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Predefinito Anatomia di una ripetizione - Ormoni a gogo! - 27-02-2009, 11:47 AM

Anatomia di una ripetizione - Ormoni a gogo!


Tutti sanno che gli ormoni giocano un ruolo primario nella ricerca della Pietra Filosofale della Grossezza, quella che trasforma il lardo di Colonnata in fibre di tipo Iib altamente ipertrofiche. Tutti recitano che “il testosterone aumenta l’anabolismo”, “il cortisolo accelera il catabolismo”, “questo esercizio incrementa il GH”.

Tutte queste affermazioni sono vere, assolutamente vere. Il punto è: come agiscono gli ormoni? Dirò di più: cosa è un “ormone”?

“un ormone è quella cosa che…” non vale come risposta, è talmente fantozziana che Fantozzi negherebbe di averla detta. Spiace dirlo, ma come in Italia abbiamo milioni di CT della nazionale, le palestre sono piene di endocrinologi “de noartri” che parlano di stimolatori del testosterone e di risposte anaboliche.

In questo articolo vorrei affrontare le basi elementari del sistema endocrino, almeno quello che a me è servito per capire ciò che viene scritto nella rubrica “farmacologia del bodybuilding” di Jerry Brainum su ON. Inutile allenarsi di mattina o di sera per beccare il picco pulsatile del GH se manco si sa cosa cacchio sia il GH…

Messaggeri

Abbiamo descritto negli articoli passati come i neuroni si scambiano informazioni tramite i potenziali d’azione, impulsi elettrochimici che scorrono sugli assoni. Il potenziale passa da un neurone all’altro tramite le sinapsi, che rappresentano un punto di trasduzione del segnale: il potenziale d’azione attiva sulla sinapsi il rilascio dei neurotrasmettitori quali l’acetilcolina. Il segnale di tipo elettrico si trasforma in uno di tipo chimico che “entra” nel neurone successivo propagando l’informazione.



Il disegno sopra riportato descrive una versione più generale di quanto espresso nel paragrafo precedente: la trasmissione elettrica è un modo di inviare informazioni alle cellule. Il potenziale d’azione provoca il rilascio di sostanze sulla sinapsi, queste sostanze diffondono in un’area estremamente limitata verso le cellule di destinazione che hanno, sulla superficie della membrana cellulare, dei siti di legame in grado di recepire le sostanze inviate.



I siti di legame sono delle complicatissime serrature molecolari e le sostanze che vi penetrano solo le relative chiavi. Ogni serratura può essere aperta da una sola ben precisa chiave.

Questo è pertanto un modo di trasmettere le informazioni, non unico nel corpo umano e ne vedremo altri, ma è importante sottolineare che tutti questi modi sono mediati da sostanze chimiche che si comportano come messaggeri di informazioni per far compiere alle cellule ben precise operazioni.

Le sostanzhe che permettono queste azioni sono dette ormoni, perciò un ormone, parola che deriva dal greco eccitare, è un messaggero che trasporta ordini specifici alle cellule.

Un ormone è costituito da materiale proteico, mettetevi in testa che un ormone è una particolare proteina. Possiamo disquisire sul fatto che esistono ormoni che sono peptidi, altri che sono enzimi, o che esistono enzimi peptidici, però sapere che un ormone è una speciale proteina che trasporta un ordine specifico per cellule specifiche è un enorme passo in avanti rispetto a “quella cosa che…”



Sostituiamo il neurone con una cellula che produce ormoni e abbiamo un nuovo modo di trasmettere informazioni: gli ormoni diffondono dalla cellula di partenza verso le cellule specifiche di destinazione. La specificità è data dalla presenza o assenza dei siti di legame per gli ormoni prodotti, pertanto il messaggio/chiave aprirà solo i lucchetti su alcune cellule e non su altre.

Questo meccanismo di trasmissione dati si chiama paracrino (para=vicino, crino=che riversa – paracrino=che riversa nelle vicinanze le sostanze prodotte o, se volete usare un termine più figo, secrete). Se gli ormoni prodotti influenzano anche le cellule stesse che li hanno prodotti parliamo di meccanismo autocrino.



Se allontaniamo le cellule di origine e destinazione e facciamo trasportare gli ormoni dal sangue abbiamo ottenuto una trasmissione delle informazioni di tipo endocrino (endo=all’interno, crino=che riversa – endocrino=che riversa all’interno le sostanze secrete) e che costituisce un modo estremamente comune quanto fondamentale e potente di trasmissione di ordini alle cellule: in questo modo è possibile comandare azioni a distanze notevoli e in maniera diffusa.



Chiaramente le cose non sono mai a compartimenti stagni nel corpo umano e ci sono casi in cui i neuroni producono loro stessi degli ormoni che diffondono nel sangue, un modo di trasmettere informazioni detto neurocrino, come vedremo nell’ipofisi.

Per aumentare la complessità, neurotrasmettitori che trasportano segnali su distanze limitate quali lo spazio intersinaptico hanno anche funzioni ormonali propriamente dette, venendo usati su distanze molto più elevate: è il caso dell’epinefrina o noradrenalina che è un neurotrasmettitore ma anche un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali.



Gli ormoni endocrini si suddividono un due grandi categorie: gli ormoni idrofili e quelli lipofili
  • Ormoni idrofili - sono ormoni solubili in acqua ma non nei grassi, perciò sono trasportati direttamente nel sangue. Sono idrofili l’insulina prodotta dal pancreas e le catecolamine prodotte dalle ghiandole surrenali
  • Ormoni lipofili – sono ormoni non solubili in acqua ma nei grassi. Non sono trasportati direttamente da sangue ma vengono legati ad una proteina specifica di trasporto o a una “generica” quale l’albumina. Sono lipofili tutti gli ormoni steroidei e l’ormone tiroideo.
Decodifica degli ordini
Molti ormoni non hanno la capacità di penetrare direttamente nella cellula, perciò il messaggero chimico esterno attiva un secondo messaggio interno, veicolato dalla cascata di reazioni. L’ormone non è il responsabile diretto della creazione delle nuove proteine, ma fa da innesco, come se azionasse un interruttore. La complessità e la specificità del risultato finale dipende dal meccanismo interno alla cellula e non dalla complessità del messaggero esterno. Il meccanismo a doppio passaggio permette di avere un tipo di trasporto generico a fronte di risposte specifiche.


Illustriamo questo meccanismo per il caso tipico di un un ormone idrofilo che non ha la capacità di penetrare la membrana cellulare, proprio perché questa è formata essenzialmente da grassi.

L’ormone si lega al sito recettore, “aprendo la serratura” ed innescando una serie di complesse reazioni di membrana in cascata. Ad un certo punto le reazioni proseguono, sempre in cascata, all’interno della cellula, nel citoplasma cioè nella parte più “liquida” della cellula. Queste reazioni porteranno alla alterazione di una proteina preesistente, con la creazione della proteina specifica veicolata dall’ormone.

Non è la sede né ho la competenza per descrivere anche le più comuni reazioni chimiche coinvolte, però è importante focalizzarsi su questo aspetto: il perché di questa moltitudine di reazioni in cascata.

Il motivo è dato dall’amplificazione che si può ottenere, superiore all’utilizzo di un numero inferiore di reazioni. Supponiamo che una singola molecola di ormone inneschi una reazione di membrana che produca dieci molecole di una seconda sostanza intermedia che attiverà a sua volta una seconda reazione. La seconda reazione produrrà per ogni molecola della seconda sostanza dieci molecole di una terza sostanza, e così via: con due reazioni da una molecola in ingresso ho ottenuto 10*10=100 molecole in uscita. Questo si ripete per tutti gli stadi, perciò alla fine otterrò un quantitativo di proteine finali enorme, amplificato.


