindi il giudizio che do al discorso di Veleno e' generale. Ho vissuto a stretto, strettissimo contatto con una persona che rivelava tutti i sintomi descritti da Veleno e che comincio' proprio cosi' un percorso depressivo che sfocio' in una pesantissima ipocondria patologica che rese impossibile il rapporto. Ora io non posso giudicare se sia il tuo caso ne per conoscenza diretta e nemmeno perche' traspaia abbastanza dal tuo post, ma se in qualche modo ti ritrovi in quello che ha detto non prendertela in maniera personale perche' credo che affrontare certe cose "a schiaffo" a volte sia giusto e potrebbe aprirti gli occhi in modo positivo...sempre che abbia azzeccato il problema! Ti auguro che invece sia una depressione di lieve entita' come quelle che in tanti hanno passato e che si possono risolvere con semplici "decentramenti" delle energie verso qualcosa di positivo
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Acid Angel Acid Angel Non in Linea
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Predefinito Arieccoci ;) - 09-07-2011, 10:17 AM


Ciao Desp,
ho letto il tuo thread appena l'hai scritto, quando ancora non vi aveva risposto nessuno.
Un po' perché ultimamente non ho la testa, un po' perché l'argomento è delicato, non sapevo se risponderti o no.
Ieri sera volevo mandarti un sms per dirti che cmq avevo letto e non ti avevo tralasciata volontariamente.
Però non mi sembrava abbastanza, perché io a differenza di Luis o altri ti conosco e un su certe cose abbastanza bene.

Appena ho visto questo thread mi sono cadute le braccia. Il loop ricomincia ho detto, cazzocazzocazzo.
Ho pensato a me che OGGI non riesco nemmeno minimamente a rispettare QUEI canoni malati autoimposti di 2 3 anni fa e sotto sotto me ne dolgo, sai la forza e determinazione che un annetto fa, quando mi iscrissi, dicesti di invidiare? Beh forse è vero, io sono costante nell'allenamento, se ho molta fame mi mangio più verdure (Stamani alle 6.30 ero nell'orto per cogliere le fragole per fare un frullatino fresco, ovviamente non per me, troppo godimento farlo con il latte intero che è l'unico latte che ho in casa ... insomma mi sono colta un pomodoro e l'ho mangiato in casa prima di tornare un po' a letto, perché avevo già fame, e ieri sera avevo mangiato la pizza, non avevo digiunato. Però costa molta fatica far così.), ma nonostante questo la fame cui mi sono esposta nel tempo fa' sì che io non sia mai soddisfatta della mia compostezza alimentare diciamo così. La costanza nell'allenamento pure, avendo passato periodi ossessivi, non mi fa' sentire a posto. Come vedi ultimamente ho diminuito i carichi perché sento dolore e spossatezza in caso contrario, ma vorrei far di più.

A cosa serve questo? A dirti che anche tra chi TU vedi super costante super cyborg c'è quello che si sente mezza merd@ come ti senti tu.


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Desp tu ti lamenti per la tua incostanza, invece di esser contenta dei risultati che hai nonostante la tua cedevolezza.
Hai un fisico magro e slanciato nonostante i tuoi errori.
C'è chi non sbaglia eppure esteticamente ricorda le vacche al pascolo.
Non dico di non tentare di migliorarti, ma inizierei a entrare in un ottica diversa. Mi sembra che tu veda tutto nero, quando così non è...

Prima di entrare in carreggiata la maggior parte degli utenti hanno di certo avuto periodi più o meno lunghi dove seguire la dieta era un'impresa impraticabile
Desp come tu sai bene io ti vedo magrissima, SEI magrissima, da amica pur non standoci bene te lo ripeterò all'infinito. Liborio ha ragione, c@zzo ma lo vedi quanto sei effettivamente magra? Sei molto ma molto ma molto più secca del 99% delle donne sulla faccia della Terra, me compresa e non puoi negarlo. Poi si può discutere sulle proporzioni e sul tipo di fisico, ma ora nel thread parli di dieta diamgrante e io di quella ti parlo.
Hai mai pensato che forse non segui una dieta perché sai dentro di te di non averne bisogno?

