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Veleno Veleno Non in Linea
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Predefinito Festa e polemica - 08-08-2008, 10:27 AM

Festa e polemica


E così la lunga marcia è finita: Pechino avrà la sua Olimpiade in fondo a sette anni di bagliori, di speranze deluse, di parvenze di aperture, di assicurazioni, di ritorni al passato, di censure, di futuri radiosi che sinora sono sulla carta. Qualcuno ha detto: era possibile negarla di fronte a 4 miliardi di dollari di diritti tv e alla richiesta che veniva dal Paese che rappresenta più di un sesto del genere umano che abita la terra?

La risposta è qui, è stasera, in quella successione di 8 che qui pare porti molta fortuna, nell'ottava ora pomeridiana dell'ottavo giorno dell'ottavo mese dell'anno del Topo, dentro la profana rappresentazione architettata in mesi di lavoro da Zhang Yimou, che ha una faccia scabra e drammatica come le maschere delle prime dinastie: «La nostra storia usando un linguaggio universale» di luci che creano animali fantastici, di ombre, dei suoni gravi del tamburo fou, delle masse che danzeranno e che mostreranno la ritualità degli sport più antichi del mondo, le arti marziali. Perché se ai greci nudi spetta l'invenzione della corsa, del salto, del lancio, furono gli antichi monaci molto vestiti a capire e a insegnare quanto l'equilibrio del corpo potesse essere utile a quello dell'anima. Colori laccati e brillanti, visi demoniaci e angelici (le manchu sono bellissime), un'esplosione di fuochi artificiali, un altro patrimonio di menti raffinate al servizio del potere imperiale, del suo divertimento. Qualcuno è riuscito a rubare immagini e spedirle nel caleidoscopio di Internet, altri che devono tenere la consegna del silenzio hanno ammesso di essersi trovati di fronte al Meraviglioso: pare di tornare a quanto Marco Polo dettò nel profondo di un carcere genovese.
Il più grande spettacolo del mondo per la più alta concentrazione di potenti della Terra che mai si siano dati appuntamento, il G80. Bush e Putin, Peres e Lula, il sultano del Brunei e Sarkozy che scaltro come una volpe spedirà il 22 agosto la premìere dame Carla Bruni a Montpellier per inaugurare un tempio tibetano al fianco del Dalai Lama. A primavera, dopo la repressione in Tibet, il boicottaggio (della cerimonia. I Giochi non li boicotta più nessuno) ronzava nell'aria, provava a punzecchiare gli animi... Ora, a parte Angela Merkel e Gordon Brown, ci sono tutti, compreso Franco Frattini, atterrato ieri. Critici, certo, come George Bush che ieri, a Bangkok, prima dell'ultimo salto verso Pechino ha espresso il suo disappunto sulla poca libertà religiosa, sull'arresto di dissidenti, riconoscendo comunque che negli ultimi trent'anni le cose hanno marciato discretamente: era un giovanotto quando accompagnò papà George nei primi abboccamenti della politica del ping pong.
http://adv.ilsecoloxix.it/adview.php...:41&n=3416a75f
Aanche un altro, assai meno potente di Bush, è riuscito a far sentire in qualche modo la sua voce: si chiama He, rappresenta uno dei simboli della repressione, della negazione dei diritti civili: una sua lettera inviata a Jacques Rogge il 26 aprile è stata recapitata giusto in queste ore al presidente del Cio: «Trovi il tempo di venire a vedere come stiamo anche noi carcerati». Non risulta che il n.1 dello sport mondiale abbia in programma deviazioni dal programma ufficiale. Ieri ha incontrato il presidente Hu Jintao mentre sul palco andava in scena il brindisi della Traviata. Libiamo nei lieti calici, già, per maggior fortuna della Cina, dei Giochi e del Cio, il Paese che non si ferma, la babilonia dello sport e il consiglio di amministrazione che è una cornucopia alla rovescia: non erutta, assorbe denaro.
Potenti dietro ogni angolo (manca Musharraf, poveretto, in pieno impeachment, e Mugabe, dichiarato persona non gradita) e la sicurezza fascia la città come un laccio di seta, invisibile. Ieri, allarme bomba dalle parti del centro stampa, un ordigno su un bus vicino allo stadio del nuoto, il Cubo d'Acqua. Tutto smentito, persino l'allarme. Il comitato organizzatore prega il portavoce Sun Weide di rassicurare e lui rassicura: «Siamo pronti a ogni evenienza». È una salsa buona per qualsiasi argomento. Stasera, il vostro primo pomeriggio, tutto sarà più visibile, più guerresco, e non solo per le rievocazioni delle grandi invasioni mongole, per l'epopea dei signori della guerra, per le pagine di una rivoluzione che per un tratto parve permanente e finì per affascinare più di una generazione d'Occidente. Frullare di elicotteri alla Apocalypse now, arrivo rapido di limousine, cecchini: un copione già visto.
La Cina si presenta per quel che è, un immane mondo a parte che non confina più, come dice la carta geografica, con 14 Paesi, ma con il resto del mondo. Oggi, in una notte senza un filo di vento, mortalmente umida, senza pioggia (se tenterà di arrivare, come in una vecchia filastrocca, le verrà detto di andare lontano e le verrà mostrato un razzo al nitrato d'argento), tutto comincerà nei misteri di prammatica: chi sarà l'ultimo tedoforo, chi sarà ad accendere il braciere, come e da dove arriverà la fiamma. Dal Cielo, lanciata da uno Zeus locale, da uno dei nidi d'aquila di montagne lontane? E la lista degli interrogativi, delle attese, si allunga: qualcuno concepirà un gesto, anche piccolo, per dire a se stesso e al mondo che questo non è il paradiso? Gli atleti d'oggi, onestamente, sembrano lontani dagli eroici furori di loro antichi colleghi. Per i campioni, l'Olimpiade è un capitolo da far fruttare a breve o a medio termine, per gli ultimi peones una magnifica e irripetibile escursione che è inutile rovinare.
L'Olimpiade loro, inseguita, voluta, strappata. Loro sino in fondo, persino per una sfilata che, dopo la Grecia, prende il via con la Guinea. Con le Coree che tornano a marciare separate, senza quella bandiera della speranza che tratteggiava la penisola senza la cesura del 38° parallelo. Con l'Italia al 191° posto e l'Australia al 203°. Mirabilie del loro alfabeto, dei punti, dei tratti che formano l'iniziale. E così Eidali finisce tra le ultime e anche questa è una prima assoluta. Al 205° c’è Zuoggo, la Cina della Repubblica Popolare, spropositata nei suoi numeri (639 atleti) e in ambizioni che la proiettano in cima al mondo del citius altius fortius coniato dal povero barone che oggi non capirebbe più niente fosse calato in queste follie Ziegfield all'ennesima e sterminata potenza, con l'idolo rock Liu Huan con la sua facciona da Buddha, con Sarah Brightman, cantante inglese dal viso, come dire, sbarazzino, con il pianista Lanlan che suonando Bach (quasi) come Glenn Gould non si capisce cosa combinerà in questo casino.
Tutto dentro la creatura di Jacques Herzog e Pierre de Meuron, premiato studi d'architetti in Basilea, che dopo essersi esibiti nella magrittiana Allianz Arena di Monaco di Baviera replicano qui con questo intrico di acciaio traslucido che fascia uno stadio rosso Cina. Rosso seta, rosso bandiera, rosso di un sole che nasce da queste parti e che non siamo mai riusciti a vedere.