Il disegno sopra riportato descrive il funzionamento di un ormone lipofilo che pertanto può penetrare la membrana cellulare fino all’interno del nucleo, dove può legarsi con uno specifico recettore.

Il recettore è in questo caso ha la capacità di legarsi sia con un ormone specifico che con un punto particolare del DNA, l’acido desossiribonucleico che contiene il codice genetico di ogni essere umano, cioè la sequenza di informazioni necessaria alla creazione di ogni cellula del nostro corpo.

Il complesso ormone-recettore-sito sul DNA attiva la porzione stessa del DNA per la creazione di una specifica proteina. Il DNA trascrive il messaggio su una sostanza chiamata RNA messaggero o mRNA che lascia il nucleo per andare nel citoplasma a sintetizzare la nuova proteina.

Ok, so che scritto così sembra una specie di novellina, però è il compromesso necessario per non dover scrivere un libro di biologia almeno al livello di un Liceo.

E’ però importante sottolineare la differenza fra i due casi: un ormone idrofilo agisce dall’esterno innescando una serie di reazioni all’interno della cellula che cambiano una proteina già esistente nella forma finale richiesta, mentre un ormone lipofilo penetra all’interno della cellula e attiva una parte del DNA che sintetizza a sua volta la nuova proteina a partire dai suoi costituenti elementari.

Il sistema endocrino - LAN e piccioni


Gli organi che creano gli ormoni costituiscono il sistema endocrino e sono descritti, almeno quelli principali e più noti, nello schema sopra riportato.



Il sistema endocrino e quello nervoso sono i principali mezzi con cui il corpo umano reagisce e si adatta all’ambiente circostante, sono differenti anche se entrano in contatto fra loro. Rappresentando due modi differenti con cui vengono impartiti ed inviati ordini, è possibile un confronto:
  • Il sistema nervoso è assimilabile ad una specie di LAN cablata: i segnali arrivano a destinazione trasportati da “fili” più o meno lunghi che viaggiano all’interno del corpo. Il segnale è elettrico sull’assone e chimico alla sinapsi, ma la diffusione chimica estremamente limitata. La specificità dell’invio fra mittente e destinatario è data dalla cablatura rigida che impedisce al segnale di raggiungere una destinazione sbagliata.
  • Il sistema endocrino è assimilabile ad una rete Wireless, dato che gli ormoni vengono diffusi nel sangue verso la destinazione. Non c’è alcun contatto fra mittente e destinatario e la specificità della ricezione del messaggio è data dalla “forma” dei siti recettori che accettano solamente ormoni di una “forma” a loro volta complementare.
  • Il sistema nervoso veicola informazioni a velocità elevata per risposte “veloci”. Il tempo di trasporto dell’informazione e delle risposte è dell’ordine dei millisecondi. Tipico esempio è la contrazione muscolare, ma anche gli stessi “pensieri coscienti”. Questa velocità rafforza l’immagine della LAN.
  • Il sistema endocrino veicola informazioni a velocità ben più lenta dato che gli ormoni sono trasportati dal sangue, e la risposta ai messaggi è ancora più lenta: secondi, minuti, anche giorni. In questo senso il sistema endocrino più che una rete wireless a velocità paragonabile a quella di una LAN è assimilabile ad un insieme di piccioni viaggiatori!
  • Il sistema nervoso permette una reazione all’ambiente rapida e variabile, mentre quello endocrino una reazione più lenta e duratura: per quello che ci interessa in palestra, il sistema nervoso contrae i muscoli nell’immediato per impedire che i pesi ci schiaccino, il sistema endocrino avvia le operazioni di sintesi delle proteine nel medio e lungo termine per renderli più forti.
Anabolismo e catabolismo
L’adattamento all’ambiente, la sopravvivenza allo stesso si estrinsecano attraverso due processi, l’anabolismo e il catabolismo che insieme costitiscono il metabolismo.

Per il palestrato medio il suono della parola anabolismo provoca uno stato di estasi ipnotica irresistibile, mentre la pronuncia del termine catabolismo fa insorgere nel soggetto tutta una serie di spasmi convulsivi. L’anabolismo è associato al diventare grossi e forti, il catabolismo all’essere secchi come saltellatori aerobici.

In realtà anabolismo e catabolismo contribuiscono, insieme, al mantenimento delle funzioni vitali del corpo umano.


Il disegno sopra riportato vuole dare una percezione dei due fenomeni: sinteticamente l’anabolismo è la creazione di sostanze complesse a partire da elementi più semplici, tramite l’assorbimento di energia mentre il catabolismo è la scissione di sostanze complesse in altre più semplici, con conseguente generazione di energia.

I due sistemi sono complementari e collegati proprio perché l’energia derivata dalle reazioni cataboliche può essere usata in reazioni anaboliche!

Ho riportato anche i nomi delle principali processi anabolici e catabolici: per processo si intende un insieme coordinato di reazioni chimiche per la realizzazione di un compito complesso e non voglio che pensiate che il tutto si esaurisca in queste otto paroline. Le reazioni metaboliche umane sono decine di migliaia, connesse, collegate, retroazionate fra loro, questo per avere un’idea della complessità.

Anche l’analisi sommaria di questi principali processi mostra come siano intrecciati:

La sintesi proteica è l’insieme delle razioni che porta alla creazione di nuove sostanze. E’ quella che ci piace di più, il nostro processo anabolico per eccellenza. Per sintetizzare nuove proteine, però, è necessario catabolizzarne altre: l’allenamento come vedremo porta al danneggiamento dei tessuti muscolari che verranno sostituiti con nuovo tessuto più forte e “grosso” del precedente. Anabolismo a seguito del catabolismo.

Il catabolismo proteico si rende necessario tutte le volte che le cellule raggiungono la fine della loro vita o iniziano a deviare dal loro normale funzionamento, pertanto risulta fondamentale per la sopravvivenza umana.
La glicogenosintesi porta alla creazione di glicogeno a partire dal glucosio, substrato intermedio stoccato nei muscoli e nel fegato da cui poi sarà possibile estrarre nuovamente glucosio tramite glicogenolisi: un processo anabolico per immagazzinare carburante che poi verrà rilasciato tramite un processo catabolico.

La gluconeogenesi è invece un processo anabolico che porta alla creazione di glucosio da sostanze che non lo contengono, un modo di sopravvivenza quando il glucosio è scarso in tutte le sue forme, la glicolisi è un processo catabolico che porta alla scissione del glucosio in altri componenti più semplici per creare energia.

Già da questa semplicistica descrizione risulta chiaro che il corpo umano “rompe” sostanze per crearne altre più semplici insieme ad energia, e questi componenti verranno utilizzati da altre reazioni per costruire nuove sostanze in un continuo processo che dura per tutta la vita di ogni essere vivente.

Il sistema endocrino è il principale centro di comando di tutte queste reazioni.

L’incredibile centro di comando

So benissimo che uso l’aggettivo “incredibile” troppo spesso, ma vi invito veramente a leggere e studiare per conto vostro l’incredibile, appunto, complessità del corpo umano e le soluzioni che mette in atto per la sua sopravvivenza.

Il sistema endocrino è affascinante, altro aggettivo di cui abuso, perché è quello che crea gli effetti visibili più spettacolari ed è proprio l’assetto ormonale che determina le nostre caratteristiche fisiche e sessuali evidenti.