Io ne avevo bisogno da preadolescente e l'ho seguita. A 28 anni ero mossa da quella super forza disfunzionale che aveva la data di scadenza come è logico che sia (ma io non lo sapevo). Tu in fondo sei sempre stata magrissima, stanca cronica, hai raccontato più volte che eri la piccola da curare perché fragile e delicata.
Questo mi riconduce al discorso di Veleno che trovo di una lucidità e correttezza a dir poco sorprendenti.



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Premesso questo, io non credo che provi gusto nell'essere come sei, almeno non consapevolmente, ma a un livello più profondo ci metti tutto l'impegno possibile per coltivare e mantenere questo "status quo" che, in fondo, ti fa gioco, sia scaricando continuamente le tue responsabilità all'esterno, nella convinzione che il tuo malessere dipenda da persone ed eventi avversi, sia confrontandoti continuamente con situazioni dalle quali sai già in partenza che uscirai sconfitta. Un ottimo esempio sono i programmi di dimagrimento a cui ti sottoponi nonostante sia palese a tutti che manchino di logica e criterio, e che puntualmente falliscono, ma credo non si tratti di un eccezione o di un caso isolato, quanto piuttosto di un modello di comportamento che tende ad emergere in molti ambiti diversi della tua vita. Ma quale motivo spinge una persona a ricercare costantemente il "fallimento"?
La necessità di tenere viva la fiamma dell'autocommiserazione e dell'autoflagellazione, allo scopo di ottenere quell'attenzione di cui sente disperatamente necessità.
Dunque, nella convinzione di non riuscire ad eccellere per meriti, acquisisce la tendenza ad eccellere per demeriti. Come dicevo sopra, primi o ultimi non importa, quello che importa è farsi notare. Dopotutto, se torniamo con la mente ai nostri trascorsi scolastici, di quali compagni riusciamo a ricordarci facilmente? O dei secchioni al primo banco, o dei segaioli all'ultimo; tutti quelli che c'erano nel mezzo ci risultano del tutto incolori...
Il nocciolo della questione è proprio questo: l'incapacità di accettare di essere nella media.
Tuttavia il gioco ha una falla: se è vero che in questo modo si riesce nel faticoso compito di ottenere attenzione, è altresì vero che la persona avrà sempre il sospetto che quest'attenzione sia posticcia, dunque rimarrà sospettosa, si chiederà: "Ma gli altri mi considererebbero ugualmente se non fossi così sfigato/sfortunato/sofferente?" E la sua autostima tenderà a diminuire ogni volta che situazioni ed eventi tenderanno a confermare questo suo sospetto, originando così un circolo vizioso dal quale non vi è uscita, e che risulta fortemente limitante per lo sviluppo psicologico della persona.

Sapere tutto questo può essere d'aiuto?
Di per sè, il solo fatto di saperlo non può esserlo in nessun modo, perchè fino a quando non si è disposti ad ammettere di avere un ego grande come un palazzo e di alimentarlo continuamente in tutti i modi possibili non si va da nessuna parte. Pensare di essere soltanto delle vittime inermi non è altro che una forma di difesa. Solo quando si comprende che la nostra responsabilità in ordine alla nostra sofferenza è cruciale, potrà avvenire un vero cambiamento.

Vel, te lo devo dire. La mia stima nei tuoi confronti come utente è sempre stata alta, lo è stata anche quando hai scritto idee estreme (non vi sarebbe stato il motivo per il contrario, ma l'ho ribadito perché a volte qualcuno ci stima solo perché la pensa come noi, invece si stima una testa per come ragiona), ma dopo questa riflessione devo dire che secondo me hai espresso un concetto chiave.