Pechino, festa con polemica | Italia e Mondo | Il Secolo XIX


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greatescape greatescape Non in Linea
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Predefinito 08-08-2008, 02:02 PM


ormai se ne dicono tante su queste olimpiadi che sembra inutile continuare a parlarne ...
la cosa piu assurda e' che hanno chiesto agli atleti di manifestare per i diritti umani
quando poi doveva essere il comitato organizzatore a dirgli di no per questi motivi
le grandi marche investono in cina e nessuno ha detto nulla di investire soldi in un paese cosi ... boicottarli a livello economico ... ma tanto non sarebbe convenuto quindi
prima li mandiamo in cina tranquilli poi li gli diciamo di protestare quando dovrebbero essere le istutizioni e altri organi a doverlo fare ...
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kalliste kalliste Non in Linea
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Predefinito 08-08-2008, 04:24 PM


giusto Great!
iniziassero a chiudere TUTTE le aziende NON CINESI presenti in CINA...quello si che sarebbe un OTTIMO boicottaggio!
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Trokji Trokji Non in Linea
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Predefinito 08-08-2008, 07:35 PM


Sì ma sarebbe un danno da migliaia di miliardi di euro per l'economia mondiale, questo è certo.
Per il resto ovviamente approvo il fatto che la Cina dovrà cambiare molto nei prossimi anni (anzi avrebbe dovuto già cambiare, per adesso qualcosa è cambiato ma poco in definitiva), e sono d'accordo con la linea tenuta da Bush in questo caso.
Per il resto ci sono paesi partecipanti alle olimpiadi (molti della penisola arabica) che non hanno presentato atleti donne.
Mi pare una grave forma di discriminazione, forse l'organizzazione non ha fatto abbastanza per combattere questo fenomeno
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