Tutto il sistema di ghiandole è orchestrato da un controllore potente quanto microscopico, l’ipofisi o ghiandola pituitaria dal peso inferiore al grammo e protetta al centro del cranio. L’ipofisi è collegata all’ipotalamo, da cui deriva. Senza entrare nel dettaglio, queste zone del cervello sono considerate le più arcaiche e sono comuni a tutte le specie che si differenziano per le ramificazioni della corteccia cerebrale che contiene le funzioni coscienti superiori.

L’ipofisi si trova in quella parte di cervello in cui vi è la misteriosa transizione fra pensiero cosciente, sensazioni, sentimenti e chimica. Questa ghiandolina microscopica è uno dei centri nevralgici dello smistamento di questi segnali, perciò è comprensibile la sua importanza.


Ecco, enormemente ingrandita, la nostra ghiandolina! L’ipofisi è divisibile in due parti: una pituitaria anteriore o adenoipofisi che è proprio una ghiandola come comunemente intesa (nel senso che è composta proprio da tessuto ghiandolare) e una pituitaria posteriore o neuroipofisi che è derivata direttamente dall’ipotalamo a cui è collegata.

Notate come in entrambe le sezioni dell’ipofisi arrivino arterie e ripartano vene: le arterie trasportano gli ormoni provenienti dal resto del corpo e nelle vene vengono immessi gli ormoni prodotti dall’ipofisi stessa. I neuroni provenienti dall’ipotalamo hanno funzione di neurotrasmettitori ormonali nel senso che l’invio dei segnali sugli assoni porta ad un rilascio delle sostanze dalle sinapsi alle arterie ipofisarie.

Il comportamento della pituitaria anteriore è differente da quello della pituitaria posteriore e li analizzeremo separatamente.


Il disegno sopra riportato descrive il funzionamento dell’ipofisi come controllore degli ormoni all’interno del corpo. Il meccanismo è generale e vi prego di studiarlo poiché lo ritroverete in tutti i meccanismi ormonali tanto cari quando si parla di GH e testosterone.

L’ipotalamo, sulla base delle informazioni in suo possesso, comanda la produzione di ormoni alla pituitaria anteriore, grazie a… altri ormoni! Questi sono di due tipi: inibitori cioè che impediscono la secrezione, a rilascio cioè che la favoriscono. I primi hanno sigle che finiscono in IH, inhibiting hormone, i secondo in RH, releasing hormone.

La pituitaria, sulla base di questi ormoni, produce a sua volta altri ormoni che hanno il compito di stimolare la secrezione degli ormoni finali da parte delle ghiandole endocrine di destinazione. I livelli degli ormoni rilasciati dalla pituitaria anteriore e dalle ghiandole endocrine rappresentano le informazioni per l’ipotalamo, insieme ad altre, per procedere ad un ulteriore rilascio o ad una inibizione.

Il meccanismo è complesso come un orologio svizzero ma analogamente preciso: siamo di fronte ad un perfetto sistema a retroazione che si adatta alle situazioni ambientali e recupera velocemente l’equilibrio.

Lo volevate? E allora eccovi il ciclo del testosterone!

Per far salire i livelli di attenzione e non farvi pensare che tutto quello che ho scritto sia inutile, ecco una applicazione che vi piacerà di sicuro: come viene prodotto il testosterone.


Partiamo dai testicoli:
  • Le cellule di Leydig hanno la capacità di produrre testosterone a partire dal colesterolo. Il testosterone viene utilizzato nei tubuli seminiferi per la spermatogenesi.
  • Il testosterone viene portato nel sangue fino all’ipotalamo che ne registra i livelli. Se questi sono sotto il livello richiesto produrrà ed immetterà nell’arteria che alimenta la pituitaria anteriore un livello più elevato di GnRH, gonadotropin-releasing hormone, ormone per il rilascio delle gonadotropine. Le gonadotropine sono sostanze che stimolano le gonadi, le ghiandole sessuali ben note a tutti meno che a quelli che credono che le cicogne portino i bambini.
  • Le gonadotropine stimolano la pituitaria anteriore a produrre più LH, Luteinizing hormone, ormone luteo e più FSH, Follicle-stimulating hormone, ormone stimolatore dei follicoli.
  • Questi ormoni passano nel sangue e arrivano ai testicoli: l’LH incrementa la produzione di testosterone da parte delle cellule di Leydig, l’FHS incrementa l’attività dei tubili seminiferi e il cerchio si chiude.
Questo meccanismo è chiamato HPTA, Hyphophysis – Pituitary – Testes Axis, asse ipofisi-pituitaria-testicoli. Al contrario, se il livello di testosterone è troppo elevato l’ipotalamo non rilascia il GnRH e perciò la pituitaria anteriore non rilascia LH e FSH e perciò i testicoli e i tubuli seminiferi non ricevono ordini per produrre testosterone e sperma. Voilà, funziona anche al contrario! In tutti i modi l’equilibrio dei valori di testosterone viene recuperato o, quanto meno, il corpo tenta di farlo.
Attenzione: un decremento della produzione di testosterone implica un decremento dell’uso dei testicoli che perciò si atrofizzano, diventando più piccoli. Questo è un comportamento tipico di tutte le ghiandole endocrine che sono soggette ad atrofia se non devono produrre gli ormoni per cui sono state create.



Un altro aspetto da puntualizzare è che una carenza nella produzione di un dato ormone è imputabile a due aspetti:
  • Una impossibilità della ghiandola finale a produrre l’ormone. In questo caso un problema ai testicoli.
  • Un problema nel sistema di segnalazione alla produzione, su due livelli: un problema negli ormoni rilasciati dalla pituitaria, o in quelli rilasciati dall’ipotalamo. In questo caso un problema sull’LH e FSH o sul GnRH.
In caso di problemi ormonali è necessario comprendere quale sia il punto della catena che è andato in crisi, perché le eventuali cure devono essere diverse, pena il fare ancora più casino.

La produzione di altri ormoni

Elencherò brevemente il meccanismo di produzione dei principali ormoni di cui normalmente leggiamo nelle riviste di bodybuilding, in quelle rubriche di magia nera farmacologica.



La pituitaria anteriore sintetizza:
  • hGH, human growth hormone o ormone della crescita, l’altro ormone tanto amato dai culturisti. E’ regolato da due ormoni secreti dall’ipotalamo, il GHRH, growth hormone releasing hormone e il GHIH, growth hormone inhibiting hormone detto anche somatostatina. A questo punto dovrebbe essere chiaro il giochetto dell’RH e dell’IH.
  • TSH, thyroid stimulating hormone o tirotropina o ormone stimolante la tiroide. E’ regolato dal TRH, thyrotropin stimulating hormone. Questo ormone attiva le funzioni della tiroide, uno dei più potenti regolatori del metabolismo del corpo umano.
  • ACTH, adrenocorticotrophic hormone, ormone adrenocorticotropico necessario al funzionamento delle ghiandole surrenali. E’ stimolato dal CRH, corticotrophin releasing hormone
  • Prolattina, controllata dal PRH e PIH, necessario durante la gravidanza e l’allattamento. Lo so che noi maschietti non allattiamo, ma comunque se le donne producono piccole dosi di ormoni maschili, noi produciamo piccole dosi di ormoni femminili. Giochetti troppo sportivi con prodotti molto da medici possono creare incasinamenti nei giri ormonali sbagliati, facendo pericolosamente alzare i livelli degli ormoni da femminucce.
La pituitaria posteriore
La pituitaria posteriore è un esempio di trasporto neurocrinoin cui gli assoni dei neuroni “iniettano” del sangue dei capillari direttamente gli ormoni che verranno trasportati dal sangue. Questi sono due: l’ossitocina e l’ormone antidiuretico. Non partecipando alla Creazione della Grossezza questi ormoni non sono interessanti e per il culturista medio potrebbero benissimo non esistere ah ah ah

Come variano gli ormoni con l’allenamento?