Desp, leggiti attentamente quello che scrive Vel. Soprattutto trovo illuminante l'esempio sui compagni di classe. Io ero tra i primi... ricordata (me l'hanno ripetuto poi dopo anni) da tutti i miei compagni come la perfetta, mi chiamavano vocabolario alle medie, alle superiori ero il punto di riferimento e all'università tutti volevani i miei appunti. Laureata vecchio ordinamento, 4 anni più tesi di 9 mesi, con il max, laureata in corso a 23 anni.

Però Desp... è faticosissimo essere la prima in tutto, nello studio e nella vita.
Per essere ligia al mio ruolo non ho vissuto per molti anni.
E poi anche io sono scoppiata.
DCA e tutto il resto. Quindi, come vedi, anche chi si pone standard altissimi e raggiunge tutti gli obiettivi che si è posto (pensa che al IV esame presi un 26, non avevo frequentato e il prof non volle darmi che questo per me votucolo. Uscii dall'aula in lacrime, promettendo a me stessa che da quel momento in poi non avrei preso MAI meno di 28 e che cmq la mia media di presentazione alla laurea avrebbe dovuto essere molto vicino al 110, mi concedevo un 108 per poi avere il max in sede di discussione di tesi. A ogni esame facevo il calcolo, media * 11 / 3 per vedere quale media dei voti avrei dovuto mantenere in futuro per raggiungere l'obiettivo. Era un'ossessione. Non molto dissimile dal calcolo delle calorie. Dal pesare la pera con la buccia poi sbucciata poi pesarne solo la buccia poi ripesare la pera poi la pera con la buccia tolta ma insieme poi fare la sottrazione... e intanto Andrea che era a pranzo con me magari aveva già bevuto il caffè e era sul divano a rilassarsi. E io pesavo la pera ) non è così sereno. E se fonda la sua autostima su quello e poi fallisce, allora deve ricostruirsi da capo.

Io ho vissuto tutto. E non è stato bello.
Dopo il fallimento diciamo del personaggio SuperVale (che però era amata in modo più sincero e meno timoroso dagli altri, che finalmente mi vedevano umana), ho passato per filo e per segno la fase descritta da Veleno. Se non potevo eccellere nei meriti, allora potevo diventare la malata, la sottonutrita sempre debole piccola piccola sempre triste bisognosa dell'aiuto di tutti, la bambolina fragile che una volta era una ragazzona taglia 46 che vinceva gli amici a braccio di ferro e parlava 3 lingue come fossero la sua.
Invece, dopo aver visto che la vita fuori casa era schiacciante per le mie aspettative di riuscita (non potevo accettare di non essere subito bravissima a stirare, pulire, preparare pasti gustosi per il palato del mio ex, ecc), sono crollata e sono diventata una larva.

Però Desp, io sotto sotto ero fiera di essere guardata con spavento dalle persone mentre giravo per la mia città, io NON volevo essere normale. Io ero lo scheletrino tutto vene, ero comunque freak in un modo o nell'altro, con in più l'aggiunta di far preoccupare familiari e amici stretti.
Wow!
Era anche meno faticoso rispetto all'altro ruolo.

Però a un certo punto, visto che la cosa era estremamente disfunzionale e comunque io mi aggrappavo agli altri come specchio per affermare me stessa, è venuto il momento di farla finita anche con questo.

Ho accettato in certi ambiti, lo sto faticosamente accettando in altri, che non si può essere sempre o perfettamente bravi o perfettamente fallimentari.

Allo stesso modo magari sotto sotto tu hai bisogno di attenzioni e amore senza che tu te ne accorga veramente, perché non te ne danno a sufficienza o, molto più probabilmente, perché non te ne danno nella maniera che tu vorresti, che è ben diverso.

