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Meditazione Mens sana in corpore sano - La meditazione come metodo per migliorare le prestazioni sportive

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Predefinito Meditazione di benevolenza - 11-02-2009, 07:10 PM

Meditazione di benevolenza


Prima di leggere questo post, sappiate che potreste essere in totale disaccordo con quello che scrivo, che potrete portare mille e più motivazioni per dire che questa tecnica non serve a nulla e forse potrebbe essere perfino lesiva nei riguardi di chi la pratica;
ma come le mie, sono sempre opinioni, la realtà assoluta non è esperibile se non da persone che hanno raggiunto livelli di consapevolezza e saggezza elevatissima, quindi rispetterò tutte le vostre opinioni, senza cercare di cambiarle, avendo il buon senso di non lanciarmi in strenue difese della mia posizione, dato che pure io sono fallibile come tutti noi.
Dalla mia parte vi dico che ci ho pensato da molto prima di divenire moderatore di questa sezione che poteva essere una buona idea parlare di questa tecnica sul forum, e come le altre di cui ho scritto io per primo personalmente la applico almeno 5/10 minuti in ogni meditazione che faccio, in tutte le posizioni, sdraiata, in piedi, seduta,e camminata.
E se per caso sono in uno stato di avversione o dolore a causa delle più disparate condizioni che si presentano alla porta dei sei sensi (tatto,vista,udito,gusto,olfatto, senso mentale ed escludo il senso dell’equilibrio perché per sei sensi parlo con riferimento dottrinale, non scientifico) per esempio una malattia, il traffico su GRA,la ex moglie che mi fa i dispetti ecc ecc. ecco che allora la applico alla totalità delle seduta di meditazione, certo spesso dopo che ho iniziato a ..arrabbiarmi, e quindi mi blocco, respiro, mi rendo conto della preziosa inutilità della mia rabbia, ed inizio a meditare sulla benevolenza.
Questa tecnica di meditazione è un pò particolare, il suo scopo è quello di portare piano piano nelle vostra mente sensazioni di benessere e pace, poiché è molto efficace quando nella vita incontriamo sulla nostra strada eventi spiacevoli, fenomeni dolorosi di cui tutti noi, prima o poi ,immancabilmente facciamo esperienza.
Tutti noi, nella maggior parte dei casi, quando incontriamo cose spiacevoli tendiamo a sfuggirle, respingerle, in realtà posticipiamo spesso solo il “problema”, dato che prima o poi si ripresenterà in tutta la sua forza e spesso più amplificato dalla lievitazione che gli avrà dato il tempo dell’esilio dall’affrontare l’avversità, esilio in cui spesso cacciamo questa avversità distraendoci con altre cose piacevoli.
NON GIUDICATEVI , siate innanzitutto gentili con voi stessi, non pensate che se vi volete allontanare in qualche modo dal dolore invece di affrontarlo non siete bravi meditanti, perché è naturale cercare di allontanarsi da ciò che non piace, nessuno di noi se mette una mano inavvertitamente sul fuoco la osserva sollevando un sopracciglio e dice ”poffare…”, anzi io urlerei e strepiterei come un aquila ..
Quindi il primo passo è accorgersi che v’è sofferenza, che vi è qualcosa di spiacevole, può essere qualunque cosa, dal raffreddore al figlio del vicino che impara a suonare la batteria, basta che riconosciate dentro di voi “ c’è sofferenza, disagio,avversione”.
Adesso che avete riconosciuto che c’è tale percezione, andiamo a vederne l’origine, poiché una volta tolta la causa ( l’origine) il fenomeno (l’avversione) svanirà come una bolla di sapone.
Ognuno ha una soglia di avversione soggettiva, faccio un esempio banalissimo, io posso lavorare con un bambino che per tutta la lezione porta un cappellino della Juventus ( sono per la Fiorentina) mentre conosco persone in Toscana che non nominano neanche il nome Juventus, la chiamano “l’Innominabile “oppure “the otherside “ ( fa così Oxford e Cambridge ) e gli avrebbero fatto togliere il cappello con la scusa che in classe non si porta
Quindi vi è questo stato mentale di disagio, ed adesso che facciamo?
Lo notiamo, ecco cosa facciamo, ne prendiamo coscienza , accettando che c’è, che non va tutto secondo i nostri piani, e tentiamo di guardarlo in modo amichevole, senza aumentare l’avversione verso di esso, semplicemente notando “ c’è questo dolore, indaghiamo sull’origine di questo dolore..” e tentiamo il più possibile di evitare di immedesimarci con esso rifuggendo il pensare “ E’ il MIO dolore, IO ho QUESTO dolore”, e dobbiamo evitarlo poiché il dolore, l’ avversione esistono in questa vita, nulla è perfetto, sono parte del gioco, siamo condizionati dai nostri sensi, che ci riflettono nella mente una proiezione di un senso del Sé assoluto, lanciandoci in una lotta cruciale e dualistica ( esisto IO e il MIO dolore: adesso lo faccio a pezzi sto dolore).
Volete liberarvi dal dolore? Evitate questa lotta allora, intanto perché esauriente per le vostre forze, e poi se pensate che il dolore è parte di voi ( è MIO) come fate a combattere contro voi stessi e vincere? Continuereste a nutrire il vostro IO che combatte il MIO, è un serpente che si morde la coda.
Se lo osservate, vedete che si manifesta nel Qui ed ora , transita di secondo in secondo, quindi perlomeno fuori dai ricordi del passato, ed il passato non ritorna, ne voi potete cambiarlo, e fuori per adesso dal futuro, che deve ancora venire, ma per cui voi nel Qui ed ora potete fare qualcosina.
Questa qualcosina è avere un approccio amichevole con le avversioni.
In buona sostanza,si presenta l’avversione ed osservate notandola” c’è avversione”, vediamo dove ha origine, vi sono mille e più posti dove questa ha origine, ma il più delle volte ( non abbiate avversione verso di me adesso) l’origine è nel nostro Ego.
Tutto ciò che accade accade contro di me, tutta la pioggia che cade adesso lo fa apposta perché così non posso uscire a passeggiare sotto il sole ecc ecc.
Invece accettate benevolmente il fatto che non può andare sempre tutto bene, allo stesso modo in cui non può andare sempre tutto male, sapete benissimo che ci sono stati momenti belli e momenti tristi nelle vostre esistenze.
Quindi consapevolmente, vi dite:”c’è avversione, questa ha un origine, indaghiamo sull’origine, è veramente questa la causa dell’avversione? “
Se la trovate la osservate benevolmente, e vi accorgerete che questa piano piano si affievolisce, non ha più tutta la sua forza, qualunque sia la causa, poiché se la osservate, notate che transita, è impermanente, non ha mai gli stessi picchi di avversione, spesso non ha neanche una vera e propria esistenza, non vale la pena darle energia nutrendola per aumentarla, osservatela e come le nuvole del cielo, prima o poi verrà spazzata via vento.
Voi avete solo un intenzione, quella di osservare che le cose, ne più ne meno, sono semplicemente cosi come sono.
Ed ecco che è arrivato il momento di sviluppare i pensieri di benevolenza,
A questo punto per aiutarvi potete pure sviluppare pensieri positivi su di voi “ che io possa essere felice “( l “io” della frase precedente è usato a livello convenzionale, non è un incoerente affermazione che esiste un IO assoluto ed eterno, parliamo una lingua ed in qualche modo mi devo fare capire da voi)
Poi passate a pensare ad una o più persone a cui volete bene” che egli, essa, loro ( le persone che amate) possano essere felici”.
Poi pensate ad una persona neutra che non considerate amica ne non amica ” che il postino, il panaio, ebbubba ecc possano essere felici”
Poi arriva il difficile, è sconsigliato pensare che esistano persone che siano nostre nemiche, ma di fatto difficilmente riusciamo ad andare d’accordo con tutti, chi è fidanzato , sposato o lo è stato, o ha figli lo sa, a volte neanche con chi amiamo profondamente riusciamo ad andare d’accordo su tutto. Il dare un etichetta di “nemico” ad una o più persone, spesso accresce in noi l’avversione per queste, invece di ridurla e portare un senso di pace nella nostra coscienza .
Io e molti altri meditatori quindi non pensiamo a persone come a nemici ( nemmeno la mia ex moglie) ma pensiamo invece a questo punto “che tutti gli esseri non compresi nei pensieri precedenti possano essere felici” e se vi appare visualizzata nella mente l’immagine di qualcuno per cui avete avversione, sforzatevi di auguragli tutto il bene possibile,poiché innanzi tutto questa pratica porterà bene a voi stessi, poi perché l’immagine l’avete creata voi nella vostra mente, poi perché in realtà siamo tutti condizionati a essere interdipendenti in questo universo, in questa esistenza, per cui potrebbe essere una buona idea creare un senso globale di pace di cui ,anche di riflesso voi prima o poi possiate beneficiare (ad esempio la mia ex moglie mi fa ancora dispetti, ma io ormai non vedendola più come una nemica, non subisco la corrosione a livello cosciente di quello che mi fa, facendo si che la mia mente non siabersaglio delle frecce dolorose date dai suoi comnportamenti).