Negli anni sono stati prodotti centinaia di studi per correlare l’allenamento con i pesi alle variazioni ormonali: i dati evidenziano che l’allenamento provoca una decisa impennata degli ormoni.

Con un po’ di presunzione, si sarebbe potuto arrivare a questa conclusione anche senza prova sul campo: essendo l’allenamento uno stimolo che coinvolge i muscoli, che devono reagire diventando più forti e più grossi, devono necessariamente entrare in gioco gli elementi che permettono ai muscoli di adattarsi in questo modo.

Il lettore non deve però estendere certi concetti in maniera arbitraria: “i pesi migliorano l’assetto ormonale” non deve diventare “i pesi sono il miglior modo di migliorare l’assetto ormonale”, un errore che sembra eclatante ma in cui tutti, bene o male, cadiamo sottilmente.

Un piccolo esempio: se è vero che i pesi incrementano i livelli di testosterone, questo effetto è ottenibile ANCHE con altri mezzi, quali gli sprint a piedi o in bicicletta. Come sopra, anche questo è assolutamente ovvio: il corpo umano non distingue fra uno squat, un salto, una corsa in salita o stare seduti isometricamente senza sedia sotto le chiappe.

“Ma quello che va in bici è più piccolo di uno che va in palestra”. Proprio vero? Perché, quelli che vanno in palestra sono tutti enormi? Perciò, attenti quando andare a selezionare studi che riguardano il resistence training senza considerare anche quelli dell’endurance training.


La figura sopra riportata vuole rappresentare la complessità degli studi sui meccanismi ormonali in relazione all’allenamento: l’allenamento provoca un rilascio di ormoni che vengono trasportati fino alle cellule di destinazione con cui interagiscono. Gli effetti cellulari provocano un incremento della capacità di produrre forza in risposta allo stimolo, che si trasforma in un incremento delle prestazioni.

Una causa macroscopica, l’allenamento, genera una cascata di effetti microscopici, la risposta ormonale, che a sua volta si manifesta con un effetto macroscopico, il miglioramento delle prestazioni: osserviamo un miglioramento che attribuiamo dell’allenamento, ma in realtà dipende da cosa succede dentro di noi.

L’analisi “interna” viene in questo caso compiuta misurando la produzione di ormoni: è comprensibile come sia estremamente difficile determinare un causa-effetto fra allenamento, risposta ormonale ed effetto di questa sulle prestazioni. E’ difficile anche trovare una correlazione accettabile!

Definiamo risposta ormonale l’elevazione dei livelli ormonali causata dall’allenamento rispetto ad una condizione di riposo. Tutti gli studi evidenziano questa situazione repentina al termine di un allenamento, durante lo stesso o addirittura durante una singola serie prolungata, che viene comunque recuperata in un tempo ragionevolmente breve di qualche ora.

Questo denota che l’organismo si adatta rapidamente alle diverse condizioni ambientali per tornare alle sue condizioni di normale funzionamento. In questo senso l’allenamento non fa variare i livelli ormonali a riposo, tesi abbastanza affermata in ambito scientifico.
In altre parole, l’allenamento non migliora la produzione ormonale di base e non vi è una modifica di tipo cronico: l’effetto è pertanto solamente acuto. Poco male, in fondo: allenamento, incremento degli ormoni, sintesi proteica. Vogliamo essere grossi, non con gli ormoni elevati!

Le variazioni ormonali sono maggiori, però, nei soggetti allenati: una persona allenata risponde meglio all’allenamento rispetto ad una non allenata.

Analizzeremo tre dei principali ormoni, per gli anabolici il testosterone ed il GH, per i catabolici il cortisolo. Preferisco limitarmi solo a questi perché vorrei far capire le mutue sinergie, piuttosto che le funzionalità specifiche di tutti i principali ormoni.

Testosterone

Lo volevate…eccolo. Il testosterone è un ormone anabolico e androgeno.
E’ anabolico perché promuove la sintesi delle proteine, portando alla costruzione di nuova massa muscolare, ad un maggior recupero dalla fatica, dagli infortuni e tutta una serie miracolosa di effetti collaterali positivi. Probabilmente è così potente che può farvi sentire la Voce di Dio che vi sussurra “ce la puoi fare” durante un massimale di squat.

E’ androgeno perché è responsabile dello sviluppo delle caratteristiche sessuali maschili tipo la comparsa e lo sviluppo della barba, dei peli, della voce profonda, dello sperma, della libido e dell’aggressività.

I livelli di testosterone totale oscillano fra 225ng/dl e 950ng/dl (nanogrammi per decilitro), ma la frazione attiva che provoca gli effetti tanto desiderati è pari all 1-3% del totale, detto testosterone libero, il resto è legato ad una proteina specifica per il trasporto nel plasma chiamata SHBG, sex hormone binding globuline oppure è legato per una piccola frazione all’albumina, una proteina di trasporto generica.

Gli effetti così marcati sono pertanto dovuti ad una frazione estremamente ridotta del totale, questo per far capire la “potenza” di questo ormone. C’è da chiedersi perché tutto questo ben di Dio sia sadicamente reso inattivo.

E’ un modo per variare rapidamente i livelli di testosterone senza doverlo produrre dato che è più semplice far rilasciare all’SHGB parte del testosterone piuttosto che produrne di nuovo. Uno dei tanti meccanismi ingegnosi del corpo umano.

Le donne hanno un quantitativo di testosterone dalle 10 alle 20 volte inferiore, perciò le nostre care MILF che vanno in palestra e che non vogliono fare pesi perché non “voglio diventare come quelle là ma voglio solo tonificare” possono dormire sonni tranquilli ah ah ah

Fra i miracolosi effetti del testosterone, oltre a far diventare grossi per l’aumento della sintesi delle proteine ricordiamo anche l’incremento della sintesi del CP, l’incremento dell’utilizzo del grasso con conseguente dimagrimento, l’aumento del volume del sangue a causa della produzione di più globuli rossi con conseguente miglior ossigenazione dei tessuti, una riduzione del catabolismo muscolare.

Proprio per l’incredibile potenza di questo ormone è da considerarsi veramente come la Pietra Filosofale del Culturismo.