Non so darti la formula magica. Semplicemente volevo comunicarti che spesso è nero il muro che tu dipingi di nero, e che i muri splendenti degli altri gli altri stessi li vedono urgentemente necessitanti una bella imbiancata.
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DesperateGymwife DesperateGymwife Non in Linea
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Predefinito 09-07-2011, 12:33 PM


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Originariamente inviato da Veleno Visualizza Messaggio
Distimìa e perversione masochistica non sono la stessa cosa, tutt'al più la prima può essere un sintomo della seconda.
Esatto...nel mio caso lo è, io lo chiamo masochismo esistenziale

Premesso questo, io non credo che provi gusto nell'essere come sei, almeno non consapevolmente, ma a un livello più profondo ci metti tutto l'impegno possibile per coltivare e mantenere questo "status quo" che, in fondo, ti fa gioco,
Mi sono chiesta migliaia di volte quale sia il vantaggio più o meno conscio...e anche se poi ci sia davvero, perchè si dà per scontato di sì ma non è facile trovarlo...

sia scaricando continuamente le tue responsabilità all'esterno, nella convinzione che il tuo malessere dipenda da persone ed eventi avversi,

Questo in realtà non mi sembra proprio di farlo spesso. Se scaricassi la responsabilità all'esterno tenderei ad assolvermi e a prendermela con gli altri, invece io so perfettamente che il fallimento è mio, ed è questo il motivo dell'insoddisfazione di sè e della perdita di fiducia in se stessi


sia confrontandoti continuamente con situazioni dalle quali sai già in partenza che uscirai sconfitta. Un ottimo esempio sono i programmi di dimagrimento a cui ti sottoponi nonostante sia palese a tutti che manchino di logica e criterio, e che puntualmente falliscono, ma credo non si tratti di un eccezione o di un caso isolato, quanto piuttosto di un modello di comportamento che tende ad emergere in molti ambiti diversi della tua vita.

assolutamente sì, e ovviamente così finisce che la delusione per ogni nuovo fallimento rinnova quella dei precedenti, e si pensa di essere destinati a fallire in ogni ambito

Ma quale motivo spinge una persona a ricercare costantemente il "fallimento"?
La necessità di tenere viva la fiamma dell'autocommiserazione e dell'autoflagellazione, allo scopo di ottenere quell'attenzione di cui sente disperatamente necessità.
Ma guarda, in sè e per sè l'autocommiserazione non è poi così divertente e non credo che sia ricercata a nessun livello, neppure inconscio.
Invece l'attenzione degli altri sì, e questo è probabilmente il cosiddetto "vantaggio", il tornaconto psicologico che può indurre inconsciamente a non cambiare.

Dunque, nella convinzione di non riuscire ad eccellere per meriti, acquisisce la tendenza ad eccellere per demeriti.
Come dicevo sopra, primi o ultimi non importa, quello che importa è farsi notare.
Questo può essere vero: pur di non rischiare l'indifferenza, e il passare inosservati, si preferisce farsi notare o "eccellere" per demeriti, o per cose negative in genere.

Dopotutto, se torniamo con la mente ai nostri trascorsi scolastici, di quali compagni riusciamo a ricordarci facilmente? O dei secchioni al primo banco, o dei segaioli all'ultimo; tutti quelli che c'erano nel mezzo ci risultano del tutto incolori...
Il nocciolo della questione è proprio questo: l'incapacità di accettare di essere nella media.
Tuttavia il gioco ha una falla:
Più d'una: diciamo pure che è un colabrodo...

se è vero che in questo modo si riesce nel faticoso compito di ottenere attenzione, è altresì vero che la persona avrà sempre il sospetto che quest'attenzione sia posticcia, dunque rimarrà sospettosa, si chiederà: "Ma gli altri mi considererebbero ugualmente se non fossi così sfigato/sfortunato/sofferente?" E la sua autostima tenderà a diminuire ogni volta che situazioni ed eventi tenderanno a confermare questo suo sospetto, originando così un circolo vizioso dal quale non vi è uscita, e che risulta fortemente limitante per lo sviluppo psicologico della persona.