Ricapitolando :
seduti( o nelle altre posizioni)
riconoscete che c’è avversione
osservatela notandola” c’è avversione”
indagate sull’origine
osservate l’origine
notate che transita nella vostra mente, a volte con dei picchi, ma piano piano anche scendendo.
Notate che seppure piano piano scende, ma non permane in stato di picco assolutamente da agonia.
Se è impermanente perché nutrirla, osservatela, sorridete, e continuando ad osservarla ed indagarla vedrete che se ne andrà, e se poi si ripresenta ripetete il processo, vedrete che non avrà più la stessa forza a si affievolirà fino a svanire.
A questo punto aiutatevi con pensieri di benevolenza:
che io possa essere felice
che egli, essa, loro ( le persone che amate) possano essere felici
che il postino, il panaio, ebbubba( le persone a voi neutre) ecc possano essere felici
che tutti gli esseri non compresi nei pensieri precedenti possano essere felici
sorridete inspirando
lasciate andare le tensioni espirando.
Penso che prima o poi ringrazierete di aver letto questo post
Che tutti voi e i vostri cari possiate essere felici
Con metta
ebbubba


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Vecchio
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NoMoreTrouble NoMoreTrouble Non in Linea
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Predefinito 11-02-2009, 08:19 PM


io ti ringrazio da subito.... ogni giorno mi connetto a FU per leggere i tuoi nuovi post e se ho tempo cercare di metterli in pratica, anche se spesso non ci riesco
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