Ormone della crescita



L’altro ormone fondamentale per il bravo culturista è l’ormone della crescita, iniettato dall’esterno in tutte le star hollywoodiane e nuovo elisir dell’eterna giovinezza. Questo ormone ha effetti altamente anabolici in quanto promuove la crescita di quasi tutti i tessuti, oltre ad amplificare molti processi metabolici:
  • aumenta la sintesi delle proteine
  • aumenta l’utilizzo dei grassi
  • aumenta la massa muscolare tramite l’incredibile iperplasia
  • stimola il sistema immunitario
  • stimola la produzione di IGF-1, insuline-like growth factor
  • avendo effetti anabolici sulle ossa, sui tendini e sulle cartilagini, diminuisce il tempo di recupero fra gli allenamenti o negli infortuni.
Cortisolo

Il cortisolo è l’Ormone del Diavolo, essendo catabolizzante. E’ uno degli ormoni più importanti prodotti dalle ghiandole surrenali poste sopra i reni. Alcuni processi in cui il cortisolo risulta indispensabile:
  • Promuove la scissione delle proteine
  • Partecipa alla sintesi del glucosio dagli aminoacidi, la gluconeogenesi
  • E’ necessario nello scoccaggio del glicogeno
  • Mobilita il grasso e permette l’ossidazione degli acidi grassi per produrre energia
Il cortisolo è definito come l’ormone dello stress, ma se ciò è sicuramente vero il significato che gli viene attribuito è sbagliato: è come se ad un certo punto arrivasse questo guastafeste a rompere le uova nel paniere. Ma come… ci stavamo allenando così bene e ora questo ci rompe tutti i giocattolini/proteine che avevamo costruito…

In realtà il cortisolo interviene per sopperire allo stress, pertanto i suoi livelli crescono sulla base di quanto stress inducete: il cortisolo promuove la fornitura di glucosio che è il principale carburante per il corpo umano e agisce da un vasocostrittore permettendo di mantenere alta la pressione del sangue che può arrivare agli organi “colpiti” dall’allenamento.

E’ importante sottolineare come il cortisolo sia un potentissimo antiinfiammatorio, pertanto la sua nomea di cannibalizzatore di tessuto muscolare risulta essere del tutto immotivata dato che è un ormone indispensabile alla sopravvivenza dell’intero organismo

Tutto insieme

Le tabelle successive sono state estratte da tesi e review che confrontano vari protocolli di allenamento. Utilizzando le stesse definizioni da cui ho attinto, la prima è relativa a protocolli di tipo “ipertrofico”, la seconda di tipo “neurale” e la terza di tipo “dinamico”. La quarta è un’ulteriore selezione di materiale.




Quando leggo questo tipo di risultati rimango sempre perplesso e capisco quanto dobbiamo rimboccarci le maniche dato che l’interpretazione possibile da questi dati è immensa e tutti possono trarre acqua al mulino delle tesi per allenarsi come preferiscono. Leggetele e fate le vostre considerazioni, ecco quelle mie di getto :
  • Lo studio 13 indica che un 1×10 all’80-85% del massimale non incrementi il testosterone, mentre un 6×10 si. Significa che una serie non è sufficiente? Il carico usato nello studio è in media di 150Kg, cioè tantissimo e questo mi fa pensare che lo squat sia ben sopra il parallelo. L’esecuzione dell’esercizio influenza il testosterone?
  • Lo studio 15 è molto interessante, sebbene dubiti come sempre del livello dei partecipanti, perciò è da vedere se la risposta ormonale è dovuta allo schema di allenamento o al semplice fatto di allenarsi in una qualche forma. Faccio il caso su di me: con circa 150Kg di 6RM posso scegliere fra 4×6x135Kg o 4×10x90Kg. Sebbene il primo caso innalzi maggiormente il testosterone, il secondo caso non è da meno. Però un 4×10x90Kg è assolutamente più semplice di un 4×6x135Kg
  • Gli studi con schemi di tipo “neurale” esibiscono tutti valori ormonali inferiori a quelli degli schemi “ipertrofici” e paragonabili a quelli “dinamici”.
A questo punto, si impone non tanto una interpretazione dei dati quanto una correlazione con il nostro “mondo”. E’ vero che noi non siamo ricercatori e scienziati, ma possiamo comunque far ragionare la nostra testa, no?


In tutti gli studi seri di raffronto fra protocolli di allenamento viene evidenziato che è difficile comparare i livelli del campione di riferimento, il recupero, le intensità e così via, perciò questi risultati devono essere valutati con cura. Lo dicono tutti gli autori, perciò non commettete voi l’errore i estrapolare conclusioni che vi piacciono del tipo:
  • risulta evidente dagli studi che il volume sia più importante del carico
  • risulta evidente dagli studi che gli allenamenti dinamici funzionano bene per l’ipertrofia
  • risulta evidente che meno ti alleni e meno ormoni produci
Gli schemi di carico degli studi sono un mezzo per creare uno stress in modo da determinare la risposta a questo stress, non sono schemi “reali” a meno che non pensiate che un 4×10@10RM sia uno schema fattibile per più di due volte consecutive o un 2×30@50%1RM sia da considerarsi “dinamico”.
Ancora, gli schemi “neurali” sono classici allenamenti a cedimento tanto-carico-sparato-alla-morte, hanno poco di “neurale” nel senso che si intende nel mondo della forza.

Perciò, attenti se volete allenarvi secondo le linee utilizzate in questi studi: per la replicabilità dei dati gli schemi utilizzati sono relativi ad UN esercizio e non sono assimilabili ad una scheda settimanale da palestra.

Vi è però una convergenza in tutti gli studi trovati sul fatto che la risposta ormonale è influenzata più dal volume che dal carico e un minimo di onestà intellettuale dai fautori dei vari metodi BII dovrebbe portare ad una rivalutazione del volume di lavoro, non tanto per farlo tornare ai livelli astrali di qualche anno fa, ma semplicemente per non demonizzarlo come la lebbra: una conclusione abbastanza accettata in ambito scientifico è che protocolli a serie multiple producano un effetto ormonale superiore a quelli a serie singola. Mike Mentzer, sei nell’angolo a prendere cazzotti su cazzotti?

Il volume ha importanza in quanto, si ipotizza, crea le condizioni metaboliche più favorevoli al rilascio degli ormoni stessi: acidosi tissutale, ipossia, risposta infiammatoria. In altre parole, la risposta metabolica crea le premesse per la risposta ormonale.

Ovviamente questi studi si concentrano sul creare uno stressor per analizzarne la risposta, non di comprendere come far evolvere lo stressor in maniera ottimale nel tempo. Non esiste, cioè, uno studio che mette in relazione uno schema periodizzato con una risposta ormonale. Perciò, gli amanti del volume stiano attenti.

Il fatto che vi sia una risposta ormonale positiva anche con carichi non elevati è una ulteriore conferma che il volume abbia valenza ma attenti a non confondere gli allenamenti balistici con questi schemi che più che dinamici andrebbero definiti come “ad altissime ripetizioni”. Non esistono studi che però abbiano analizzato un bel “pump” per le spalle svolto con i manubri in stripping. Anche in questo caso, attenti a non lanciare l’immaginazione in voli stile Icaro che poi il Sole scotta!

Un importantissimo punto di attenzione è che questi studi sono di fatto una misurazione degli ormoni nel punto identificato nello schema precedente ma nulla dicono su come questa risposta ormonale agisca sul nostro corpo. Gli ormoni vengono diffusi nel sangue, però la risposta ipertrofica è specifica nella zona allenata: la risposta ormonale è solo un anello di una catena molto lunga e, per quanto importante, è fuorviante concentrarsi esclusivamente su questa.

Certo, esiste una risposta complessiva ma se allenate sempre le gambe queste diventeranno più grosse rispetto al resto del corpo e se così non fosse basterebbe fare solo pressa o solo panca per uno sviluppo armonico.

Questo fa rientrare in gioco gli allenamenti in monoserie e il buon Mike può tornare a picchiare duro: possiamo utilizzare delle monoserie su più esercizi. Questo garantirà una risposta ormonale corretta che va ad agire su tutti i distretti allenati. Ritengo questo un utilizzo corretto dei dati a disposizione: volume, con criterio.