Verissimo. E poi anche l'attenzione e la commiserazione degli altri in realtà non bastano affatto a compensare il disagio che si prova. Come dire, investi 100 e ti torna indietro 10...

Sapere tutto questo può essere d'aiuto?
Di per sè, il solo fatto di saperlo non può esserlo in nessun modo, perchè fino a quando non si è disposti ad ammettere di avere un ego grande come un palazzo e di alimentarlo continuamente in tutti i modi possibili non si va da nessuna parte. Pensare di essere soltanto delle vittime inermi non è altro che una forma di difesa. Solo quando si comprende che la nostra responsabilità in ordine alla nostra sofferenza è cruciale, potrà avvenire un vero cambiamento.
Forse bisognerebbe ammettere di avere un ego grande come un palazzo e poi però trattarlo come tale...cioè, invece pensare di essere delle vittime (nel mio caso più di me stessa che degli altri) pensare al contrario di avere un sacco di possibilità...
A dir la verità io faccio anche quello, ma mi sembra non funzionare. Forse esagero con le aspettative, sempre per il discorso che è difficile accontentarsi della mediocrità. Poi quando queste vengono per forza di cose disilluse, perchè appunto invece non ho le capacità di eccellere, devo fare i conti con il senso di fallimento.
Questo discorso di applica perfettamente al problema dieta, e anche a tutto il resto.
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Io non ti conosco personalmente come altri Desp e quindi il giudizio che do al discorso di Veleno e' generale. Ho vissuto a stretto, strettissimo contatto con una persona che rivelava tutti i sintomi descritti da Veleno e che comincio' proprio cosi' un percorso depressivo che sfocio' in una pesantissima ipocondria patologica che rese impossibile il rapporto. Ora io non posso giudicare se sia il tuo caso ne per conoscenza diretta e nemmeno perche' traspaia abbastanza dal tuo post, ma se in qualche modo ti ritrovi in quello che ha detto non prendertela in maniera personale perche' credo che affrontare certe cose "a schiaffo" a volte sia giusto e potrebbe aprirti gli occhi in modo positivo...sempre che abbia azzeccato il problema! Ti auguro che invece sia una depressione di lieve entita' come quelle che in tanti hanno passato e che si possono risolvere con semplici "decentramenti" delle energie verso qualcosa di positivo
Diciamo che è uno stato cronico altalenante a seconda dei casi della vita. Quella che nel caso da te descritto è stata la fase finale per me è stata la fase iniziale. Superata quella è rimasta però un atteggiamento di paura e di sfiducia che si è spalmato su svariati aspetti e campi della vita.

