Proteste in India e Nepal
 

NEW DELHI (Reuters) - La polizia ha arrestato centinaia di rifugiati tibetani che hanno cercato di irrompere negli uffici dei consolati cinesi delle capitali di India e Nepal, poco prima dell'apertura dei Giochi Olimpici oggi a Pechino.
A Nuova Delhi, quasi 3.000 tibetani che urlavano slogan contro la Cina hanno sfidato la pesante pioggia per protestare vicino al parlamento indiano contro le Olimpiadi in Cina.
"La Cina non è il posto giusto per tenere le Olimpiadi, sono Olimpiadi macchiate di sangue, di vergogna", ha urlato Kalsang Tsering, manifestante tibetano, mentre gli esuli e i monaci si scontravano con la polizia che impediva loro l'accesso all'edificio del parlamento.
Nella capitale indiana 100 manifestanti sono stati arrestati mentre cercavano di entrare nell'ambasciata cinese. Sono stati fermati da poliziotti armati dopo aver sfondato una barricata e sono stati caricati su furgoncini e portati via.
A Kathmandu, la polizia nepalese ha arrestato più di 1.300 rifugiati tibetani che hanno cercato di irrompere negli uffici del consolato cinese. Più avanti, alla periferia della città in 500 hanno partecipato ad una fiaccolata.
Le proteste sono giunte mentre a Pechino si apriva -- davanti ad un'audience mondiale di un miliardo di persone -- la cerimonia di apertura dei Giochi.
L'India è stata regolarmente teatro di proteste per mesi e i rifugiati hanno tentato di scavalcare i muri dell'ambasciata cinese a Nuova Delhi almeno due volte dall'agosto scorso.
A Dharamsala, sede del governo tibetano in esilio, nell'India del nord, più di 3.000 monaci tibetani e manifestanti hanno sfilato per le strade della città urlando slogan contro la Cina.

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