Attenzione perciò che questi studi non affermano che ad una risposta ormonale superiore corrisponda necessariamente una risposta ipertrofica analoga, perché come negli stessi studi viene evidenziato, molto dipende da tutte le condizioni al contorno quali alimentazione, supplementazione, periodizzazione.

Gli stessi studi che mostrano un incremento del GH e del testosterone descrivono un conseguente aumento del cortisolo, che pertanto risponde in maniera analoga agli stessi stimoli. Questo perché l’allenamento è uno stress e il cortisolo entra in gioco per fornire energia, non per rovinare la festa!

Inutile che cerchiate di minimizzare il cortisolo come se fosse deleterio perché alti livelli di cortisolo nel post allenamento sono correlati positivamente con le condizioni di ipertrofia dato che come abbiamo detto volte l’anabolismo è iniziato dal catabolismo e la scissione delle proteine fornisce materiale per la costruzione di altre.

Anche in questo caso, gli studi non dicono dove il catabolismo proteico dato dal cortisolo vada ad agire: se fate squat diventate più piccoli nei bicipiti?

Come abbiamo visto nell’articolo sull’ipertrofia, l’allenamento crea un “danno muscolare” nel punto soggetto allo stress, pertanto prima è necessario catabolizzare le cellule danneggiate per ricostruirne di nuove. In questo senso, pertanto, il carico è importante perché aumentando la massa muscolare messa sotto stress fa aumentare le cellule che devono sintetizzare nuove proteine muscolari per sostituire quelle danneggiate.

Alti livelli di cortisolo a riposo per periodi di tempo prolungati denotano una condizione di overtraining, ma non è il caso della risposta a breve termine a seguito di un corretto allenamento.

Un parametro molto di moda nei salotti buoni per indicare una condizione di anabolismo è il rapporto fra testosterone e cortisolo, T/C Ratio. Questo parametro, tanto certo in palestra, è continuamente messo in discussione nel mondo della Ricerca in quanto rappresenta una semplificazione troppo spinta di reazioni complesse: un rapporto di grandezze affette da errori e incertezze non può che essere a sua volta affetto da un errore ben più grande.

Perciò, non dovete temere il vostro cortisolo.

“Sentire” gli ormoni.

In maniera molto McRobertiana voglio ripetere questo concetto: la Ricerca è in grado di indirizzarci verso un insieme di parametri di riferimento per l’allenamento ma lascia moltissimo spazio alla sperimentazione in palestra. Utilizzare la Scienza in maniera meccanica, creando delle relazioni di causa-effetto dove queste non esistono può essere assolutamente pericoloso e denota, scusate la franchezza, una carente comprensione del funzionamento del corpo umano.

C’è chi “sente” gli ormoni, chi “sente” la spinta anabolica dello squat, chi è stanco perché il suo rapporto T/C è calato e allora dopo un’ora di allenamento è bene smettere. Attenti alle cazzate.

Immaginate questo: siete in palestra e state eseguendo uno spettacolare 4×6 di squat con 5’ di recupero. Dopo siete supercotti. Il vostro testosterone è andato a picco e il cortisolo vi sta mangiando vivi?

Ok, la settimana dopo vi fate un 1×20 di squat, che vi porta quasi al vomito, una stanchezza più estrema dell’altra ma anche diversa (se non riuscite a “sentire” queste sensazioni evidentemente non vi siete mai allenati decentemente, mi spiace). Questa sensazione è relazionabile al cortisolo montante? Oppure al testosterone maggiore? No perché un 1×20 dovrebbe essere molto più anabolico del 4×6 eh…

Nel primo caso voi state “sentendo” una bella stanchezza neurale un po’ lattacida dovuta sia al lattato che al depauperamento del CP, e nel secondo caso state invece “sentendo” la paralisi da acido lattico e il debito d’ossigeno. Ma non state sentendo gli ormoni… che stanno invece zitti.

Quando mi facevano male le anche e cercavo di calcolare come le forze dello stacco si ripartissero negli acetaboli in funzione dell’apertura delle gambe, disegnavo dei vettori che dai femori penetravano come delle frecce dentro le mie anche. Ogni volta che facevo stacco “sentivo” proprio questi vettori che dolorosamente mi infilzavano tanto l’immagine mentale mi aveva colpito.

Io “sentivo” i vettori, c’è chi “sente” gli ormoni. Meglio vettori ed ormoni che la Voce di Dio che ordina di compiere delle stragi in suo nome, le dosi di psicofarmaci da prendere per tenerci sotto controllo sono sicuramente inferiori

Allenarsi secondo i cicli ormonali


Il testosterone, come tantissimi altri ormoni, ha un andamento di tipo circadiano, cioè sensibile all’andamento dei ritmi di giorno e notte e viene sintetizzato preferibilmente durante la mattinata. Questo e la sua variabilità rende difficile una sua corretta misurazione, perciò le analisi devono essere effettuate sempre alla stessa ora e nelle stesse condizioni psicofisiche.

E’ meglio allenarsi di mattina, allora? Da qualche parte si legge che la forza si allena meglio la mattina, la massa la sera… o viceversa. Queste sono indicazioni che non sopporto: mi ha sempre fatto impazzire chi si allena seguendo il ritmo ormonale o chi si deprime perché non può farlo.

Il problema è che l’assetto ormonale è quanto di più individuale possa esistere e a fronte di andamenti medi la variabilità è molto alta, sia fra persona e persona che nel tempo sulla stessa persona. Non cadete nell’errore precedente di “sentire” il testosterone alto la mattina oppure la sera: io la mattina sono uno zombie e mi alleno solo se costretto mentre esprimo il meglio di me subito dopo mangiato, a stomaco pieno. Ciò cosa dovrebbe significare? Che il mio testosterone è mutante? Semplicemente, io per una vita sono stato costretto ad allenarmi così e il mio corpo si è abituato.

Provate, per curiosità, a segnare tutte le regolette che dovreste seguire per “ottimizzare l’allenamento”: fare forza la mattina per beneficiare del picco di testosterone, ma anche fare aerobica la mattina a digiuno, per beneficiare dell’incremento del cortisolo che è lipolitico.

Ohibò, ma il cortisolo non era diabolicamente catabolico? Ah già, catabolizza anche i grassi, e questo ci piace, misteri della schizofrenia del palestrato. Poiché il cortisolo ha un picco prima del testosterone facciamo 45’ di aerobica a stomaco vuoto appena svegli, poi una bella sessione di pesi terrificantemente “neurale” in 4×6.

Ma… mica posso fare i pesi a stomaco vuoto dopo l’aerobica eh… perciò un bel pre-work (o post-aerobic? Boh…) a base di carboidrati e proteine entrambi in polvere, per massimizzare l’effetto del picco dell’insulina perché spariamo glucosio nel sangue in condizioni di assoluta carenza.

E il GH? Ah già: dato che reagisce positivamente all’acidosi dei tessuti, ogni 10’ piazziamo la cyclette alla massima durezza e per 30” massacriamoci come se stessimo scalando il K2. Però ricordiamoci di un bel tampone per il pH in modo da evitare che l’acidosi porti alla demineralizzazione delle ossa per compensarla.

La faccio breve: voi dovete allenarvi quando potete farlo al meglio, che sia la mattina, la sera, a pranzo perché siete degli amatori, degli appassionati e non siete pagati per fare quello che fate ma dovete lottare come me per i vostri spazi. Allenatevi pensando a cosa sia meglio fare e non a quale picco dovete centrare.

Come sempre, niente vi salverà da un cattivo allenamento, fosse anche al momento del picco di testo.