Soprattutto su quelli legati alla sfera corporea, quindi dieta, attività fisica, aspetto esteriore, sessualità ecc...
Difficilmente credo che potrò mai riconciliarmi del tutto con il mio corpo, e quindi tutti questi ambiti per me sono estremamente delicati, e fonte di ansia e frustrazione permanenti. Poi, a seconda dei momenti e delle circostanze esterne, mi focalizzo più su uno o sull'altro di questi aspetti, ma restano tutti sempre molto critici.
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Originariamente inviato da DesperateGymwife Visualizza Messaggio
Forse bisognerebbe ammettere di avere un ego grande come un palazzo e poi però trattarlo come tale...cioè, invece pensare di essere delle vittime (nel mio caso più di me stessa che degli altri) pensare al contrario di avere un sacco di possibilità...
A dir la verità io faccio anche quello, ma mi sembra non funzionare. Forse esagero con le aspettative, sempre per il discorso che è difficile accontentarsi della mediocrità. Poi quando queste vengono per forza di cose disilluse, perchè appunto invece non ho le capacità di eccellere, devo fare i conti con il senso di fallimento.
Questo discorso di applica perfettamente al problema dieta, e anche a tutto il resto.
Se alla base manca l'autostima, pensare di valere suona soltanto come l'ennesima presa per i fondelli, dunque, un altra strategia destinata a fallire miseramente.
In ogni caso, esaltare il proprio ego pensando di eccellere o pensando di essere i peggiori in tutto è in ultima analisi la stessa identica cosa. L'autocommiserazione è una strategia a perdere, e l'hai capito, ma l'autoesaltazione lo è ugualmente, perchè tende ad idealizzare una perfezione che non arriverà mai per il semplice motivo che essendo esseri umani, non ci appartiene. E per di più è illusoria: mi esalto per essere considerato per la mia intelligenza, poi dico una vaccata e mi smentisco, il castello di carte crolla e vado in crisi; mi esalto perchè ho un gran bel fisico, poi ho un infortunio, non posso più allenarmi e il fisico va a ramengo...dunque, cosa resta di quell'eccellenza? Senza contare che spesso, anche una volta raggiunta una determinata "eccellenza", immediatamente la sostituiamo con un obiettivo superiore, e ciò che abbiamo raggiunto magari faticosamente, di colpo non ha più nessun valore. Diventa così un circolo senza fine, alla continua ricerca di altro, senza vedere ciò che abbiamo veramente...
La buona notizia è che una volta acquisita consapevolezza di questi meccanismi, autoesaltazione e autocommiserazione diventano di colpo molto meno allettanti.
La cattiva è che per superare questa forma mentis è necessario abbandonare il proprio ego, e quindi, in definitiva, accettare incondizionatamente la propria mediocrità e il fatto di non essere speciali in nessun modo, e questa per certe persone è una prospettiva assolutamente insopportabile.
Invece ci si schiude un mondo quando ci ridimensioniamo e pensiamo, come scrive Yashiro, a quanto siamo piccoli e insignificanti pur con tutte le nostre eccellenze, rispetto alla vastità dell' universo...

Ultima Modifica di Veleno : 09-07-2011 07:55 PM.
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La cattiva è che per superare questa forma mentis è necessario abbandonare il proprio ego, e quindi, in definitiva, accettare incondizionatamente la propria mediocrità e il fatto di non essere speciali in nessun modo, e questa per certe persone è una prospettiva assolutamente insopportabile.
Invece ci si schiude un mondo quando ci ridimensioniamo e pensiamo, come scrive Yashiro, a quanto siamo piccoli e insignificanti pur con tutte le nostre eccellenze, rispetto alla vastità dell' universo...
desp non hai mai visto fight club?

Io come qui vedono tutti, sono scherzoso, e in effetti lo sono sempre nella vita quotidiana ma ho attraversato un periodo quest'inverno così difficile che non credevo d'uscirne...
ne sono uscito, guardando un uomo e la sua canna da pesca su una panchina di istanbul in riva al bosforo...solo, senza che nessuno sapesse dove io fossi o con chi... seduto dove nessuno mi conosce e dove ti rendi conto di essere uno come tanti...
quell'uomo che pescava non era ne più ne meno speciale di me, di te, di tutti noi o del presidente degli usa..il mondo continuerà ad andare avanti anche quando l'uomo più importante al modo morirà perchè ne arriverà un altro e poi un altro e un altro ancora... nessuno di noi è indispensabile e bisogna prederne atto.
Ma ho dovuto toccare il fondo per risalire, ho davvero dovuto temere di morire per vivere, solo allora sono riuscito a liberarmi..e l'ho fatto solo, senza che chi mi stesse vicino si rendesse conto in maniera evidente di quanto scendessi, perchè nonostante tutto ero così bravo da non lasciar trasparire poco più che una leggera irrequietezza...
quando lessi la prima volta una frase di bruce lee che recitava su per giù "per imparare a vivere, devi prima imparare a morire" non capii bene quale messaggio volesse trasmettere... il tuo percorso sarà sicuramente diverso dal mio, ma ti auguro davverò di avere la fortuna di poter toccare il fondo...

Ultima Modifica di D. Ace : 09-07-2011 08:57 PM.
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