o3 e diabete
Dietary omega-3 fatty acids and fish consumption a... [Am J Clin Nutr. 2010] - PubMed result
Our data suggest an increased risk of T2D with the intake of long-chain omega-3 fatty acids, especially with higher intakes (≥0.20 g omega-3/d or ≥2 servings of fish/d). The Women's Health Study was registered at clinicaltrials.gov as NCT00000479. studio un po' troppo vago però... |
A dir poco vago.
Hanno stabilito quale poteva essere l'apporto di omega3 analizzando quello che mangiavano le donne oggetto dello studio senza considerare che gli alimenti attuali spesso contengono solo tracce di omega3. Mettiamo il caso che mi faccia un bel piatto di alici fritte, non posso prendermi per il sedere dicendo che son tutti omega3, perchè di fatto il calore li ha distrutti. Quindi mi troverò con un piatto mediamente ipercalorico visto che l'ho fritto. Ecco, nello studio non si tiene assolutamente conto delle calorie e della natura delle stesse. Puoi anche prendere omega3 puri, ma se poi ci abbini zuccheri semplici e/o calorie a iosa, è chiaro che non ottieni effetti positivi. Resta inteso che, invece, gli omega3 hanno dimostrato importanti implicazioni nella prevenzione della morte cardiaca improvvisa, migliorano il profilo lipidico del sangue e, abbinati ad un dieta salubre, risolvono i problemi di resistenza all'insulina in una quantità enorme di soggetti (mi sbilancio perchè ho toccato con mano). E' chiaro, però, che non puoi sperare di prendere gli omega3 sperando che risolvano ogni problema se si continua a mangiare male e non fare un minimo di attività fisica. |
Giusta valutazione, inoltre non tengono nemmeno conto della composizione corporea dei soggetti.
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Sono studi per incentivare le persone ad ammalarsi.
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Traduzione italiana a cura di: VbulletinItalia.it
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