Rabbocco ormonale


Avrete sicuramente letto che i livelli di testosterone decrementano negli anni dopo un picco a 20 anni come nel grafico sopra riportato. Per quelli come me che i 40 li hanno raggiunti il grafico inizia inesorabilmente a decadere, come una picchiata dello Shuttle.

Il progresso porta alle masse nuove opzioni e possibilità: già da tempo si parla di rabbocco ormonale o di terapia ormonale sostitutiva: se Madre Natura ha fatto arrivare in riserva i nostri booster, la Medicina li riempie nuovamente ai livelli di partenza. Abbiamo i mezzi e l’esperienza per elevare i dosaggi ormonali di GH e testosterone a quelli di un 20enne. Perché non farlo? Già, perché?

La Tecnologia permette nuove possibilità, l’Etica e la Morale devono gestirle. Tanto per dire, se queste pratiche, legali, si diffondessero come dovrebbero inserirsi all’interno della WADA?

Per come la vedo io, mi sembra un tentativo di combattere la Morte. Ragazzi, tutti siamo destinati ad incontrare la Sinistra Mietitrice perciò testosterone o no ciò sarà inevitabile.

La cura intelligente di noi stessi non può essere relegata all’inserimento o meno nel nostro interno di queste sostanze, ma deve invece essere legata alla cultura e alla comprensione di ciò che ci permette di stare bene, all’accettazione dei risultati che possiamo ottenere utilizzando il nostro corpo.

Altrimenti è come voler dimagrire con le pillole. Funziona ma non così bene ed i risultati sono quelli sperati solo nelle pubblicità.

Un decente allenamento e una decente alimentazione potano al miglior rabbocco ormonale possibile, aumentando l’esposizione agli ormoni in maniera del tutto equilibrata e mantenendo su di giri i nostri processi cellulari. Basta guardare le foto dei vostri nonni o babbi a 40 anni: sembrano i 60enni di oggi.

Però, magari, alla fine, fra qualche anno anche io entrerò in crisi e mi sforacchierò di iniezioni del nuovo Elisir Tecnologico della Giovinezza, lascerò moglie e dilapiderò i miei miseri risparmi in qualche Sex Tour per dimostrare a me stesso che ancora ce la posso fare. A quel punto sarete autorizzati ad abbattermi con una fucilata alla nuca.

Conclusioni

Questo articolo ha presentato una breve e sicuramente superficiale panoramica sugli ormoni e sul sistema endocrino. L’invito è come sempre di usare questo materiale come un punto di partenza per vostri successivi studi ed approfondimenti poiché la comprensione delle reazioni metaboliche e ormonali è la chiave per la comprensione del funzionamento del corpo umano.

Dovete sempre cercare di avere il quadro generale per capire a che servono i singoli pezzi, per poi analizzarli nel dettaglio. Prima va compreso il perché di un certo processo, come si relaziona con gli altri e dopo sarà più facile affrontare il come questo processo avviene. Ho sempre odiato le trattazioni che spiegano al capello i particolari senza far capire a che cosa quei particolari servano.

Spero che questo pezzo abbia chiarito aspetti solitamente tralasciati, presi dall’ultimo stimolatore ormonale di moda.



Dovrebbe essere chiaro che:
  • Un corretto allenamento è il più potente stimolatore ormonale che esista
  • Gli ormoni si impennano nel post-allenamento per permettere la creazione di massa muscolare come adattamento all’allenamento stesso
  • Non è detto che questa massa muscolare sia automaticamente creata, non è detto che sia creata nel quantitativo che vogliamo.
  • I livelli ormonali a riposo rimangono quasi inalterati, perciò sono potentemente correlati alla nostra genetica, ai nostri genitori. Ciò non significa che non possiamo fare nulla: quello che conta è quanto possiamo farli variare con l’allenamento stesso.
  • L’allenamento rappresenta la miglior arma per combattere i processi degenerativi della vecchiaia perché permette di esporci a stimoli che mantengono elevate le reazioni chimiche corporee.
Infine, la considerazione più importante: gli studi sul campo mostrano che la variazione dei livelli ormonali è in funzione del carico utilizzato, del tempo di utilizzo del carico stesso e del “modo” con cui questo carico viene mosso. Questa è una ulteriore conferma che nel culturismo il carico è un mezzo e non un fine.
A parità di volume un carico maggiore porta ad una maggiore risposta ormonale perché aumenta la massa di tessuto muscolare esposto agli effetti dell’allenamento e dei conseguenti ormoni. Pertanto, come sempre, lo sviluppo della forza tramite una tecnica esecutiva corretta per un culturista è funzionale a quello che vuole ottenere: maggior capacità di stressare il suo organismo.

La forza è una condizione necessaria ma non sufficiente per la massa o, in altre parole, incrementa la tua forza per usarla in un programma di massa.

La considerazione conclusiva e che un classico allenamento da culturista intelligente prevede in media una struttura di questo tipo:
  • roba pesante su ripetizioni medio-basse – esempio: un piramidale di panca 4-6-8 o 8-6-4
  • roba a ripetizioni medio-alto – esempio: panca inclinata 3×6-8
  • una forma di pompaggio muscolare – esempio: croci ai cavi 3×12-15
Cosa è questo se non una esposizione del proprio corpo ad uno stimolo che coinvolga molta massa muscolare e la porti all’esaurimento delle sue risorse metaboliche, incrementando l’acido lattico? Bene o male, questa roba ha creato letteralmente milioni di persone grosse in oltre 100 anni di bodybuilding.
Uno schema del genere non è una sintesi degli schemi di allenamento usati negli studi? Come direbbe una persona conosciuta su un forum, gli scienziati scoprono oggi quello che i bodybuilder sanno da almeno 50 anni.

Come ingegnere io ho una formazione prettamente scientifica e di sicuro il misticismo romantico dell’impegno in palestra e la retorica del sacrificio non fanno presa su di me: dati, confronti, studi e ricerche per comprendere cause e correlazioni fra quello che facciamo e quello che otteniamo, in modo da utilizzare al meglio le nostre risorse in funzione degli obbiettivi che vogliamo raggiungere.

Però mai guardare il futuro scordandosi del proprio passato: viene persa una esperienza preziosa per poi doverla, faticosamente, scoprire di nuovo.


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  (#2)
Matty Matty Non in Linea
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Predefinito 27-02-2009, 03:20 PM


Ho letto solo una parte di questo incredibile lavoro, ti posso dire e ribadire che trovo geniale il modo con cui tieni a esprimere i concetti.

Pian piano me lo leggerò tutto....credo di essere incredibilmente fortunato ad avere articoli del genere sotto naso,alla mia età.

Grazie Mille davvero!
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  (#3)
manakei manakei Non in Linea
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Predefinito 27-02-2009, 03:30 PM


Quote:
Originariamente inviato da IronPaolo Visualizza Messaggio
Un ormone è costituito da materiale proteico, mettetevi in testa che un ormone è una particolare proteina. Possiamo disquisire sul fatto che esistono ormoni che sono peptidi, altri che sono enzimi, o che esistono enzimi peptidici, però sapere che un ormone è una speciale proteina che trasporta un ordine specifico per cellule specifiche è un enorme passo in avanti rispetto a “quella cosa che…”
Altro articolo meraviglioso...Grazie Paolo!
Mi permetto di fare le pulci al testo perchè è pressochè ineccepibile ma so per esperienza diretta quanto siano pignoli gli uomini di scienza e piccole imprecisioni bastano loro per bollare come pressapochista un lavoro invece meritevole di lode come questo!

1) Il titolo: Più adatto sarebbe "Fisiologia" o "Biochimica" "di una ripetizione"
2) La frase quotata è generalista ed imprecisa, non tutti gli ormoni sono proteici anzi due su tre di quelli trattati non sono proteine
3) Questa non è una correzione ma uno spunto: restano fuori tutto il sistema ormonale paracrino e gli adattamenti delle cellule bersagio agli stimoli ormonali (modificazioni delle proteine di membrana, siti recettoriali nucleari, messaggeri intracelulari ecc ecc tutte quelle cose che sovrintendono poi alla legge per la quale un tipo di allenamento non è mai definitivo).

Che altro dire...sei da 30 e lode con bacio in fronte! Dovessi mai fare l'assistente a Fisiologia , biochimica o endo so dove prendere i lucidi! ghghghgh
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  (#4)
Dimitry Dimitry Non in Linea
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Predefinito 27-02-2009, 04:18 PM


Mi sembra che più avanti l'abbia detto.....anche degli ormoni a "corto raggio".

Sul resto ha anche precisato che mostrare tutta la cascata delle reazioni di membrana ed oltre (AMPciclico, fosfo e defosforilazioni) sarebbe stato troppo lungo and noioso.
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Predefinito 27-02-2009, 10:11 PM


ma la H in HTPA non sta per hypotalamus?
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manakei manakei Non in Linea
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Predefinito 27-02-2009, 10:25 PM


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Originariamente inviato da Dimitry Visualizza Messaggio
Mi sembra che più avanti l'abbia detto.....anche degli ormoni a "corto raggio".

Sul resto ha anche precisato che mostrare tutta la cascata delle reazioni di membrana ed oltre (AMPciclico, fosfo e defosforilazioni) sarebbe stato troppo lungo and noioso.
Il mio era più un invito a trattare questi argomenti in un prossimo capitolo...
(Amp, fosfo e defosfo... non mi riferisco a questi che sono le molecole classiche coinvolte nella cascata di azioni conseguenti allo stimolo ormonale ma a tutt'altro)
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  (#7)
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Predefinito 27-02-2009, 10:42 PM


altra cosa: è vero che i livelli ormonali non sono direttamente collegati ai muscoli, io avevo fatto le analisi ormonali e mi era venuto 991ng/dl di testosterone totale che è tanto, mentre invece di costituzione sono molto magro e faccio fatica ad avere risultati in palestra... è anche vero che non ho misurato il testosterone libero
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  (#8)
Dimitry Dimitry Non in Linea
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Divertitevi qui:

http://hal9000.cisi.unito.it/wf/DIPA...,1,Diapositiva 1
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Predefinito 28-02-2009, 12:27 PM


Ragazzi grazie dei complimenti, detti da voi fanno sempre piacere anche perchè io sono un assoluto autodidatta e apere che non ho detto grosse cazzate è un vero sollievo ah ah ah

Le presentazioni segnalate da Dimitry sono state downloadate al volo. Averle trovate prima! Chiare ed esaurienti. Mi fa piacere che mi ci ritrovi.

Allora aiutatemi a capire: gli ormoni sono comunque composti da aminoacidi. Un peptide è una proteina più piccola. Sono cagate oppure delle immagini mentali da memorizzare?

Ho studiato, devo dire con fatica, le reazioni di membrana e i meccanismi generici dell'AMPciclico, rimango affascinato da come il corpo umano usi quanto più possibile processi identici per poi differenziarli.

Nella teoria del software il riciclo del codice tramite eredità e polimorfismo deriva di fatto da questa roba.

Quello che ho trovato difficile è una esposizione didattica che possa interessare al palestrato che vuol capire, per questo non sono andato a fondo (anche perchè io stesso non ho le basi eh...).

Per il resto, ripeto, essere considerato da chi questa roba l'ha studiata a livello universitario è fonte di orgoglio. Nel caso ci fossero errori, sparate senza pietà.

Ciao e grazie

Paolo
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  (#10)
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Predefinito 28-02-2009, 12:48 PM


Quote:
Originariamente inviato da IronPaolo Visualizza Messaggio
Allora aiutatemi a capire: gli ormoni sono comunque composti da aminoacidi. Un peptide è una proteina più piccola. Sono cagate oppure delle immagini mentali da memorizzare?
Ciao Paolo,
ammetto di nn avere avuto ancora modo di leggere l'articolo(intanto l'ho stampato),
intanto però mi inserisco!!!


Ormoni è un termine che raccoglie tante molecole. Tante molecole che hanno la qualità di trasmettere segnali fra una cellula e l'altra. Quindi è un raggruppamento in base alla loro azione, non alla composizione.
Comunque si possono dividere in peptidici e steroidei.
Detto ciò, ti faccio l'esempio del nostro testosterone, che è di origine lipidica (derivato infatti dal colesterolo), da cui ne deriva che lo sono anche gli altri ormoni steroidei.

Peptide invece vuol dire composto da 2 a X (non mi ricordo la definizione precisa comunque direi nell ordine dei 100) aa.
Parlar di proteina è ancora presto anche se l'unità di base e la struttura dei legami è la medesima.

Quindi sì è una piccola proteina, ma la definizione è che è un peptide.
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Predefinito 28-02-2009, 01:06 PM


ottimo articolo come sempre
quindi una soluzione sicuramente e' l'intensità che dovra essere alta con i giusti tempi di recupero
usare almeno un esercizio con carichi molto alti e poche rip
poi farne un altro come hai detto da 8 rip
e un ultimo ancora di isolamento da 15 rip magari in stripping
e questo discorso andrebbe fatto per tutti i gruppi muscolari
cmq ci sono integratori che aumentano il testo libero o shbg
non ho capito la cosa che la sera si allena meglio la massa invece che la forza ... la massa da cosa dipende allora ???
pensavo sempre dai livelli di testosterone
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Anche questo è simile:


e questo è un bel riassunto delle vie:


http://www.med.unibs.it/chimica/INF-...eccaAzione.pdf
Files Allegati
Tipo di File: pdf Zavattari_10_Trasduzione del segnale[1].pdf (962.7 KB, 83 visite)

Ultima Modifica di Dimitry : 28-02-2009 03:44 PM.
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Predefinito 28-02-2009, 03:44 PM


questo con bella classificazione:


http://www.unipr.it/arpa/facvet/dol/...crinol_fig.pdf

Ultima Modifica di Dimitry : 28-02-2009 03:50 PM.
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In soldoni (se poi volete avere più dettagli approfondisco) la differenza fondamentale tra peptidi e proteine non sta tanto nel numero di AA che li compongono ma nella struttura stereoscopica che è una caratteristica delle proteine ma non dei peptidi. La struttura stereoscopica è poi la caratteristica principale che determina la funzione della proteina (poi vengono i siti di legame ecc..)
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Quote:
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In soldoni (se poi volete avere più dettagli approfondisco) la differenza fondamentale tra peptidi e proteine non sta tanto nel numero di AA che li compongono ma nella struttura stereoscopica che è una caratteristica delle proteine ma non dei peptidi. La struttura stereoscopica è poi la caratteristica principale che determina la funzione della proteina (poi vengono i siti di legame ecc..)
Approfondisci, che non mi hai ancora convinto.

Più che altro perchè non mi è chiaro il discorso...

Per struttura stereoscopica immagino si intenda la disposizione nello spazio e quindi la struttura secondaria terziaria e quaternaria in caso di proteine con più subunità. O no?

Ultima Modifica di LiborioAsahi : 28-02-2009 08:26 PM.
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